A Padova si vota

Nel luglio dell’anno scorso la Giunta comunale di Padova aveva approvato il nuovo regolamento per la rappresentanza delle cittadine e dei cittadini stranieri, ed ora il progetto si concretizza. Dal 14 maggio con le candidature, fino alle votazioni che si terranno dal 14 giugno al 14 luglio negli spazi appositamente adibiti nei Quartieri, i circa 20 mila cittadini stranieri che hanno diritto di voto sono mobilitati.

La Commissione avrà la durata di cinque anni, ed è un organo consultivo del Sindaco, della Giunta, del Consiglio Comunale, delle Commissioni consiliari e delle Consulte di Quartiere. Ad essi la Commissione può presentare pareri sulle proposte di deliberazione e sottoporre proprie proposte su tutto ciò che riguarda la vita amministrativa di Padova.

Il regolamento prevede che il o la presidente o vicepresidente della Commissione partecipi alle sedute del Consiglio comunale con facoltà di parola, ma senza diritto di voto, sugli argomenti iscritti all’ordine del giorno.

 

Papa Francesco dona i vaccini ai rifugiati

È successo già nel mese di aprile, ma i gesti significativi è bene metterli in rilievo. È capitato che in Vaticano Papa Francesco ha dato disposizione per vaccinare contro il covid un gruppo di rifugiati. Un segno di vicinanza agli ultimi, a coloro che la pandemia ha reso invisibili e per questo più fragili e più esposti al rischio di ammalarsi.

Il Centro Astalli, che si occupa di Rifugiati, ha per questo chiesto alle istituzioni italiane di moltiplicare il gesto del Pontefice e inserire nella strategia nazionale per le vaccinazioni i senza fissa dimora, i migranti che vivono in insediamenti spontanei e nei centri di accoglienza.

 

È mancato a Petropolis (Brasile) don Francesco Montemezzo

La sera di giovedì 6 maggio 2021 è mancato a Petropolis don Francesco Montemezzo, originario di Bastia di Rovolon. La sua è stata una vita spesa in missione, prima in Ecuador e successivamente in Brasile. Era nato il 13 luglio 1937 e venne ordinato l’8 luglio 1962. L’anno successivo inizia la sua esperienza come missionario fidei donum nel vicariato apostolico di Nato, in Ecuador, in appoggio ai padri Giuseppini. Don Francesco è nel gruppo dei primi tre missionari che aprirono la missione diocesana in queste terre. Rimane in Ecuador fino al 1974, prima a Baeza e poi ad Archidona, grandissima area amazzonica con 10mila Indios, aiutato dal 1972 dal don Tarcisio Marin. Nel 1975, dopo un periodo di riposo, il vescovo Girolamo Bortignon lo destina al Brasile, dove ha speso il reto della sua intensa vita.

Il funerale si svolgerà questa sera – venerdì 7 maggio – alle ore 20 (ora brasiliana) nella cattedrale di Petropolis e verrà celebrato dal vescovo locale mons. Gregorio  (Leozírio) Paixão Neto, osb. e concelebrato dal vescovo emerito di Barra do Piraì -Volta Redonda, il padovano mons. Francesco Biasin, che leggerà la lettera che il vescovo Claudio ha indirizzato al vescovo Gregorio e alla Chiesa di Petropolis non appena appresa la notizia della morte di don Montemezzo.

Una messa di suffragio per don Francesco Montemezzo sarà celebrata dal vescovo Claudio giovedì 13 maggio alle ore 16.30 a Bastia di Rovolon.


Di seguito il messaggio inviato dal vescovo Claudio Cipolla:

Al Vescovo Gregorio e alla Chiesa di Petropolis

Ho appreso della morte di don Francesco e a nome della nostra Chiesa di padova esprimo la vicinanza alla vostra sofferenza. Da tempo sapevamo della sua precaria salute e questo momento doloroso era prevedibile anche se speravamo di allontanarlo il più possibile, tanto che era mia intenzione venire a trovarlo in occasione della mia visita in Brasile a luglio. 

Invece la morte lo ha colto in questo tempo di Pasqua che ci aiuta ad aprire il nostro sguardo alla certezza di una vita che non finisce: è nelle mani di Dio che noi consegnamo don Francesco, così come Gesù ha consegnato se stesso al Padre. 

Fraternamente vogliamo rinnovare l’annuncio pasquale: il Signore è risorto, alleluja!

In questa occasione voglio anche ringraziare tutta la Chiesa e ogni cristiano di Petropolis, in particolare il vescovo Gregorio, la comunità del Seminario e il suo rettore, per il tanto amore con cui lo avete seguito e curato in questo tempo di malattia e per la stima, l’affetto, l’accoglienza che gli avete sempre dimostrato e che lo hanno accompagnato a crescere nella testimonianza di discepolo del Vangelo: siete cresciuti insieme nella fede e nella carità. Anche Francesco era molto felice di stare con voi e vi voleva molto bene. Grazie quindi per quello che avete fatto con lui e per lui. Da parte nostra siamo contenti di avervi fatto il dono della sua presenza e presentandolo al Signore con le mani piene di bene, pregate anche per noi. Don Francesco ha dedicato tutto il suo ministero presbiterale alla missione ad gentes, in Ecuador prima e poi in Brasile, con voi e tra voi. In questo cooperazione fra chiese sorelle abbiamo dato e ricevuto, maturando in ecclesialità.

Un ricordo nella preghiera anche per i familiari di don Francesco, specialmente il fratello Sergio, ancora in vita; ed ai parrocchiani di Bastia suo paese natale. Essi sempre lo hanno ben voluto e sostenuto nella sua vocazione missionaria.

+ vescovo Claudio


Notizia in aggiornamento

Preghiera dei semplici Valore inestimabile

In Italia, ma non solo, esistono centinaia di santuari grandi e piccoli, più o meno noti, sorti per celebrare un’apparizione, un santo, un qualche evento miracoloso. Non so quanti li conoscano, e quanti ne abbiamo visitato almeno uno nella loro vita. Spesso, in questi luoghi, c’è una parte – può essere una parete, o una cappella, o una sala a parte – destinata ai cosiddetti ex voto, generalmente oggetti, o disegni, o scritti che parlano di una grazia ricevuta. Ancora una volta non so quanti ci abbiano fatto veramente attenzione, so invece che tante volte mi è capitato di vedere altri visitatori, come me, scorrere frettolosamente, spesso con un sorrisetto al lato della bocca, quelle parate di ex voto. Quasi fossero retaggio d’altri tempi, di un passato che oggi non è più, quando invece quegli oggetti, quei disegni, quegli scritti sono e restano per sempre la testimonianza di una fede semplice, spontanea, senza tante sovrastrutture, sempre uguale da secoli.
Lo stesso succede anche con la cosiddetta preghiera “vocale”, che per tanti, persone semplici, o anziani, non è un recitare a pappagallo formule antiche, sempre le stesse e senza intonazione, ma preghiera vera. Papa Francesco è tornato a ricordarcelo due mercoledì fa, ammonendo sul fatto che «tutti dovremmo avere l’umiltà di certi anziani che, in chiesa, forse perché ormai il loro udito non è più fine, recitano a mezza voce le preghiere che hanno imparato da bambini, riempiendo la navata di bisbigli». Una preghiera che «non disturba il silenzio, ma testimonia la fedeltà al dovere dell’orazione, praticata per tutta una vita, senza venire mai meno. Questi oranti dalla preghiera umile sono spesso i grandi intercessori delle parrocchie: sono le querce che di anno in anno allargano le fronde, per offrire ombra al maggior numero di persone. Solo Dio sa quando e quanto il loro cuore fosse unito a quelle preghiere recitate: sicuramente anche queste persone hanno dovuto affrontare notti e momenti di vuoto. Però alla preghiera vocale si può restare sempre fedeli. È come un’àncora, aggrapparsi alla corda per restare lì fedeli, passi quel che passi. Abbiamo tutti da imparare dalla costanza di quel pellegrino russo, di cui parla una celebre opera di spiritualità, il quale ha appreso l’arte della preghiera ripetendo per infinite volte la stessa invocazione: “Gesù, Cristo, Figlio di Dio, Signore, abbi pietà di noi, peccatori!”. Ripeteva solo questo. Se arriveranno grazie nella sua vita, se l’orazione si farà un giorno caldissima tanto da percepire la presenza del Regno qui in mezzo a noi, se il suo sguardo si trasformerà fino ad essere come quello di un bambino, è perché ha insistito nella recita di una semplice giaculatoria cristiana. Alla fine, essa diventa parte del suo respiro. È bella la storia del pellegrino russo, è un libro a portata di mano di tutti, vi consiglio di leggerlo, vi aiuterà a capire cosa è la preghiera vocale. Dunque, non dobbiamo disprezzare la preghiera vocale: “Cose per i bambini, per la gente ignorante, io sto cercando la preghiera mentale, la meditazione, il vuoto interiore perché venga Dio”… per favore. Non cadere nella superbia di disprezzare la preghiera vocale, la preghiera dei semplici, quella che ci ha insegnato Gesù: “Padre nostro, che sei nei cieli…”».
Il libro di cui Bergoglio ha suggerito la lettera si intitola “Racconti di un pellegrino russo”, scritto a metà dell’Ottocento da Nemytov, probabilmente un contadino russo del quale non si sa nulla o quasi. Il libro non ha molte pagine, e si legge facilmente. Davvero varrebbe la pena leggerlo.

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INCONTRO TESTIMONIANZA

Sabato 15 Maggio 2021 ore 20.00 presso il DUOMO di MONSELICE,

ingresso libero,

per info 3299280790

Incontro/testimonianza con Costanza Miriano

Giornalista Rai Vaticano scrittrice e blogger

Niente di ciò che soffri andrà perduto.

Arrivi a un punto della vita in cui ti sembra che i giochi siano fatti, che nulla possa più migliorare, che tutto sia andato storto, che non sia ciò che avevi sognato.

Quello è il tuo matrimonio, quello è il tuo lavoro, quelli i tuoi figli, quella, insomma, è la tua realtà, e vorresti solo scappare via.

E invece no. È proprio nel momento del dolore e della delusione più nera che avviene l’incontro più bello, un incontro che indica la strada della salvezza, per noi e per chi ci sta vicino, e che ci insegna a non fuggire dalla fatica di vivere, ma a benedirla come un dono.

Costanza Miriano, scrittrice che non teme di andare contro le idee correnti, racconta esperienze di sofferenza e di bellezza.

Con la sua leggerezza nell’affrontare i temi più duri dell’esistenza, ci offre una raccolta di storie morali a lieto fine: dalle ferite che si nascondono in un matrimonio alle umiliazioni dell’adulterio, dalle mortificazioni che accompagnano la povertà fino al dramma delle malattie gravi, proprio quando sembra di avere toccato il fondo, nasce l’occasione per conciliarsi con il proprio destino e amare senza condizioni.

Festa della missione rinviata a sabato 12 giugno

Questo momento di festa ha una consolidata tradizione come occasione di incontro e saluto in cui rinsaldare le relazioni, in cui dire grazie ai missionari e ai loro familiari (vivi e defunti) e a tutte le persone che promuovono la missionarietà, oltre che accompagnare con la preghiera e l’amicizia i giovani di Viaggiare per condividere.

Per difficoltà organizzative ma soprattutto per prudenza e senso di responsabilità dovuto al particolare momento che stiamo vivendo, la Festa della missione è rinviata a sabato 12 giugno, alle ore 16.30, presso la chiesa della Parrocchia di SARMEOLA (quindi non più il 30 maggio).

La festa sarà “concentrata” nella celebrazione della S. Messa (festiva della vigilia), in cui comunque avremo modo di accogliere voci e volti dalla missione che porteranno una ventata di freschezza.

Successivamente, all’aperto negli spazi retrostanti alla chiesa, condivideremo un semplice brindisi-aperitivo, attenendoci con rigore alle previste misure di sicurezza anti Covid.

Prossimamente comunicheremo altri dettagli su questo appuntamento.

 

Ripensarsi come Chiesa che dà e riceve

Domenica 16 maggio 2021 alle ore 16.30 in Cattedrale ed in altre chiese della diocesi sarà celebrata la Santa Messa di indizione del Sinodo diocesano (in allegato la lettera del Vescovo Claudio alla Chiesa di Padova). Il Sinodo è senza dubbio un momento speciale in cui ripensarsi come Chiesa che ascolta e annuncia, che dà e riceve.

Riproponiamo sul tema un breve video estratto dal docufilm È la missione che fa la Chiesa” *. Attraverso la testimonianza diretta e concreta dei missionari riletta da teologi e biblisti si concentra sul senso della missione come reciprocità.

Così si esprime la teologa Serena Noceti:

«La sfida che si sta davanti è quella di ripensare la nostra identità, non come l’identità di ricchi che concedono briciole nei confronti dei poveri ma è quella di ripensarsi come Chiesa nella capacità di dare e di ricevere; è divino non soltanto amare e dare agli altri ma è divino avere la capacità di ricevere dall’altro e di riceversi attraverso le parole dell’altro, lo sguardo dell’altro».

* Docufilm prodotto dall’Ufficio missionario di Padova in collaborazione con Luci nel Mondo, a cura di Gaetano Borgo, Marco Sanavio, Paolo Annechini e Andrea Sperotti. 

Lettera del vescovo Claudio di indizione del Sinodo diocesano

Le radici del dono. L’opportunità di partecipare secondo i giovani padovani di The Economy of Francesco

Spesso si associa il fundraising alla mera attività donativa, con il rischio di perdere il suo valore più profondo, ovvero quello di offrire alle persone l’occasione di partecipare a un qualcosa di grande e sentirsi parte attiva di un progetto.

Leggi il servizio de La Difesa del popolo

 

Riaprono Museo diocesano – Battistero della Cattedrale – Multisala MPX

Riaprono in questi giorni alcune realtà culturali, chiuse da mesi, pronte ad accogliere il pubblico nel rispetto delle normative anti-Covid.

In particolare il Museo diocesano e il Battistero della Cattedrale hanno riaperto le porte al pubblico proprio in questa settimana, e possono essere visitati con i seguenti orari, anche tramite prenotazione on line (https://www.midaticket.it/eventi/diocesi-di-padova),

lunedì pomeriggio, ore 13.30-18.00

dal martedì al venerdì: ore 10.00-13.00 e 13.30-18.00

sabato e domenica: chiusi

Solo per il Battistero della Cattedrale sarà possibile prenotare e acquistare il biglietto on line anche per una visita nei giorni di sabato e domenica.

Il pubblico potrà tornare a fruire del circuito culturale ARTE IN PIAZZA DUOMO, che prevede la possibilità di visitare il Palazzo Vescovile con il Museo diocesano e il vicino Battistero della Cattedrale di Padova (con gli affreschi recentemente restaurati di Giusto de’ Menabuoi), anche con la bigliettazione unica e le agevolazioni per gruppi e famiglie.

All’interno del percorso museale sarà possibile inoltre intrecciare la mostra Giuseppe Tartini e la cultura musicale dell’Illuminismo, ideata dal dipartimento di Studi linguistici e letterari dell’Università di Padova per iniziativa e curatela del prof. Sergio Durante, con il supporto tecnico-organizzativo dell’Orchestra di Padova e del Veneto e ospitata in sala Barbarigo e ammirare la Chanukkià – lampada della tradizione ebraica – firmata da Antonio Recalcati, esposta nel Salone dei vescovi all’interno della mostra diffusa Una luce dirada l’oscurità proposta dal Museo della Padova ebraica, con alcune opere collocate in alcune sedi significative della città tra cui, appunto, il Museo diocesano.

L’accesso sarà contingentato, con mascherina e previa misurazione della temperatura.

Dopo oltre sei mesi di chiusura giovedì 6 maggio riaprono al pubblico anche le sale della Multisala Pio X di via Bonporti in Centro a Padova.

Una ripartenza di qualità con una prima visione nazionale del film del regista polacco Jan Comasa, Corpus Christi, già candidato agli Oscar come miglior film internazionale: un racconto che tocca i temi del perdono, della fede, della salvezza, con una trama ispirata a fatti realmente accaduti.

Altri film in programmazione sono Una classe per i ribelli, commedia francese Michel Leclerc, con spunti sui temi dell’integrazione e Mank di David Fincher, che porta sullo schermo il racconto della genesi di uno dei film più importanti di Hollywood, “Quarto potere” (“Citizen Kane”, 1941) di Orson Welles, opera nata dalla penna di Herman J. Mankiewicz (detto appunto Mank).

L’accesso alla sala cinematografica Mpx (che dispone di tre sale, la più grande da 550 posti) viene garantito per il 50% dei posti, nel rispetto dei protocolli anti-Covid; la mascherina dev’essere indossata sempre, per tutta la durata del film. I biglietti sono acquistabili sul posto, nella biglietteria interna.

Orari e programmazione sul sito multisalampx.it