Torreglia – cenni storici

Alcuni storici ritengono che il suo nome derivi da Taurilia (lotta di tori che Antenore avrebbe allestito per ringraziare gli dei del posto assegnatogli), altri da Turrilia a causa di numerosi fortilizi che erano stati eretti nel periodo medioevale. Il comune ha mantenuto sul suo stemma le due iconografie su sfondo azzurro e rosso. Torreglia è suddivisa in un centro moderno (Torreglia Nuova) sorto nel secondo dopoguerra attorno al capitello della Madonna (attribuita a un allievo del Bonazza, F. Rizzi) donato dal compaesano Jacopo Facciolati, famoso abate e letterato autore del Vocabolario latino ed uno antico (Torreglia Alta) in collina (132 m) dopo il cimitero, posto al bivio del Monte Rua, luogo celebrato da letterati, alla cui sommità si trova l’Eremo Camaldolese un’oasi di pace e tranquillità. Presso Luvigliano si può ammirare la famosa Villa dei Vescovi, opera del Falconetto (XVI secolo) su commessa del Cardinale Pisani costruì nel XVI secolo una villa bellissima “Villa dei Vescovi”. Ha un ampio giardino che si estende dalla villa fino al muro di cinta con un piacevole declivio. Oltre alla villa del famoso abate Barbieri, letterato, oratore e poeta che spesso celebrò con i suoi versi questi luoghi (“Veglie Tauriliane”) è da ricordare Villa Ferri, di architettura settecentesca con un tempietto neoclassico rotondo, di canoviana memoria, che conservava una trecentesca Madonna della Misericordia in pietra; Villa Cattaneo-Stevens; Villa Tolomei, con un ampio parco disegnato dall’architetto Jappelli e Villa Verson, già dimora dell’abate. Altri siti degni di menzione sono Villa Immacolata, Assunta, Isabella, Paolini e la suggestiva antica fonte Regina, situata in via Facciolati. Da ammirare l’albergo la Torre ex villa Corinaldi, recentemente ristrutturato e portato al suo antico splendore. Degna di nota, la sorgente perenne, situata lungo un suggestivo sentiero sul fianco della trattoria Ai Mulini. Riceve le acque dal rio Calcina e cade, dopo un piccolo salto in una limpida pozza alimentata anche dalla sorgente perenne che sgorga dalla fenditura della roccia.
I primi segni della presenza dell’uomo sul territorio di Torreglia risalgono al periodo della dominazione Romana ( 50 – 40 a.c.) e sono testimoniati dal ritrovamento di numerosi elementi trachitici dell’acquedotto romano. Dopo la caduta di Roma si alternarono numerose invasioni tra cui quella degli Unni, seguita dai Longobardi e poi dai Franchi, rimanendo quindi sotto il “comitato” di Vicenza fino al 1050. Dopo l’invasione degli Ungari, all’inizio del 900, nella zona Euganea sorsero numerosi castelli, non più esistenti. Con il trascorrere dei secoli la zona divenne agricola grazie spinta di alcuni ordini benedettini del luogo. Si ricordano gli ordini benedettini di Praglia e San Daniele, situati nelle prossimità del comune. In questo periodo la zona ebbe un incremento demografico e nel 1200 vennero effettuati importanti lavori idraulici. Nel 1405 Padova viene sottomessa al dominio di Venezia, periodo cui vengono attribuite numerose e stupende ville. La storia coinvolge durante il periodo Napoleonico l’Eremo di Monte Rua. Nei secoli successivi Torreglia diventa un fervido centro d’arte grazie al musicista Cesare Pollini ed al pittore Roberto Ferruzzi. La cittadina, in seguito si sviluppò notevolmente grazie ai vicini centri termali e all’incremento di un fiorente artigianato locale.

Chiesa del Sacro Cuore di Gesù

Chiesa Sacro Cuore di Gesù Torreglia

Chiesa del Sacro Cuore di Gesù

Chiesa Sacro Cuore di Gesù Torreglia

CHIESA SACRO CUORE

«Turricla» fu una delle sedici chiese della Diocesi di Padova, pievi o no, che il 14 marzo 1077 i vescovi Benno e Odone, messi regii, presero sotto la protezione dell’imperatore Enrico IV. In successivi atti notarili per un secolo e mezzo, ben 17 fino al 1223, è chiamata indifferentemente “Turricla, Turicla, Torrida, Toricla e Turigla”.·II titolare della sua chiesa ci è fatto conoscere la prima volta da una donazione del 20 ottobre 1212: «ecclesia S. Savini de Turricla». Ritorna undici anni dopo in un reclamo presentato nel 1223 al podestà di Padova contro un certo Ranfredo per mancato pagamento del quartese «ecclesie S. Savini de Turricla».

Nella decima papale del 1297 l’«ecclesia S. Savini de Turrigla» è elencata tra le chiese soggette alle «plebes S. Martini de Lupiliano». Era retta dal prete Bonaventura, coadiuvato dal chierico Antonio Malicia. Ambedue pagarono 21 soldi in ognuna delle due rate. Però nell’estimo papale del secolo seguente I’«ecclesia S. Savini de Torigla» fu valutata 26 lire di piccoli e il chiericato esattamente un terzo dell’intero beneficio, 13 lire di piccoli.

Nelle visite pastorali del 4 novembre 1449 e 19 ottobre 1454, le prime di cui ci restano le relazioni, è detta «ecclesia S. Savini (o Sabini) ville Torelie». Invece il 26 ottobre 1572, la relazione della visita pastorale del vescovo Ormaneto la dice: «parochialem ecclesiam Sancti Savini villae Tauriliae». Esisteva ancora il «clericatus S. Salvatoris qui habet in redditibus terciam partem omnium fructuum». La chiesa aveva solo due altari, il maggiore ad oriente entro un absidiola semicircolare e quello dei Ss. Sebastiano e Rocco. Aveva campanile e «cimiterium ad austrum et ad occidentem porticus duas sub quibus cadavera reconduntur». Conclude: «Haec ecclesia est humilis Iicet supra collem iaceat et habet domum presbiteralem parvam et humilem forte inhabitabilem ad occidentem prope cimiterium».

Nel 1614 fu necessario abbattere alcune parti pericolanti della chiesa per sostituirle con delle nuove. II lavoro iniziato – come dice l’iscrizione riferita dal Salamonio – il 1 luglio era stato sospeso per disaccordi. Il 24 settembre andò di persona il vicario generale M. A. Zanibon, che, suggerite due possibili maniere di ricostruzione, minacciò in caso di ulteriori ritardi la sospensione della celebrazione della S. Messa. Quando il 21 settembre 1620 lo stesso vicario generale tornò a visitarla la trovò a posto, con tre altari, il maggiore, quello di S. Sabino e quello della B. Vergine. Ma non erano trascorsi settant’anni che, venuto per la seconda volta S. Gregorio Barbarigo a Torreglia in visita pastorale, il 6 ottobre 1680, trovò la chiesa in stato di avanzata ricostruzione. Quando vi si ritornò il 22 settembre 1696 la trovò «bene tectam, pavimento firmatam, amplam et valde pulchram». Due giorni prima, il 20 settembre, aveva unito il beneficio del chiericato di Torreglia alla chiesa di Monterosso. La nuova chiesa fu consacrata dal card. Giorgio II Corner il 28 maggio 1713.

Due secoli dopo aumentata la popolazione nella pianura ai piedi del colle, dove a due chilometri di distanza sorgeva la chiesa di S. Sabino, si sentì la necessità di una chiesa più capiente e accessibile appunto nel nuovo centro del paese. Benedetta la prima pietra il 18 maggio 1913, causa le difficoltà della prima guerra mondiale, fu inaugurata il 1 agosto 1920 col titolo del S. Cuore di Gesù. Ma appena quattro anni e mezzo dopo si dovette chiudere perché pericolante. I lavori di ricostruzione delle parti lesionate, iniziati nel febbraio 1927, terminarono con una seconda inaugurazione il 19 ottobre 1930. Due mesi dopo, un decreto vescovile del 27 dicembre vi trasferì la sede e il beneficio della parrocchia, mutandone il titolo da S. Sabino in S. Cuore di Gesù. La bella chiesa a una sola ampia navata di stile romanico-gotico con 5 altari, completata di soffitto a carena, di altari marmorei, stalli in noce e affreschi luminosi, fu consacrata il 1 settembre 1945 dal vescovo Carlo Agostini.

Testo tratto da: A.A.V.V., La Diocesi di Padova nel 1972, Tipografia Antoniana, Padova 1973, pagine 677-678.

Parrocchia Sacro Cuore di Gesù
Via Mirabello, 52
35038 Torreglia (Padova)
Telefono fisso: +39 0495211042
Telefono mobile: +39 3331338103
e-mail: info@parrocchiatorreglia.it

Parroco: don Franco Marin (dal 2014)
Vicepresidente del Consiglio Pastorale Parrocchiale: Alessandro Marchetti (2013-2018)
Diacono in servizio pastorale, referente Caritas: Edoardo Minotti

Comune di Torreglia
Provincia di Padova
Diocesi di Padova – www.diocesipadova.it
Vicariato di Abano Terme – Vicario Foraneo: don Edoardo Bregolin (Battaglia Terme)