Attraversare la Porta Santa: Il pellegrinaggio parrocchiale di domenica 14 febbraio

Domenica 14 febbraio: come comunità cristiana abbiamo partecipato alla celebrazione ‘giubilare’ che si è tenuta, nel pomeriggio, presso la chiesa Cattedrale di Padova. Assieme alle altre parrocchie del nostro Vicariato di Abano e di altri quattro Vicariati, abbiamo varcato la Porta Santa come segno di un desiderio profondo di ‘entrare’ nell’abbraccio risanante di Colui che sempre ci attende per ridare alla nostra vita la spinta per continuare nella sequela del Vangelo. E’ stato emozionante il celebrare insieme un evento di popolo guidato e presieduto dal nostro pastore, il vescovo Claudio che ha avuto parole di incoraggiamento affinchè il nostro essere discepoli si costruisca attorno alla persona di Gesù il Signore: diventino nostri i suoi sentimenti e parole e gesti.

Il Vescovo, cogliendo l’opportunità data dal rito di Elezione dei catechumeni ( si celebra sempre nella prima domenica di Quaresima, in Cattedrale) che celebreranno i sacramenti dell’Inizizione Cristiana nella prossima Veglia pasquale presso le comunità di origine, ha invitato le comunità a mantenersi aperte e accoglienti, capaci di parlare agli uomini e donne di oggi con il linguaggio della prossimità, della tenerezza e della misericordia.

Il rito celebrato, vissuto nella fede di una Chiesa che si riconosce in cammino, è stato sobriamente ricco, curato, disteso nel tempo. Ci auguriamo che, come è nello spirito del Giubileo, esso possa aver segnato una sorta di ‘svolta’ nel nostro andare di pellegrini e discepoli e nel nostro modo di continuare ad essere comunità di cristiani, innamorati di Gesù.

Ringraziamo di cuore gli amici dell’Associazione ‘Portatori della Madonna del Carmine’ che hanno provveduto alla ‘logistica’, organizzando due pulmann che hanno reso accessibile a molti raggiungere la chiesa Cattedrale.

Il Parroco, don Franco

giubileo

Il Giubileo nella Bibbia

Il Giubileo nella Bibbia

Giustizia e condivisione

Cari fratelli e sorelle, buongiorno e buon cammino di Quaresima! È bello e anche significativo avere questa udienza proprio in questo Mercoledì delle Ceneri. Incominciamo il cammino della Quaresima, e oggi ci soffermiamo sull’antica istituzione del “giubileo”; è una cosa antica, attestata nella Sacra Scrittura. La troviamo in particolare nel Libro del Levitico, che la presenta come un momento culminante della vita religiosa e sociale del popolo d’Israele.

Ogni 50 anni, «nel giorno dell’espiazione» (Lv 25,9), quando la misericordia del Signore veniva invocata su tutto il popolo, il suono del corno annunciava un grande evento di liberazione. Leggiamo infatti nel libro del Levitico: «Dichiarerete santo il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione nella terra per tutti i suoi abitanti. Sarà per voi un giubileo; ognuno di voi tornerà nella sua proprietà e nella sua famiglia […] In quest’anno del giubileo ciascuno tornerà nella sua proprietà» (25,10.13). Secondo queste disposizioni, se qualcuno era stato costretto a vendere la sua terra o la sua casa, nel giubileo poteva rientrarne in possesso; e se qualcuno aveva contratto debiti e, impossibilitato a pagarli, fosse stato costretto a mettersi al servizio del creditore, poteva tornarsene libero alla sua famiglia e riavere tutte le proprietà.

Era una specie di “condono generale”, con cui si permetteva a tutti di tornare nella situazione originaria, con la cancellazione di ogni debito, la restituzione della terra, e la possibilità di godere di nuovo della libertà propria dei membri del popolo di Dio. Un popolo “santo”, dove prescrizioni come quella del giubileo servivano a combattere la povertà e la disuguaglianza, garantendo una vita dignitosa per tutti e un’equa distribuzione della terra su cui abitare e da cui trarre sostentamento. L’idea centrale è che la terra appartiene originariamente a Dio ed è stata affidata agli uomini (cfr Gen 1,28-29), e perciò nessuno può arrogarsene il possesso esclusivo, creando situazioni di disuguaglianza. Questo, oggi, possiamo pensarlo e ripensarlo; ognuno nel suo cuore pensi se ha troppe cose. Ma perché non lasciare a quelli che non hanno niente? Il dieci per cento, il cinquanta per cento… Io dico: che lo Spirito Santo ispiri ognuno di voi. ..

 

Inizio di Papa Francesco, Udienza del Mercoledì delle Ceneri, 10 febbraio 2016

Tutti in Cattedrale – domenica 14 febbraio ore 15.30

Giubileo a Padova: domenica 14 febbraio ore 15.30

 

Durante il Giubileo straordinario della misericordia, indetto da Papa Francesco, nella nostra Diocesi di Padova, tutte le comunità cristiane  sono invitate a vivere un pellegrinaggio in Cattedrale a Padova. Ecco  cinque motivi per partecipare con gioia a questo momento proposto a tutti domenica prossima, 14 febbraio, ore 15.30 in Cattedrale.

  • La Porta Santa. Ogni Giubileo inizia con una porta che viene aperta. Papa Francesco ha invitato ad aprire più porte sante in tutte le Chiese del mondo a partire dalla Cattedrale. Una porta aperta per tutti, spalancata per ogni persona, storia, cuore. Ognuno si può  mettere in cammino ed entrare. La porta santa porta la grazia.
  • Il Pellegrinaggio. Certo a Roma, ma anche in altri luoghi, l’importante è mettersi in cammino per ritornare trasformati.
  • La Cattedrale. La Chiesa madre di ogni chiesa locale, punto di riferimento, luogo unico per tutti. Ci sono tante chiese che chiamiamo Duomo: Asiago, Monselice, Thiene, Piove di Sacco… Ma di Cattedrale ce n’è una sola! Una volta c’era anche solo un Battistero. Riscoprire la cattedrale significa ritrovare un punto di unità tra tutte le diversità delle nostre comunità e dei loro campanili.
  • Il Vescovo. Per questa volta possiamo anche vivere la novità di una persona arrivata da pochi mesi a compiere il servizio importante di essere guida della nostra Chiesa. Anche il Vescovo è segno di unità.
  • La Chiesa Diocesana. Ognuno di noi è legato a una comunità cristiana, al suo paese, campanile, gruppo, associazione. Ma siamo chiesa insieme: ecco la Diocesi. Vogliamo sentirci parte di una chiesa più grande della nostra idea, della nostra esperienza, dei confini che abbiamo nella mente e nel cuore. Chiesa di Padova in cammino, ecco perché andare tutti in Cattedrale e ritrovare volti, persone, esperienze diverse che arricchiscono ciascuno di noi.

Il Parroco, don Franco

La Porta Santa Porta La Grazia

Giubileo in Cattedrale a Padova: domenica 14 febbraio ore 15.30

Mai come nei settecento anni precedenti, il Papa ha insistito sull’esperienza della porta santa nel promuovere questo Giubileo Straordinario della Misericordia. Quante  porte ha aperto e fatto aprire papa Francesco!!!

Gesù è il Signore, è Lui la porta per tutti, costituito tale dal Padre, nella risurrezione. Questo annuncio trafigge il cuore, apre una porta per un cammino nuovo.

Gesù è la porta e il suo cuore è stato trafitto, quindi è aperto. Le ferite di Gesù diventano feritoie attraverso cui riconoscere la sua sovranità, la sua azione, il suo servizio a Dio. Il cuore trafitto di Gesù è aperto come una porta per andare dal Padre della vita e, seguendo il pastore che cammina davanti a noi, avere la vita in abbondanza.

Muri, porte, soglie e chiavi sono esperienza quotidiana di ciascuno. Esistono muri senza porte, ma mai porte senza muri. A volte capita di scorgere solo un muro, altre volte di accorgersi di una porta. Pensando alla porta dobbiamo andare oltre agli elementi che la costituiscono, cioè gli stipiti, l’architrave, la o le ante, la maniglia … Porta prima di tutto è spazio aperto, verrebbe da dire spazio di libertà, spazio creativo. La stessa espressione «aprire una porta» comunica la possibilità di uno spazio, di una novità.

Entrare e uscire: esperienze elementari della vita che raccontano molto. Il legame tra il Risorto e la porta sembra molto stretto: un sepolcro che rimane aperto; l’entrare a porte chiuse; il presentarsi come porta. L’incontro con il Risorto e l’essenza della risurrezione sono l’esperienza di uno spazio aperto, libero, creativo, sorgivo, un «campo di forze» che comunica la vita divina e trasforma il nostro entrare e uscire nella vita.

Il Giubileo inizia sempre con l’apertura di una porta. Il Giubileo è l’invito ad aprire tutte le porte della nostra vita, ad attraversare tutte le porte dell’esistenza. In questi spazi di passaggio, passa il Signore Risorto, noi attraversiamo solo una porta, ma così la grazia attraversa la nostra vita.

 

don Giulio Osto

Chiesa Sacro Cuore di Gesù Torreglia

Resistenza e resa: testimonianze di potere e potere delle testimonianze

Il titolo del cineforum di gennaio 2016, al Cinema La Perla di Torreglia, si ispira al celebre libro Resistenza e resa. Lettere e scritti dal carcere di Dietrich Bonhoeffer, teologo tedesco nato nel 1906 e giustiziato nel campo di concentramento di Flossemburg il 20 luglio 1945. Nel 2015 abbiamo appena celebrato il 70° anniversario della morte. Questo esempio di vita e scrittura come  testimonianza ispira il ciclo di film proposti.

Sullo sfondo del Giorno della Memoria (27 gennaio) e del Giorno del Ricordo (10 febbraio). Un intreccio di tre uomini: Bonhoeffer, Bergoglio e Guardini e tre donne: Frank, Scholl, Tuinzing che in forme diverse raccontano quell’intreccio tanto crudele e perverso quanto affascinante ed eroico tra testimonianze di potere e potere delle testimonianze, tra vita e scrittura, gesti e parole.

27 gennaio – La Rosa Bianca è la storia di una resistenza fatta di vita e scrittura con la passione per la libertà di pensiero e parola. Un gruppo di studenti dell’Università di Monaco, tra i quali la più famosa è Sophie Scholl, promossero un risveglio delle coscienze scrivendo volantini e pagando con la vita la loro testimonianza.

Romano Guardini (1885-1965), fu uno dei riferimenti spirituali di molti studenti tedeschi durante il regime nazionalsocialista. Egli stesso venne interdetto dal regime perdendo la cattedra all’Università di Berlino. A Guardini proprio per questo fu chiesto di commemorare ben due volte a Monaco i giovani della Rosa Bianca con due celebri discorsi. Vita e scrittura, studenti e professori, per la promozione della persona. L’unico potere che è dato a tutti è quello della testimonianza.

Buon cineforum a tutti.

Il Parroco, don Franco

Chiesa Sacro Cuore di Gesù Torreglia

Ecumenismo: il coraggio della conversione

Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani: 18-25 gennaio

Con il battesimo siamo divenuti tutti sacerdoti. Essere un popolo sacerdotale significa essere al servizio del mondo. I cristiani vivono la loro chiamata battesimale e rendono testimonianza alle opere meravigliose di Dio in molti modi:

Sanando le ferite: le guerre, i conflitti e gli abusi hanno ferito la vita del popolo lettone, e di molti altri paesi, a livello emotivo e relazionale. La grazia di Dio ci aiuta a chiedere perdono per gli ostacoli che impediscono la riconciliazione e la guarigione, a ricevere misericordia, e a crescere nella santità.

Ricercando la verità e l’unità: la consapevolezza della nostra comune identità in Cristo ci chiama ad adoperarci per rispondere alle questioni che ancora dividono i cristiani. Siamo chiamati, come i discepoli sulla strada di Emmaus, a condividere le nostre esperienze e a scoprire così che, nel nostro comune pellegrinaggio, Gesù Cristo è in mezzo a noi.

Impegnandosi attivamente per promuovere la dignità umana: i cristiani, che sono stati condotti ―fuori dalle tenebre verso la ―luce meravigliosa del Regno, riconoscono la straordinaria dignità di ogni vita umana. Attraverso progetti comuni di servizio sociale e caritativo, siamo inviati a raggiungere i poveri, i bisognosi, le persone affette da dipendenze e gli emarginati.

Considerando il nostro impegno per l’unità dei cristiani, di che cosa dovremmo chiedere perdono?

Conoscendo la misericordia di Dio, come ci adoperiamo per progetti sociali e caritatevoli con altri cristiani?

 

Testo tratto dal sussidio per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2016

Chiamati per annunziare a tutti le opere meravigliose di Dio

Riforma o scisma? Fratelli o nemici?

Riforma o scisma? Fratelli o nemici?

Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani: 18-25 gennaio

Da poco più di un secolo dal 18 al 25 gennaio di ogni anno tutti i    cristiani di ogni confessione: cattolici, ortodossi, luterani, riformati, evangelici, anglicani, pentecostali, battisti, metodisti, valdesi… e molti altri si impegnano a pregare per diventare tutti più cristiani. Tutto questo e molto altro si chiama ecumenismo.

Questo anno viviamo a portata di mano un evento molto significativo: nel 1966 ad Abano Terme veniva inaugurata la Cappella S. Giuseppe predisposta nella parrocchia cattolica per accogliere il culto luterano. Una storia di cinquant’anni di preghiera, vicinanza, persone. Nel 2017 poi, fra poco, si celebreranno addirittura i cinquecento anni dalla Riforma di Lutero: 1517- 31 ottobre – 2017.

Riforma o scisma? Luterani o protestanti? Fratelli o nemici? Le domande sono molte e richiedono pazienza, passione e perseveranza nell’ascolto e nel cammino. Eppure le stesse domande possiamo porle a moltissime altre realtà ed esperienze della nostra vita quotidiana in ogni suo ambito.

Domenica 1 novembre 2015 abbiamo invitato nella nostra comunità il pastore luterano Bernd Prigge di Abano e Venezia. Forse qualcuno per la prima volta ha conosciuto questa esperienza che esiste da cinquecento anni nel mondo e da cinquanta a pochi km da noi.

Credere e pensare in modo ecumenico significa aprire la mente e allargare il cuore al fatto che l’esperienza di essere cristiani è molto più grande della nostra idea, delle nostre abitudini, di ciò che abbiamo  compreso del vangelo.

Gli appuntamenti di mercoledì 13 ore 21.00 e martedì 19 gennaio ore 18.30 ad Abano presso la Cappella S. Giuseppe sono un’occasione per aprire una finestra su un panorama diverso dal solito, poco conosciuto e allo stesso tempo molto provocante. Una conferenza e una    preghiera: pensare e pregare, per vivere sempre di più il Vangelo.

 

Il Parroco, don Franco

Chiesa Sacro Cuore di Gesù Torreglia

Gennaio: un mese alter-nativo

La pace, i rifugiati, gli ebrei, gli altri cristiani

 Ogni anno nel primo mese del calendario si concentrano una ricca   serie di appuntamenti molto particolari e poco conosciuti. C’è una cosa in comune a tutte queste ricorrenze e proposte: l’attenzione agli altri. L’invito pressante di Papa Francesco è quello a uscire. Soprattutto nel  testo Evangelii gaudium del 2013 il Papa desidera una Chiesa in uscita. Quanto ci ricordiamo di chi è in guerra, di chi è migrante, di cristiani    diversi da noi (protestanti, anglicani, ortodossi…), degli ebrei…

 

Ecco le ricorrenze legate alla Chiesa per uno sguardo e un cuore aperto:

  • 1 gennaio: Giornata mondiale della Pace.     Messaggio del Papa 2015: «Vinci l’indifferenza, conquista la pace»
  • 6 gennaio: Festa delle genti, 10.30 presso il Tempio della Pace a Padova, vicino alla stazione ferroviaria. Occasione di incontro etnico.
  • 17 gennaio: Giornata per l’Approfondimento e lo Sviluppo del Dialogo tra Cattolici ed Ebrei
  • 17 gennaio: Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Messaggio del Papa 2015: «Migranti e rifugiati ci interpellano. Il vangelo della misericordia»
  • 18-25 gennaio: Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Tema 2015: «Chiamati per annunziare le opere meravigliose di Dio».
  • 19 gennaio: preghiera cattolico-luterana presso Cappella S. Giuseppe ad Abano Terme in occasione del 50° dell’inaugurazione, ore 18.30.
  • 31 gennaio: Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra

Tante volte si dice che c’è bisogno di qualcosa di alternativo. Ma cosa significa la parola alternativo? È qualcosa che nasce dall’altro (alter – nativo). Sarà sempre grazie a un altro, al diverso che potrà nascere qualcosa di nuovo! Crescere nell’attenzione a ciò e a chi consideriamo molto diverso, straniero, fastidioso può essere dunque molto fecondo e sorprendente. Buon anno nuovo e buon mese di gennaio alternativo.

misericordia

Un Natale di Misericordia

Un Natale di Misericordia

Natale è nascita del Bambino Gesù. Quando parliamo di “bambino”, parliamo di una vita nuova che prende inizio. Anche quella di Gesù è vita che ha una storia, una storia di amore: quella di Dio. Questo bimbo è voluto da Dio per amore; è frutto di amore; è amore di Dio per la nostra storia di uomini e donne, per la gioia della nostra vita, perché è venuto per servire la nostra gioia. Gesù è venuto per noi!

La migliore descrizione del Natale è contenuta nella lettera di San Paolo ai    cristiani di Filippi (cap. 2): «Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù. Egli pur essendo nella condizione di Dio non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, divenendo simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce, per questo Dio lo esaltò».

Il Natale, secondo questo bellissimo inno, ci parla dello stile dell’amore di Dio. È stile di abbassamento, di umiltà, di servizio, non di potenza o di orgoglio. Il Natale è perciò l’esperienza quotidiana di chi ama, donando se stesso, abbassandosi.  I sentimenti di Gesù, il suo sentire, il suo sguardo – rivolti agli uomini di tutti i tempi, ma soprattutto a quelli che lui ha incontrato – sono oggi ripetuti anche nelle nostre case: quando mamma, papà, nonni – per amore – servono, vivono silenzi, accettano sfide. Sono vissuti nelle nostre comunità cristiane: quando si perdona, quando si ricomincia, quando si restituisce fiducia. Sono vissuti anche nelle nostre città: quando si osano incontri, progetti, sguardi alti per la convivenza comune.

Quest’anno il Natale è anche evento per conoscere la misericordia di Dio, che è uno dei tratti del mistero dell’incarnazione di Dio e si manifesta in Gesù. Gesù ne ha parlato – ricordiamo le parabole del padre misericordioso, della pecorella smarrita che esprimono l’attenzione di Dio nei confronti di quanti si sono persi – e l’ha vissuta andando presso gli ultimi, i peccatori, le prostitute, i pubblicani …

Misericordia è amore di Dio offerto a ogni cristiano innanzitutto: anche i cristiani, anche le nostre comunità, la nostra Chiesa vivono della misericordia di Dio. Ma questa esperienza ci manda “oltre” la nostra Chiesa, “oltre” la nostra esperienza comunitaria, ci porta a donare misericordia, ad annunciare a tutti la misericordia di Dio. Noi ci proponiamo ricchi di Dio e del suo vangelo, non di noi stessi. Per questo dobbiamo uscire e farci carico di chi soffre, di chi è disperato, di chi è sconfitto. Riceviamo misericordia per dare misericordia. Cresciamo nell’esperienza della misericordia di Dio nella misura in cui sappiamo offrirla, sappiamo parlarne, sappiamo viverla. La misericordia ha nomi che ci parlano di Dio ma che sono e restano anche sogni per il nostro tempo e per il nostro vivere: misericordia è verità; misericordia è giustizia; misericordia è pace.

Auguro a tutti di camminare sulla strada di Gesù. La celebrazione della sua nascita sia per ciascuno disponibilità a mettersi in movimento, per migliorarsi, per diventare sempre più capaci di misericordia, di giustizia, di verità e di pace!

Questo è il Natale del Signore. Buon Natale!

+ Claudio Cipolla, vescovo di Padova, Natale 2015