Don Giovanni Bellò riposa tra le braccia del Padre

Un nuovo lutto nel presbiterio padovano. Stamane, giovedì 18 marzo 2021, è mancato don Giovanni Bellò, aveva 85 e risiedeva a Solagna, dove era nato il 3 novembre 1936 e nella chiesa parrocchiale di Solagna sabato 20 marzo saranno celebrate le esequie alle ore 10.

Notizia in aggiornamento

Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di Covid-19

Da oggi il 18 marzo di ciascun anno in Italia  sarà  Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di coronavirus, per conservare e rinnovare la memoria di tutte le persone decedute a causa di tale epidemia. In tale memoria sono compresi tanto i malati, quanto i professionisti sanitari, i sacerdoti e quanti hanno assistito le persone malate, venendo a loro volta contagiati e uccisi.
Si tratta, ad oggi, di oltre 103.000 vittime di una pandemia che sta segnando la storia.
Da parte dei vescovi italiani c’è la partecipazione e l’invito a pregare, anche con il testo predisposto dall’ufficio liturgico nazionale, che viene proposto di seguito.

 Signore Padre buono e misericordioso, 

ascolta la preghiera delle tue figlie e dei tuoi figli 

in questo tempo oscurato 

dalle ombre della malattia e della morte. 

La Pasqua di Cristo, verso la quale siamo incamminati, 

illumini il nostro pellegrinare. 

Donaci occhi, mente e cuore 

per sostenere le famiglie, soprattutto le più provate; 

per prenderci cura dei bambini, accompagnare i giovani, 

dare forza ai genitori e custodire gli anziani. 

Dona guarigione agli ammalati, pace eterna a chi muore. 

Indica ai governanti la via per decisioni sagge 

e appropriate alla gravità di quest’ora. 

Dona forza ai medici, agli infermieri, 

agli operatori sanitari, 

a chi si occupa dell’ordine pubblico e della sicurezza, 

affinché siano generosi, sensibili e perseveranti. 

Illumina i ricercatori scientifici, 

rendi acute le loro menti ed efficaci le loro ricerche. 

Lo Spirito del Risorto sostenga la nostra speranza. 

Per la forza del suo Amore, o Padre, 

rendi ciascuno artigiano di giustizia, 

di solidarietà e di pace, esperto di umanità. 

Donaci il gusto dell’essenziale, del bello e del bene, 

e i gesti di tutti profumino di carità fraterna 

per essere testimoni del Vangelo della gioia, 

fino al giorno in cui ci introdurrai, 

con la beata Vergine Maria, san Giuseppe e tutti i santi, 

al banchetto eterno del Regno. 

Amen. 

Vite intrecciate – Veglia di preghiera per i missionari martiri

Mercoledì 24 marzo si celebra la ventinovesima Giornata dei missionari martiri. Nella stessa data, 41 anni fa, monsignor Oscar Romero, arcivescovo di San Salvador, veniva assassinato per le sue denunce contro le violenze della dittatura militare nel Paese.

Da allora, in questa data, si ricordano le donne e gli uomini sparsi in tutto il mondo che rimangono fedeli al messaggio evangelico di pace e giustizia fino all’ultimo istante di vita.

Nel canale YouTube della diocesi di Padova e in quello del CMD (Centro Missionario Diocesano) dalle ore 20.30 di martedì 23 marzo sarà disponibile una Veglia di preghiera preparata dai Centri missionari del Triveneto in collaborazione con il CUM e Luci del mondo. La Veglia sarà trasmessa alla stessa ora anche da TeleChiara e Radio Oreb. Saranno ricordati anche due missionari martiri padovani: don Ruggero Ruvoletto, assassinato nel 2009 a Manaus, Brasile (originario di Galta) e la saveriana suor Bernardetta Boggian, trucidata in Burundi nel 2014 (originaria di Ospedaletto Euganeo).

Materiale per la celebrazione e l’animazione a livello locale di questa giornata si trova a questo LINK.

Scarica la locandina Vite intrecciate

 

Canale youtube 16 marzo 2021

I notturni dell’ascolto

Il Settore apostolato biblico (Sab) della Diocesi di Padova propone, in collaborazione con Casa Madonnina di Fiesso d’Artico, quattro “coppie” di appuntamenti serali – al venerdì e sabato – da marzo a giugno 2021 per «accompagnare la vita di questi mesi, dall’inizio della primavera all’inizio dell’estate – spiega Giuseppe Casarin, coordinatore del Sab – perché la distanza fisica non estingua il bisogno di relazione e tenga vivo il desiderio che ogni autentica ripartenza, individuale e collettiva, si fondi sulla Parola di Dio che non passerà mai».

Perché una proposta “notturna”? Racconta il Vangelo di Giovanni che l’anziano Nicodemo, uno dei maestri di Israele, andò da Gesù di notte per incontrarlo e dialogare con lui. Da questo incontro notturno Nicodemo inizierà un percorso di cambiamento e di trasformazione, fino a diventare un discepolo silenzioso e coraggioso di Gesù.

«La storia di questo personaggio – sottolinea Casarin – ha acceso l’idea di proporre “I notturni dell’ascolto”, per invitare giovani e adulti all’ascolto della Parola biblica, “la lampada per i nostri passi e la luce sul cammino della vita” in un tempo di crisi mondiale causata dal Covid 19. Vorremmo aprire la Bibbia per cercare quelle parole che possono illuminare il momento che viviamo, ma che ci aiutino anche a immaginare il “dopo”».

Sono quattro le parole che “I notturni dell’ascolto” intendono approfondire: verità, relazione, novità, cura. Ciascuna parola viene affidata, come primo passo, all’approfondimento di una guida biblica che dialoga con le Sacre Scritture per mostrarne i significati esistenziali e spirituali e i suoi risvolti attuali. Segue un secondo passo in cui la stessa parola viene riletta e commentata, con l’aiuto di esperti, in una chiave artistica, letteraria e musicale».

I notturni dell’ascolto – Locandina
I notturni dell’ascolto – 26 e 27 marzo 2021

 

L’esperienza di don Marco Galante nel video “Vide e si fermò”

Tra le storie di sacerdoti raccontate su www.insiemeaisacerdoti.it c’è ora anche don Marco Galante, prete diocesano, amministratore parrocchiale di quattro parrocchie ai piedi dei Colli Euganea e cappellano del Covid Hospital di Schiavonia, dove ha vissuto h24 l’intero mese di novembre, alleviando la solitudine dei malati e portando conforto agli operatori sanitari.

Annunciatori del Vangelo in Parole ed opere nell’Italia di oggi, promotori di progetti anti-crisi per famiglie, anziani e giovani in cerca di occupazione, in prima linea nella gestione dell’emergenza Covid 19, i sacerdoti diocesani (34 mila in Italia) si affidano alla comunità per essere liberi di servire tutti.

«Ogni Offerta è il segno concreto di questa vicinanza. Raggiunge tutti i sacerdoti, dal più lontano al nostro  – spiega il responsabile del Servizio promozione per il sostegno economico alla Chiesa cattolica, Massimo Monzio Compagnoni –Tanto più nel periodo difficile del Covid, in cui da mesi i preti diocesani continuano a tenere unite le comunità disperse, incoraggiano i più soli e non smettono di servire il numero crescente di nuovi poveri. Oggi più che mai i nostri sacerdoti sono annunciatori di speranza, ci incoraggiano a vivere affrontando le difficoltà con fede e generosità, rispondendo all’emergenza con la dedizione».

Le offerte sono lo strumento che permette a ogni fedele di contribuire, secondo un principio di corresponsabilità, al sostentamento di tutti i sacerdoti diocesani che assicurano una presenza costante in tutte le parrocchie per annunciare il Vangelo e supportare le comunità. Ogni offerta rappresenta dunque un importante segno di appartenenza e comunione.

Destinate all’Istituto centrale sostentamento clero, le offerte sono uno strumento perequativo e di solidarietà nazionale scaturito dalla revisione concordataria del 1984, per sostenere l’attività pastorale dei circa 34mila sacerdoti diocesani. Infatti da oltre 30 anni i sacerdoti non ricevono più uno stipendio dallo Stato, la congrua, ed è responsabilità di ogni fedele partecipare al loro sostentamento, anche attraverso questa modalità.

Don Marco Galante

Vicino ai malati fino alla fine e al fianco degli operatori sanitari per sostenerli spiritualmente nel loro difficile lavoro. Questa la delicata “missione” svolta da Don Marco Galante, 46 anni, amministratore di quattro parrocchie ai piedi dei Colli Euganei (San Giacomo, Ca’ Oddo, Schiavonia e Marendole) e da sei anni cappellano nel presidio di Monselice dell’Ulss 6 Euganea. Don Marco ha visto con i suoi occhi le conseguenze della pandemia, vivendo nell’ospedale di Schiavonia, primo Covid Hospital del Veneto e d’Italia, in provincia di Padova, dove il 21 febbraio 2020 morì la vittima numero uno del coronavirus.

«È stata un’esperienza dura, impegnativa – sottolinea don Marco Galante – A volte subentra anche un senso di impotenza, come quando un paziente ti chiede un po’ d’aria e non sai come aiutarlo».

La Chiesa di Padova si è sentita coinvolta dall’emergenza ed ha deciso di lanciare un segnale concreto chiedendo a don Marco di alleviare la solitudine dei malati, impossibilitati a ricevere visite, e di dare sostegno umano e spirituale al personale ospedaliero e medico. È stata una decisione presa dal vescovo Claudio Cipolla e annunciata durante l’omelia  della santa messa del 2 novembre 2020, celebrata al cimitero Maggiore di Padova

«Per indicare che i cristiani sono chiamati a servire la vita in tutti i suoi momenti, anche quelli della malattia, ho incaricato un prete della nostra Diocesi per una missione particolare: stare 24 ore su 24 presso l’ospedale di Schiavonia a disposizione degli ammalati di Covid, dei loro famigliari, degli operatori sanitari: un modo per annunciare il Vangelo della vita, un segno per invitare tutti a servire la vita e a testimoniare che Dio ama la vita, questa nostra vita umana anche nei suoi momenti più estremi».

Con il nome scritto con il pennarello sulle tute anti Covid, come medici ed operatori sanitari, don Marco ha vissuto, nel novembre 2020, all’interno dell’ospedale seguendo anche un corso di «vestizione» per apprendere il corretto utilizzo dei dispositivi di protezione in dotazione ai sanitari. Bardato con camice, calzari, cuffietta, visiera, guanti e mascherina ha fatto quotidianamente il giro dei malati colpiti dal virus per portare conforto e fiducia, sostenendo le famiglie di coloro che hanno perso i propri cari.

Don Marco ha raccontato la sua straordinaria esperienza umana a Giovanni Panozzo nel corto dal titolo “Vide e si fermò”, filmato della serie sulle vite e sulla missione dei sacerdoti.

«La prima medicina che somministro – spiega Don Marco – è quella della speranza. Spesso le persone ricoverate, soprattutto nei primi giorni, sono intimorite dalla malattia che non sanno come evolverà. Io le ascolto e prego con loro. Anche se, secondo i protocolli, la visita deve essere veloce vedo che, di solito, quando si comincia a pregare, le persone si rasserenano. Bisogna far sentire meno soli gli ammalati perché il virus isola molto. C’è proprio il desiderio di una parola di conforto, l’isolamento è un tempo in cui si può diventare tristi, impauriti, e la vicinanza di qualcuno aiuta a superare questi stati d’animo».

Dalla preghiera in corsia a quella in Chiesa. Nel pomeriggio il cappellano si è dedicato all’aspetto spirituale, celebrando la messa nella cappella del Covid Hospital, dotata di una telecamera che rimanda le immagini in diretta nelle televisioni a circuito chiuso poste ai piedi di ogni letto per consentire ai malati di pregare tutti insieme, senza che nessuno si debba spostare dalla propria stanza.

Due volte alla settimana ha officiato la messa per il personale e la sera, si è sempre collegato online con i fedeli delle sue quattro parrocchie, affidate provvisoriamente ad altri due sacerdoti, per far sentire loro la sua presenza e vicinanza.

Don Galante e altri 34 mila sacerdoti in tutta Italia hanno bisogno di essere aiutati nel compiere la loro missione attraverso un’offerta per il sostentamento dei sacerdoti. Direttamente dal sito www.insiemeaisacerdoti.it


Le offerte per i sacerdoti

Diverse da tutte le altre forme di contributo a favore della Chiesa cattolica, perché espressamente destinate al sostentamento dei preti diocesani, le offerte deducibili rappresentano un importante contributo alla vita di tutte le comunità italiane, oltre che della propria.

Dal proprio parroco al più lontano. Ogni fedele è chiamato a parteciparvi, a titolo personale o della propria famiglia. L’Offerta è nata come strumento di comunione tra sacerdoti e popolo di Dio e delle parrocchie tra loro. Per dare alle comunità più piccole gli stessi mezzi di quelle più popolose, nel quadro della ‘Chiesa-comunione’ delineata dal Concilio Vaticano II.

Nel 2019 sono state raccolte 84.699 Offerte, per un totale di 7.837.075 euro. Queste concorrono a rendere possibile la remunerazione mensile di quasi 34.000 sacerdoti di cui 30.664 sono a servizio delle 227 diocesi italiane, tra questi circa 400 sono stati impegnati nelle missioni nei Paesi del Terzo Mondo come fidei donum mentre 2.848, per ragioni di età o di salute, sono in previdenza integrativa.

Nel consuntivo relativo al 2019, il fabbisogno complessivo annuo per il sostentamento dei sacerdoti è ammontato a 525,5 milioni di euro lordi, comprensivi delle integrazioni nette mensili ai sacerdoti (12 l’anno), delle imposte Irpef, dei contributi previdenziali e assistenziali e del premio per l’assicurazione sanitaria.

A coprire il fabbisogno annuo provvedono: per il 16,7% in prima battuta gli stessi sacerdoti, grazie agli stipendi da loro percepiti (per esempio quali insegnanti di religione o per il servizio pastorale nelle carceri e negli ospedali); per il 7,5% dalle parrocchie presso cui prestano servizio (*). Il resto è assicurato per il 6,5% dalle rendite degli Istituti diocesani per il sostentamento del clero, per il 67,6% dalla CEI con una parte dei fondi derivanti dall’8xmille e l’1,7% attraverso le Offerte deducibili per il sostentamento del clero indirizzate all’Istituto Centrale Sostentamento Clero.

Ad oggi quindi le offerte coprono solo circa l’1,7% del fabbisogno e per remunerare i nostri sacerdoti diocesani bisogna ancora far riferimento all’8xmille. Nonostante questa piccola percentuale, sono espressione della corresponsabilità dei fedeli verso i sacerdoti.

I contributi versati, infatti, vengono inviati all’Istituto centrale sostentamento clero di Roma, che li distribuisce equamente tra i preti diocesani assicurando così una remunerazione mensile che va dai 903 euro netti al mese per un sacerdote appena ordinato, fino ai 1.405 euro per un vescovo ai limiti della pensione.

Il contributo è deducibile fino ad un massimo di 1.032,91 euro l’anno.

(*) Ogni sacerdote infatti può trattenere dalla cassa parrocchiale una piccola cifra (quota capitaria) per il suo sostentamento, pari a circa 7 centesimi al mese per abitante. In questo modo, nella maggior parte delle parrocchie italiane, che contano meno di 5 mila abitanti, ai parroci mancherebbe il necessario. Le offerte vengono allora in aiuto alla quota capitaria: comportano un piccolo esborso ma indicano una scelta di vita ecclesiale.





LEGAMI SPEZZATI

il tempo che stiamo vivendo ancora non permette di poterci incontrare e vivere in presenza i nostri appuntamenti dell’itinerario Legami spezzati. Il desiderio di rivederci e di non perderci di vista ci spinge quindi all’organizzazione di un incontro telematico. Avremmo perciò fissato per
lunedì 22 marzo 2021  dalle ore 20.55 alle 22.00  un incontro sulla piattaforma Zoom

per salutarci e vivere un momento di preghiera insieme. Ci piacerebbe iniziare l’incontro con una parola espressa da ciascuno di noi che esprima quanto ha finora caratterizzato il nostro cammino di Quaresima motivando brevemente la scelta fatta, dandoci al massimo un minuto a testa.

Chi è interessato può richiedere il link d’accesso alla piattaforma, chiamando od inviando un email a: ufficiofamiglia@diocesipadova.it  o  telefonando all’ufficio 049.8771712, dal lunedi al venerdì dalle 9,30 alle 13,00

Concorso Quaresima 2021

Come forse avrete già visto sull’ultima pagina del sussidio quaresimale “Fratelli tutti, la musica del Vangelo”, l’Ufficio Missionario diocesano propone un concorso per l’elaborazione originale di un disegno, una storia, una poesia, una musica, un video, una foto per raccontare cosa significa essere fratelli tutti.

Attraverso il percorso proposto attorno all’enciclica “Fratelli Tutti” di papa Francesco, il sussidio cerca di mettere in ascolto dell’altro e della sua musica.

Il Vangelo e le riflessioni, lo strumento musicale e il coro, il canto della natura, i testimoni e gli episodi della loro vita raccontati con un fumetto sono tutte modalità per entrare nella “Fratelli tutti”, ma cosa significa questa espressione per bambine, bambini, ragazzi e ragazze fra i 6 e i 14 anni?

Questo concorso intende chiederlo alla loro fantasia.

Al di là del premio finale, siamo certi che ce ne sarà uno per tutti noi adulti: la creatività di chi parteciperà potrà rinnovare la nostra immaginazione, ci porrà degli interrogativi, sarà materiale per sviluppare altri modi di stare al fianco e in ascolto dei più piccoli.

Con il vostro aiuto potremo avere una maggior partecipazione e la ricchezza dei vari elaborati sarà senz’altro preziosa.

Le modalità di partecipazione le potete trovare nel sito: https://quaresimadifraternita.it

Equipe del centro missionario diocesano

Zona rossa e indicazioni per i servizi Caritas nel territorio

Con l’entrata in vigore della zona rossa per la Regione Veneto, la direzione della Caritas diocesana offre alcune indicazioni per le specifiche attività caritative.

In linea generale

Poiché quasi tutti i servizi Caritas/CdAV si svolgono in locali della parrocchia, per poter svolgere l’attività accedendo ai locali sarà necessario l’accordo del parroco e qualora il parroco abbia predisposto accorgimenti ancor più restrittivi di quanto sotto descritto, sarà necessario attenersi alle sue indicazioni. Nello specifico, se i volontari lo decidono liberamente e sono nelle condizioni psicologiche e/o fisiche di operare, lo facciano secondo le indicazioni seguenti.

Centri di ascolto vicariali e parrocchiali

  • Le équipe e/o gli incontri di gruppo tra volontari siano svolti il più possibile tramite zoom o strumenti analoghi.
  • Gli ascolti siano telefonici. I colloqui non sono vietati, ma siano ridotti a quelli strettamente necessari e si svolgano su prenotazione. Si suggerisce di scegliere luoghi all’aperto o pubblici come la chiesa. In ogni caso devono essere utilizzati i mezzi di protezione personali e devono essere rispettate le distanze minime.
  • Qualora gli incontri siano fatti in locali parrocchiali diversi dalla chiesa (siano di équipe o di ascolto con i beneficiari) occorre tenere la tracciabilità di chi era presente e un contatto di reperibilità. Il coordinatore del servizio predisponga i moduli e la loro conservazione.
  • Se si dovessero fare degli spostamenti a favore dei beneficiari è consigliato viaggiare muniti di dichiarazione del Ministero dell’Interno già compilata e lettera della parrocchia.

Caritas vicariali e parrocchiali

  • Coordinamenti, riunioni e incontri avvengano il più possibile, se non esclusivamente, tramite zoom o canale analogo.
  • Le distribuzioni di generi alimentari prevedano il ritiro del bene da parte dei beneficiari ovvero la consegna a casa con l’aiuto di volontari. preferibilmente giovani. Nella consegna a domicilio si lasci il bene sulla porta e si mantengano le distanze di sicurezza.
  • In caso di ritiro da parte dei beneficiari si organizzi l’afflusso degli stessi attraverso forme di prenotazione o scaglionamento degli orari. Per la consegna in luogo chiuso, con permanenza dei beneficiari nello stesso, occorre tenere la tracciabilità di chi era presente e un contatto di reperibilità. Si preferisca, dunque, la consegna all’esterno ove e quando possibile.
  • La distribuzione del vestiario è tra i servizi più a rischio, sia per il ritiro degli indumenti, sia per la loro igienizzazione e il maneggiamento da parte dei volontari: si valuti seriamente la sospensione del servizio.

Per altre indicazioni, restano a disposizione gli uffici di Caritas diocesana e il sito: www.caritas.diocesipadova.it

Disposizioni per zona rossa 15 marzo – 6 aprile 2021

Nel momento in cui la presente Nota viene preparata, non sono ancora disponibili i testi ufficiali del Ministero della Salute e della Regione Veneto. In ogni caso, il Veneto viene inserito nelle «aree del territorio nazionale caratterizzate da uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto», le cosiddette “zone rosse”, a partire dal lunedì 15 marzo e fino al 6 aprile prossimo.

A partire da questo fatto, sono consentite le celebrazioni dell’Eucaristia nella più stretta osservanza delle indicazioni tante volte ricordate. Sono consentite le celebrazioni del Compimento dei sacramenti (Cresima ed Eucaristia). Vista la particolare situazione, è bene che il parroco faccia discernimento con la comunità cristiana (specialmente con il Consiglio pastorale o i catechisti) circa l’opportunità di celebrare i sacramenti programmati o se rinviarli ad altro periodo, soprattutto se si trattasse di numeri consistenti. Venga comunque data a ciascuna famiglia la possibilità di celebrare il sacramento in un altro momento.

Sono sospese le attività pastorali che comportino incontri «in presenza» (catechesi, preparazione ai sacramenti, organismi di comunione, gruppi formativi, incontri del clero).[1] Qualora lo si ritenga opportuno e utile, per la formazione si potranno usare soltanto modalità «in remoto», sussidi per la preghiera e la catechesi in famiglia, oppure la partecipazione alla messa feriale (anche per quanti si preparano al Compimento dei sacramenti).

Sono sospesi il pio esercizio della Via Crucis e del rosario comunitario, suggerendo si facciano in forma individuale. Restano possibili le Quarantore, se lasciate alla preghiera individuale, senza processioni o altre modalità di convocazione.

Qualora previsto in parrocchia e col consenso dell’Ordinario, è consentito il Rito della riconciliazione con confessione e assoluzione generale.

Per quanto riguarda gli spostamenti, questi dovranno essere sempre accompagnati dall’autocertificazione:[2]

  • I presbiteri e i diaconi, se sottoposti a controllo da parte delle Forze di polizia negli spostamenti legati al loro Ministero, potranno esibire l’autocertificazione in cui dichiarano nella causale «comprovate esigenze lavorative».
  • I fedeli, se sottoposti a controllo da parte delle Forze di polizia nello spostamento tra la loro abitazione e la chiesa e viceversa, potranno esibire l’autodichiarazione in cui dichiarano nella causale «situazione di necessità». È necessario che i fedeli si rechino solo in una chiesa nelle vicinanze della propria abitazione o nella stessa unità pastorale o almeno nel proprio comune. La Circolare del Ministero dell’Interno del 7 novembre 2020, confermata da quella del 6 marzo 2021, ha precisato che i luoghi di culto dove ci si può recare per una visita o per la partecipazione a una celebrazione «dovranno ragionevolmente essere individuati fra quelli più vicini». Si scoraggino, pertanto, e non si giustifichino gli spostamenti per le celebrazioni che non rispondono a questo criterio e fossero invece dovuti a considerazioni e gusti personali.
  • I genitori di catecumeni, comunicandi o cresimandi, nonché i nubendi se sottoposti a controllo da parte delle Forze di polizia nello spostamento tra la loro abitazione e la chiesa e viceversa, potranno esibire l’autodichiarazione in cui dichiarano nella causale «situazione di necessità».
  • I padrini o le madrine di Battesimo o di Cresima così come i testimoni di un matrimonio possono raggiungere il luogo della celebrazione se abitano all’interno della Regione Veneto.[3] Se sottoposti a controllo da parte delle Forze di polizia nello spostamento tra la propria abitazione e la chiesa e viceversa, potranno esibire l’autodichiarazione in cui dichiarano nella causale «situazione di necessità».
  • Quanti svolgono un servizio gratuito all’attività istituzionale della parrocchia (organisti, coristi, sacristi, segretari, operatori Caritas, liturgia …), se sottoposti a controllo da parte delle Forze di polizia nel tragitto tra la propria abitazione e la chiesa e viceversa, potranno esibire l’autocertificazione in cui si dichiara nella causale l’espletamento del servizio di volontariato in Parrocchia.
  • I dipendenti dell’attività istituzionale delle parrocchie (come organisti, sacristi o segretari) possono raggiungere il luogo di lavoro indicando nella causale dell’autodichiarazione le «comprovate esigenze lavorative».[4]

Sono sospese le visite ai malati dei Ministri straordinari della Comunione. I presbiteri potranno rendersi disponibili in caso di situazioni gravi e laddove richiesti per la Confessione, l’Unzione e il Viatico con le modalità di precauzione più volte ricordate. Per portare la Comunione ai malati che da lungo tempo non possono frequentare la chiesa, i parroci, valutandone l’opportunità, possono affidare questo compito a un parente fidato, conosciuto e che viva assieme al malato.

In merito ai funerali, una FAQ pubblicata sul sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri precisa che «la partecipazione a funerali di parenti stretti (per tali potendosi ragionevolmente ritenere almeno quelli fino entro il secondo grado) o di unico parente rimasto, sempre nel rispetto di tutte le misure di prevenzione e sicurezza, costituisce causa di necessità per spostamenti, anche tra aree territoriali a diverso rischio e con discipline differenziate per il contrasto e il contenimento dell’emergenza da Covid-19».

Gli Uffici di Curia, i Vicari episcopali e i Direttori di Ufficio sono raggiungibili soltanto su appuntamento.

Per altre informazioni relative alla Settimana Santa, saranno date ulteriori notizie in considerazione del mutare delle circostanze e delle disposizioni nazionali.


[1] Saranno on line anche il Consiglio presbiterale e l’incontro dei Vicari foranei previsti da calendario i giorni 18 e 24 marzo.

[2] L’art. 40 del DPCM 2 marzo 2021 vieta gli spostamenti in entrata, in uscita e all’interno delle “zone rosse” se non giustificati da specifiche motivazioni, tra cui le comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. La Circolare del Ministero dell’Interno del 7 novembre 2020 ha precisato che «le limitazioni alla mobilità non si riflettono sull’esercizio di attività consentite in base ad altre disposizioni del provvedimento e non espressamente oggetto di restrizioni in forza di specifiche disposizioni contenute nell’art. 3». Le FAQ del Governo sulla zona rossa precisano che «Possono essere altresì raggiunti i luoghi di culto in occasione degli spostamenti comunque consentiti, cioè quelli determinati da comprovate esigenze lavorative o da necessità, e che si trovino lungo il percorso già previsto, in modo che, in caso di controllo da parte delle forze dell’ordine, si possa esibire o rendere la autodichiarazione prevista per lo spostamento lavorativo o di necessità». Il Capo V del DPCM 2 marzo 2021 non vieta le celebrazioni e precisa all’art. 39 che per quanto non disposto diversamente trova applicazione quanto stabilito dal Capo III dello stesso DPCM.

[3] Qualora sorgessero particolari difficoltà in merito ai confini regionali, si contatti l’Ufficio per la liturgia.

[4] Il Codice ATECO dell’attività istituzionale delle Parrocchie è 94.91 ed esso non è compreso tra le attività vietate in zona rossa dal DPCM del 2 marzo 2021.

Autorcertificazione FEDELI
Autocertificazione PADRINI MADRINE TESTIMONI
Autocertificazione PERSONALE RETRIBUITO
Autocertificazione SACERDOTI
Autocertificazione VOLONTARI