Bibbia e famiglie: Quando il racconto educa le relazioni

Sono cinque incontri rivolti all’intera famiglia dove BAMBINI E GENITORI vivranno insieme il COINVOLGIMENTO nell’entrare dentro alla storia dei dieci comandamenti. L’idea è di poter narrare sia all’adulto che al bambino la storia della bibbia per poter giungere a leggerne insieme le sue pagine. Ogni incontro vedrà la scansione dei seguenti momenti: – la narrazione e la spiegazione di due comandamenti attraverso metodologie diverse (letture animate, narrazione, marionette, film, teatro…) tutti insieme;- la lettura del testo; – la divisione nei due gruppi di figli e genitori con la provocazione ad entrambi;- il confronto individuale di coppia;- il confronto tra le diverse coppie; – la preghiera conclusiva insieme.

 

DOMENICA 9 OTTOBRE 2016 – 15.30-18.30

– Non avari altro Dio al di fuori di me Dt 5,7

-Non costruirti idoli Dt 5,8

DOMENICA 6 NOVEMBRE 2016– 15.30-18.30

– Non nominare invano il nome del Signore Dio tuo Dt 5,11

– Ricordati di santificare le feste Dt 5,12

DOMENICA 15 GENNAIO 2017– 15.30-18.30

Onora il padre e la madre Dt 5,16

– Non uccidere Dt 5,17

DOMENICA 19 FEBBRAIO 2017– 15.30-18.30

– Non commettere adulterio Dt 5,18

– Non rubare Dt 5,19

DOMENICA 23 APRILE 2017– 15.30-18.30

– Non pronuncerai testimonianza menzognera contro il tuo prossimo. Dt 5,20

– Non essere avido Dt 5,21

Ogni incontro è a sé stante. Ogni coppia può prevedere di partecipare a tutti gli incontri oppure di optare per alcuni. E’ necessaria la prenotazione alla casa almeno una settimana prima per l’acquisto dei materiali e l’organizzazione dell’incontro stesso.

Tutte le informazioni su villa immacolata.net

Solo la pace è santa, mai la guerra

Solo la pace è santa, mai la guerra

Le religioni ad Assisi per la pace

Uomini e donne di religioni diverse, siamo convenuti, come pellegrini, nella città di San Francesco. Qui, nel 1986, trent’anni fa, su invito di Papa Giovanni Paolo II, si riunirono Rappresentanti religiosi da tutto il mondo, per la prima volta in modo tanto partecipato e solenne, per affermare l’inscindibile legame tra il grande bene della pace e un autentico atteggiamento religioso. Da quell’evento storico, si è avviato un lungo pellegrinaggio che, toccando molte città del mondo, ha coinvolto tanti credenti nel dialogo e nella preghiera per la pace; ha unito senza confondere, dando vita a solide amicizie interreligiose e contribuendo a spegnere non pochi conflitti. Questo è lo spirito che ci anima: realizzare l’incontro nel dialogo, opporsi a ogni forma di violenza e abuso della religione per giustificare la guerra e il terrorismo. Eppure, negli anni trascorsi, ancora tanti popoli sono stati dolorosamente feriti dalla guerra. Non si è sempre compreso che la guerra peggiora il mondo, lasciando un’eredità di dolori e di odi. Tutti, con la guerra, sono perdenti, anche i vincitori.

Abbiamo rivolto la nostra preghiera a Dio, perché doni la pace al mondo. Riconosciamo la necessità di pregare costantemente per la pace, perché la preghiera protegge il mondo e lo illumina. La pace è il nome di Dio. Chi invoca il nome di Dio per giustificare il terrorismo, la violenza e la guerra, non cammina nella Sua strada: la guerra in nome della religione diventa una guerra alla religione stessa. Con ferma convinzione, ribadiamo dunque che la violenza e il terrorismo si oppongono al vero spirito religioso.

Ci siamo posti in ascolto della voce dei poveri, dei bambini, delle giovani generazioni, delle donne e di tanti fratelli e sorelle che soffrono per la guerra; con loro diciamo con forza: No alla guerra! Non resti inascoltato il grido di dolore di tanti innocenti. Imploriamo i Responsabili delle Nazioni perché siano disinnescati i moventi delle guerre: l’avidità di potere e denaro, la cupidigia di chi commercia armi, gli interessi di parte, le vendette per il passato. Aumenti l’impegno concreto per rimuovere le cause soggiacenti ai conflitti: le situazioni di povertà, ingiustizia e disuguaglianza, lo sfruttamento e il disprezzo della vita umana.

Si apra finalmente un nuovo tempo, in cui il mondo globalizzato diventi una famiglia di popoli. Si attui la responsabilità di costruire una pace vera, che sia attenta ai bisogni autentici delle persone e dei popoli, che prevenga i conflitti con la collaborazione, che vinca gli odi e superi le barriere con l’incontro e il dialogo. Nulla è perso, praticando effettivamente il dialogo. Niente è impossibile se ci rivolgiamo a Dio nella preghiera. Tutti possono essere artigiani di pace; da Assisi rinnoviamo con convinzione il nostro impegno ad esserlo, con l’aiuto di Dio, insieme a tutti gli uomini e donne di buona volontà.

 

Papa Francesco, Assisi, 20 settembre 2016

Un saluto di suor Nicole da Torreglia

Carissimi tutti, è con emozione che vi scrivo queste poche righe di saluto e di ringraziamento. Sono felice di celebrare con voi, nella nostra parrocchia, questo passaggio così importante della mia vita.

Il cammino è stato lungo e non sono mancate le gioie, come le fatiche e le difficoltà; ma la Grazia colma sempre le nostre fragilità e ci dà la forza e la luce di cui abbiamo bisogno.

Il mio primo grazie va a Dio, che con la premura di Padre e la tenerezza di Madre mi ha continuamente accompagnata, chiedendomi di perseverare con fiducia e di “lasciar andare” dove necessario, con coraggio.

Grazie alla mia famiglia, che mi ha insegnato a non dar nulla per scontato, che mi ha aiutata a tenere i piedi per terra ricordandomi la responsabilità di ogni scelta presa.

Grazie alla mia Famiglia religiosa, che mi ha seguita nel discernimento lasciandomi libera di esprimermi in ciò che sono.

Grazie agli amici più cari che ho, perché hanno rispettato gli spazi e i tempi del mio percorso di formazione ma non mi hanno mai lasciata sola.

E grazie a voi, che siete la famiglia allargata in cui sono cresciuta: il vostro affetto e la vostra preghiera sono un sostegno indispensabile ai miei passi. La mia “vita con la valigia” è cominciata e dentro di me c’è entusiasmo di partire e curiosità di scoprire cosa Dio ha preparato per me. Il nostro Fondatore, padre Antonio Pagani, ci ha lasciato una bellissima preghiera, che recitiamo nelle nostre rispettive Comunità; ad un certo punto essa dice: “Gesù sia sempre il tuo consigliere, il tuo maestro, la tua regola. Cerca di imitarlo con tutte le tue forze”. È una missione difficile, un impegno che cercherò di portare avanti senza guardare alla mia povertà umana, perché ognuno è prezioso ai Suoi occhi e Dio si fida anche di me. Concludo mandandovi un forte abbraccio e rubando alcune parole al Papa … non dimenticatevi di pregare per me!                                                                                                                                           

suor Nicole Francescato

… in questa sosta che la rinfranca

Gli orientamenti pastorali per i prossimi mesi

Nel sito della Diocesi di Padova si possono trovare tutti i materiali degli orientamenti pastorali per i prossimi mesi. Il titolo è preso da un testo della liturgia della Messa. Negli ultimi anni sono state iniziate delle cose nuove in tutte le parrocchie della diocesi ed è importante consolidare quanto si sta facendo. Sono in particolare tre le attenzioni principali.

  1. Innanzitutto il nuovo percorso per diventare cristiani rivolto a ragazzi e genitori. Questo cambiamento si chiama con il nome tecnico di iniziazione cristiana. Il catechismo tradizionale in pochi anni scomparirà, come anche la Prima Confessione, la Prima Comunione … Sono invece iniziati gli incontri insieme per genitori e ragazzi, nuove celebrazioni, una nuova comprensione dei sacramenti. Tutte le parrocchie sono chiamate a cambiare il loro stile di essere comunità che educa alla fede.
  2. La seconda attenzione è alle nuove generazioni. La “Messa dei bambini” è finita già da molti anni e la presenza di ragazzi, adolescenti e persone sotto i cinquant’anni nelle attività parrocchiali e nelle Messe è molto scarsa ovunque. Nel libretto degli orientamenti c’è una pagina così intitolata: in ascolto delle nuove generazioni, una pagina bianca. C’è fisicamente una pagina bianca tutta da scrivere! Cosa pensano le comunità cristiane dell’assenza di adolescenti e giovani a Messa? Quali cambiamenti dovremmo avere il coraggio di fare?
  3. La terza attenzione è al territorio. Le parrocchie sono chiamate a guardarsi attorno, ad aprire gli occhi, a collaborare, a condividere pensieri e iniziative. Molti preti sono già parroci di una, due, tre, quattro parrocchie … Le strutture costruite decenni fa sono da ripensare e le proposte pastorali dovrebbero aggiornarsi. Ecco l’attenzione al mondo che abitiamo che è quello del 2016, molto diverso da quello del 1970 o del 1995. Ogni cosa della vita ha bisogno di aggiornamento, ecco l’invito a tutte le parrocchie.

Vuoi diventare un cristiano adulto? Le proposte della Scuola di Formazione Teologica

Vuoi diventare un cristiano adulto?

Le proposte della Scuola di Formazione Teologica

Dal 1978 è presente nella Diocesi di Padova la Scuola di Formazione Teologica, una proposta per la formazione di tutti i cristiani: giovani, adulti, pensionati. Ogni anno vengono proposti alcuni percorsi di approfondimento su varie tematiche suddivise in cinque moduli: base, storico, morale e spirituale, teologico e biblico.

I corsi sono di sette lezioni ciascuno e divisi in quattro periodi, da fine settembre a fine maggio. Le sette lezioni si svolgono per alcuni corsi al martedì sera e per altri al giovedì sera, dalle 20.30 alle 22.30 presso la Facoltà Teologica a Padova, via del Seminario 7, vicino al Torresino/Prato della Valle, con possibilità di parcheggio interno.

  • Ecco i corsi del Primo periodo: 27 settembre – 15 novembre 2016

modulo base filosofico-morale – sette martedì sera

“È proprio dell’uomo, rispetto agli altri animali, avere egli solo la percezione del bene e del male, del giusto e dell’ingiusto”

modulo teologico – sette martedì sera

Il Dio di Gesù Cristo. Percorsi di teologia trinitaria

modulo base biblico – sette giovedì sera

Attraverso la Bibbia. Introduzione alla Sacra Scrittura

modulo biblico – sette giovedì sera

Il Vangelo della Creazione. Genesi 1-11 e il Pentateuco

  • Iscrizioni: 26-27 settembre 2016 (17.00-20.00) e nei giorni di martedì e giovedì dalle 20.15 alle 22.30.
  • Informazioni: 333 3946657 – formazioneteologicapd@fttr.it

Nel sito internet della parrocchia è disponibile il volantino completo. Mettendosi d’accordo si potrebbe partecipare insieme, in tre-quattro persone così da andare insieme in auto, uno tira l’altro, o l’altra, e si cresce un po’ nella fede e si condivide l’avventura

  • La domenica con la Bibbia. Viene proposto a partire da ottobre la Scuola della Parola, un itinerario di lectio divina, cioè di preghiera con la Bibbia, presso l’Istituto Teologico S. Antonio Dottore in via S. Massimo a Padova (vicino all’Ospedale Civile, con parcheggio interno da via S. Eufemia). Il tema di quest’anno è Il Giudizio di Dio. Lo stesso tema viene riproposto due volte in due diverse domeniche. Gli incontri sono dalle ore 9.00 alle ore 11.30 e per chi vuole poi c’è la Messa. Ecco date e temi:
  • domenica 9 e 16 Ottobre 2016 – Dar da mangiare agli affamati
  • 13 e 20 Novembre 2016 – Il giudizio di Dio per fare verità
  • 11 e 18 Dicembre 2016 – Il giudizio di Dio per salvare il mondo
  • 8 e 15 Gennaio 2017 – Non giudicare
  • 12 e 19 Febbraio 2017 – La misericordia ha la meglio nel giudizio
  • 12 e 19 Marzo 2017 – Il giudizio dell’amore
  • 9 Aprile 2017 – Dare testimonianza alla verità
  • 14 Maggio 2017 – Camminare secondo lo Spirito
  • 11 Giugno 2017 – Perseverare nell’amore

Per ogni informazione nel sito web della parrocchia è disponibile il volantino completo della proposta.

 

  • Vuoi fare un musical? Un gruppo di giovani e adulti, gruppo Music-All sta cercando di mettere in scena nel 2017 un musical ispirato alla storia biblica di Giuseppe ebreo e partendo da un musical già pronto intitolato Il sogno di Giuseppe. In questi mesi si sta pubblicizzando l’iniziativa alla ricerca di attori, musicisti, scenografi, segretari, addetti alla logistica etc etc. Fare un musical è una bella esperienza di formazione e aggregazione e la storia di Giuseppe offre molti spunti di attualità circa vicende come l’emigrazione, il perdono, le dinamiche familiari e fraterne. Per ogni informazione rivolgersi a Marina: 3475930332

 

  • Film al pomeriggio, forse. Si sta pensando alla possibilità di proporre a partire da novembre una serie di film al pomeriggio, in particolare al venerdì o al mercoledì alle ore 15.30. Il nuovo impianto digitale del Cinema La Perla offre questa possibilità, ma sono necessarie delle persone disponibili in orario pomeridiano per curare questa iniziativa. Chi volesse dare una mano lo segnali al Parroco.

 

  • Formazione catechisti. A ottobre inizia uno dei percorsi di base intitolato Si può fare a cura dell’Ufficio per la catechesi della Diocesi. Tre incontri, la sera 20.30-22.30, lun 3, mar 4, lun 10 ottobre presso Centro Parrocchiale ad Abano San Lorenzo, quota di partecipazione € 10.00. Tre sere da segnare in agenda.

Il Papa e il dialogo in famiglia

Perle preziose da Amoris laetitia – la gioia dell’amore
Il dialogo è una modalità privilegiata e indispensabile per vivere, esprimere e maturare l’amore nella vita coniugale e familiare. Ma richiede un lungo e impegnativo tirocinio. Uomini e donne, adulti e giovani, hanno modi diversi di comunicare, usano linguaggi differenti, si muovono con altri codici. Il modo di fare domande, la modalità delle risposte, il tono utilizzato, il momento e molti altri fattori possono condizionare la comunicazione. Inoltre, è sempre necessario sviluppare alcuni atteggiamenti che sono espressione di amore e rendono possibile il dialogo autentico.
137. Darsi tempo, tempo di qualità, che consiste nell’ascoltare con pazienza e attenzione, finché l’altro abbia espresso tutto quello che aveva bisogno di esprimere. Questo richiede l’ascesi di non incominciare a parlare prima del momento adatto. Invece di iniziare ad offrire opinioni o consigli, bisogna assicurarsi di aver ascoltato tutto quello che l’altro ha la necessità di dire. Questo implica fare silenzio interiore per ascoltare senza rumori nel cuore e nella mente: spogliarsi di ogni fretta, mettere da parte le proprie necessità e urgenze, fare spazio. Molte volte uno dei coniugi non ha bisogno di una soluzione ai suoi problemi ma di essere ascoltato. Deve percepire che è stata colta la sua pena, la sua delusione, la sua paura, la sua ira, la sua speranza, il suo sogno. Tuttavia sono frequenti queste lamentele: “Non mi ascolta. Quando sembra che lo stia facendo, in realtà sta pensando ad un’altra cosa”. “Parlo e sento che sta aspettando che finisca una buona volta”. “Quando parlo tenta di cambiare argomento, o mi dà risposte rapide per chiudere la conversazione”.
138. Sviluppare l’abitudine di dare importanza reale all’altro. Si tratta di dare valore alla sua persona, di riconoscere che ha il diritto di esistere, a pensare in maniera autonoma e ad essere felice. Non bisogna mai sottovalutare quello che può dire o reclamare, benché sia necessario esprimere il proprio punto di vista. È qui sottesa la convinzione secondo la quale tutti hanno un contributo da offrire, perché hanno un’altra esperienza della vita, perché guardano le cose da un altro punto di vista, perché hanno maturato altre preoccupazioni e hanno altre abilità e intuizioni.

È possibile riconoscere la verità dell’altro, l’importanza delle sue più profonde preoccupazioni e il sottofondo di quello che dice, anche dietro parole aggressive. Per tale ragione bisogna cercare di mettersi nei suoi panni e di interpretare la profondità del suo cuore, individuare quello che lo appassiona e prendere quella passione come punto di partenza per approfondire il dialogo.
139. Ampiezza mentale, per non rinchiudersi con ossessione su poche idee, e flessibilità per poter modificare o completare le proprie opinioni. È possibile che dal mio pensiero e dal pensiero dell’altro possa emergere una nuova sintesi che arricchisca entrambi. L’unità alla quale occorre aspirare non è uniformità, ma una “unità nella diversità” o una “diversità riconciliata”. In questo stile arricchente di comunione fraterna, i diversi si incontrano, si rispettano e si apprezzano, mantenendo tuttavia differenti sfumature e accenti che arricchiscono il bene comune. C’è bisogno di liberarsi dall’obbligo di essere uguali. E ci vuole anche astuzia per accorgersi in tempo delle “interferenze” che possono comparire, in modo che non distruggano un processo di dialogo. Per esempio, riconoscere i cattivi sentimenti che potrebbero emergere e relativizzarli affinché non pregiudichino la comunicazione. È importante la capacità di esprimere ciò che si sente senza ferire; utilizzare un linguaggio e un modo di parlare che possano essere più facilmente accettati o tollerati dall’altro, benché il contenuto sia esigente; esporre le proprie critiche senza però scaricare l’ira come forma di vendetta, ed evitare un linguaggio moralizzante che cerchi soltanto di aggredire, ironizzare, incolpare, ferire. Molte discussioni nella coppia non sono per questioni molto gravi. A volte si tratta di cose piccole, poco rilevanti, ma quello che altera gli animi è il modo di pronunciarle o l’atteggiamento che si assume nel dialogo.
140. Avere gesti di attenzione per l’altro e dimostrazioni di affetto. L’amore supera le peggiori barriere. Quando si può amare qualcuno o quando ci sentiamo amati da lui, riusciamo a comprendere meglio quello che vuole esprimere e farci capire. Superare la fragilità che ci porta ad avere timore dell’altro come se fosse un “concorrente”. È molto importante fondare la propria sicurezza su scelte profonde, convinzioni e valori, e non sul vincere una discussione o sul fatto che ci venga data ragione.
141. Infine, riconosciamo che affinché il dialogo sia proficuo bisogna avere qualcosa da dire, e ciò richiede una ricchezza interiore che si alimenta nella lettura, nella riflessione personale, nella preghiera e nell’apertura alla società. Diversamente, le conversazioni diventano noiose e inconsistenti. Quando ognuno dei coniugi non cura il proprio spirito e non esiste una varietà di relazioni con altre persone, la vita familiare diventa endogamica e il dialogo si impoverisce.
PAPA FRANCESCO, Esortazione Amoris laetitia, numeri 136-141

Yoga, curry e sanscrito in canonica

Padre Taiju dall’India a Torreglia

La presenza a Torreglia di don Rock di Haiti nel mese di luglio ha portato le chiacchierate in canonica a trattare di comunicazione, dei Caraibi, della situazione internazionale della Chiesa e così via.

L’arrivo del carmelitano padre Taiju, che sarà a Torreglia tutto il mese di agosto, è un dono per portare il nostro sguardo verso il continente più grande e forse più misterioso: l’Asia. Padre Taiju, che si pronuncia: taigiù, viene dall’India, dalla regione del Kerala  nella zona sud-ovest del paese.

I dialoghi con Taiju hanno messo sul tavolo argomenti diversi e stimolato domande che nascono dal fatto che l’India per noi europei è stata sempre circondata da un alone di mistero. Già dai tempi di Alessandro Magno, morto nel 323 a.C., che arrivò con le sue conquiste a lambire i territori indiani,  ma soprattutto a partire dalla prima metà dell’Ottocento in poi, l’India ha sempre esercitato un certo fascino per i motivi più diversi. Secondo paese più popolato al mondo con oltre un miliardo di abitanti, l’India è culla di tante culture e religioni così ricche che gli europei hanno inventato la  parola-ombrello induismo, ambigua e generica, letteralmente «ciò che riguarda l’India», per cercare di comprenderle tutte con un solo colpo d’occhio. Paese dalle tante lingue, legato a figure straordinarie e diverse tra le quali spiccano Gandhi e Madre Teresa di Calcutta, dalle rive del Gange alle cime dell’Himalaya, tra le vacche sacre e lo yoga … e così via. Con qualche domanda a Taiju possiamo conoscere direttamente questo mondo senza fatica direttamente a casa nostra. Peccato che si fermi solo un mese tra noi perché le domande sono sempre tante.

 

don Giulio Osto

La vita, le crisi, il Papa

«La storia di una famiglia è solcata da crisi di ogni genere, che sono anche parte della sua drammatica bellezza. Bisogna aiutare a scoprire che una crisi superata non porta ad una relazione meno intensa, ma a migliorare, a sedimentare e a maturare il vino dell’unione. Non si vive insieme per essere sempre meno felici, ma per imparare ad essere felici in modo nuovo, a partire dalle possibilità aperte da una nuova tappa. Ogni crisi implica un apprendistato che permette di incrementare l’intensità della vita condivisa, o almeno di trovare un nuovo senso all’esperienza matrimoniale. In nessun modo bisogna rassegnarsi a una curva discendente, a un deterioramento inevitabile, a una mediocrità da sopportare. Al contrario, quando il matrimonio si assume come un compito, che implica anche superare ostacoli, ogni crisi si percepisce come l’occasione per arrivare a bere insieme il vino migliore. È bene accompagnare i coniugi perché siano in grado di accettare le crisi che possono arrivare, raccogliere il guanto e assegnare ad esse un posto nella vita familiare. Ogni crisi nasconde una buona notizia che occorre saper ascoltare affinando l’udito del cuore.

La reazione immediata è fare resistenza davanti alla sfida di una crisi, mettersi sulla difensiva sentendo che sfugge al proprio controllo, perché mostra l’insufficienza del proprio modo di vivere, e questo dà fastidio. Allora si usa il metodo di negare i problemi, nasconderli, relativizzare la loro importanza, puntare solo sul passare del tempo. Ma ciò ritarda la soluzione e porta a consumare molta energia in un occultamento inutile che complicherà ancora di più le cose. I vincoli si vanno deteriorando e si va consolidando un isolamento che danneggia l’intimità. In una crisi non affrontata, quello che più si compromette è la comunicazione. In tal modo, a poco a poco, quella che era “la persona che amo” passa ad essere “chi mi accompagna sempre nella vita”, poi solo “il padre o la madre dei miei figli”, e alla fine un estraneo.

Per affrontare una crisi bisogna essere presenti. È difficile, perché a volte le persone si isolano per non mostrare quello che sentono, si fanno da parte in un silenzio meschino e ingannatore. In questi momenti occorre creare spazi per comunicare da cuore a cuore».

 

Papa Francesco, Esortazione Amoris laetitia, numeri 232-234