Sant’Adamo da Torreglia, primo eremita del Venda

Cosa c’è sul colle più alto degli Euganei? Chi sale il Monte Venda (601 mt) prima o poi incontrerà, sul versante est, dei ruderi di quello che fu un importantissimo monastero. Passeggiando, in quel luogo assai suggestivo, si possono immaginare la chiesa, il campanile, parti della cripta e una storia secolare di spiritualità, davanti a un panorama mozzafiato. Questo luogo del Venda è chiamato «ruderi degli Olivetani», dal nome dell’ultima comunità monastica che vi abitò. Ma come iniziò questa grande avventura dello spirito?

A partire dalle fonti, finora analizzate, possiamo documentare che la prima esperienza sul Venda è sorta negli anni dell’imperatore Federico I, Barbarossa (1122-1190), e papa Alessandro III (1100-1181), quindi nella seconda metà del 1100. Il documento più importante, relativo a questi inizi, è una pergamena, scritta in latino, databile all’anno 1427, conservata nell’Archivio di Stato di Padova, che reca il titolo, tradotto: Storia dei padri che fondarono il monastero S. Giovanni del Venda del territorio e città di Padova. Chi furono questi  «padri fondatori»? Il primo a essere citato è un certo Adamo da Torreglia, un monaco di S. Giustina, abbazia sorta prima del Mille nei pressi dell’oratorio dedicato all’omonima martire padovana del IV sec. Il cronista quattrocentesco afferma che con Adamo, visse anche un miles, un soldato, laico religiosamente impegnato, nell’amore per il Cristo, nel fedele servizio, nella virtù della pazienza, come la fonte lo descrive. Del primo eremita, Adamo da Torreglia, sappiamo anche che costruì una grotta dove visse e nella quale fu poi seppellito, con vicino anche il soldato. «Sulle orme di Adamo, altri, ben presto, si posero, se già nel 1197 (e con questa data siamo ormai nella seconda generazione, non solo nella storia sicura) v’era chi, nel far testamento destinava lasciti «pro illis de Venda» (letteralmente: «per quelli del Venda») (M. Tagliabue). Di questi «santi padri» del Venda è possibile ricostruire una cronologia. Dopo Adamo vi furono Dago e Gerardo, quest’ultimo sacerdote; poi Villano da Maserà, anch’egli monaco di S. Giustina. Poi il sacerdote Alberico, nato a Borgoricco nel 1209 e morto nel 1251. Ancora, Stefano, che fu abate di S. Giustina, ma poi si ritirò sul Venda. La lista annovera ben dodici eremiti che iniziarono la prima esperienza sul Venda, dal 1170 circa fino al 1380. Queste notizie sono una finestra su un’epoca che vide rifiorire l’eremitismo. In molte zone dell’Europa furono numerose le persone, sia religiose sia laiche, che iniziarono a ritirarsi in luoghi appartati, per dedicarsi a una vita di solitudine, preghiera, penitenza e meditazione. Anche sui Colli Euganei fiorirono molte esperienze eremitiche, come quella sul monte Lispida, sul Gemola, sul monte della Madonna, sul Rua (A. Rigon). I primi eremiti costruirono una chiesetta dedicata a San Giovanni Battista, e poi i primi monaci ne aggiunsero un’altra, poi scomparsa, dedicata a S. Michele Arcangelo. Il riferimento a questi due santi è molto frequente nelle esperienze eremitiche e monastiche, e la denominazione del luogo, al di là della diversità delle esperienze attraversate, è stata dall’inizio, e fino ad oggi: Monastero San Giovanni Battista del Venda.

Per arrivare ai giorni nostri, possiamo descrivere, in estrema sintesi, le diverse fasi succedutesi, arrivando a individuare, sommariamente, sette diverse epoche: 1) L’eremo dei «santi padri fondatori», 1160-1340; 2) Il cenobio (monastero) dei monaci “albi”, cioè i benedettini, (così chiamati per l’abito bianco, albus), 1340-1380; 3) L’arrivo dei monaci di Monte Oliveto (olivetani), 1380-1450; 4) Permanenza dei monaci olivetani fino alla soppressione del monastero da parte della Repubblica di Venezia, 1450-1771; 5) Epoca di decadenza e degrado, 1771-1945, con, nel 1818, la visita del poeta inglese Percy B. Shelley; 6) Tutto il sito viene incorporato nel territorio della base militare del Venda, 1945-1998; 7) Dal 1998, un lento recupero del luogo dal punto di vista religioso, storico e naturalistico.

Tra le citazioni di Adamo da Torreglia, è significativo ricordare quella fatta dall’abate Giuseppe Barbieri (1774-1852), sepolto nella chiesa di san Sabino a Torreglia, in una sua opera del 1821, le Veglie tauriliane. Questa citazione d’autore è una bella testimonianza di come la memoria di questa storia, così antica, fosse ancora viva tra i suoi conoscitori. La ricorrenza specifica di S. Adamo è invece il 5 novembre, giorno della festa di Tutti i Santi della Diocesi di Padova. Infatti, dopo il 1° novembre, Solennità di Tutti i Santi, ogni chiesa particolare, dedica una giornata alla memoria dei santi propri. Nell’elenco dei santi propri della Diocesi di Padova, Adamo del Venda è al primo posto.

Attualmente, sono due i momenti più importanti legati al Monastero del Venda, il 24 giugno e il 29 agosto, cioè le due feste liturgiche legate a S. Giovanni Battista, la natività e il martirio. In queste giornate, o in prossimità di queste date, viene celebrata, alle 17.00, la Messa solenne presso i ruderi del monastero. La Messa viene celebrata anche durante tutto l’anno, ogni primo venerdì del mese alle ore 9.30. La ricerca del silenzio, di un punto di vista diverso, di Dio, iniziata da Adamo di Torreglia, continua ancora.

Per approfondire. Lo studio più recente e corposo è la monografia: Mauro Tagliabue, S. Giovanni Battista del Venda (Padova): un secolo di storia monastica (1350-1450) tra albi e olivetani, Cesena 2015 (Italia Benedettina – 41, 456 pagine) che propone anche un’ampia appendice con trascrizione di documenti di archivio. Due importanti studi precedenti sono: Paolo Sambin, Il monastero di S. Giovanni Battista del Venda dalle origini alla riforma olivetana e la omonima confraternita, in P. Sambin, Ricerche di storia monastica medioevale, Padova, Antenore 1959, pp. 1-32; Antonio Rigon, Ricerche sull’eremitismo nel padovano durante il XIII secolo, in «Annali della Facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Padova», 4 (1979), pp. 217-253. Anche Claudio Bellinati, Gli insediamenti monastici sui Colli Euganei, in P. Baldan, I Colli Euganei: natura e civiltà, Padova 1989, pp. 225-247. Sulla storia più recente: C. R. Paciaroni, Il Venda e il I° R.O.C. La storia di un monte: dai monaci agli aviatori, Abano Terme 1993; F. R. Lazarus, La luce e il buio del Venda. Memoria del monastero degli Olivetani, Fondazione Monte Venda onlus, Teolo 2014.

Giulio Osto, 2017

Testo pubblicato, con alcune varianti, nella rivista Euganeamente. Vivere e scoprire i Colli Euganei, agosto-settembre 2017.

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