XXVII Settimana Biblica

Ci proviamo ancora? Ci sarà risposta? Dopo 26 anni di presenza ininterrotta, basterà un anno vuoto per far perdere il ritmo? Prevarranno paura e stanchezza, o il desiderio di mettersi in ascolto insieme? Non vogliamo minimizzare la situazione che stiamo vivendo: di sicuro qualcuno dei partecipanti alle scorse Settimane bibliche si è ammalato, forse qualcuno ci ha lasciati. Ma proprio per questo abbiamo deciso di riprendere; leggeremo le lettere Pastorali e agli Efesini: ci trasmettono un volto di Chiesa che è corpo, in cui tutti contribuiscono a tenere in piedi la comunità; e poi sono Parola di Dio, che infonde coraggio e indica la via. Come dice un canto di P. Sequeri: «Luce in ogni cosa io non vedo ancora, ma la tua Parola mi rischiarerà». Per questo abbiamo deciso di riprendere la Settimana biblica: non solo come sfida da accettare, ma anche come dono da ricevere.

Per facilitare la presenza ci sarà anche la possibilità di seguire online, per chi non può o non se la sente di salire sui colli. Sapendo che per tutti sono stati mesi difficili, pur avendo quest’anno più spese abbiamo deciso di non aumentare l’iscrizione. Vuoi aiutarci anche economicamente? Ci sono due soluzioni: la prima è iscriverti come “sostenitore”, versando – se puoi – qualcosa in più… La seconda è: porta un amico, un’amica; così le spese saranno ripartite e il dono condiviso!

 

Albo dei fedeli servitori. Grazie a chi rende possibile la vita della Chiesa

Nella solennità di san Prosdocimo, lo scorso anno, è stato consegnato un segno di gratitudine a 31 laiche e laici che si sono spesi con dedizione nella Chiesa. Il vescovo invita le parrocchie a individuarne altri.

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Up Guizza. Relazione e integrazione per la proposta

Sono le due parole chiave della proposta per 15-18enni promossa dall’up alla Guizza con l’associazione Trein de vie nei parchi del quartiere.

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Festa di sant’Antonio: l’omelia del vescovo Claudio

Fragilità e carità sono due parole che hanno caratterizzato maggiormente il cammino pastorale della nostra Chiesa diocesana durante questo ultimo anno contrassegnato dal Covid 19. Questo tempo di Pandemia ci ha portati ad incarnare la carità di cui ci parla il Vangelo nell’esperienza della debolezza.   

Domandando oggi l’intercessione di Sant’Antonio, vogliamo testimoniare la carità di Dio nel tempo della nostra personale e collettiva fragilità. Volentieri la condividiamo anche con i tanti pellegrini e con quanti ci seguono grazie ai mezzi di comunicazione.

Quest’anno le fragilità creaturali e umane sono state esperienza comune, di tutta l’umanità. Il Covid ha condizionato e limitato la nostra libertà, la nostra economia, la nostra organizzazione sociale. Ha messo in crisi famiglie e posti di lavoro, ha spezzato affetti e interrotto collaborazioni, sta acuendo diseguaglianze sociali, e ha mietuto vittime ovunque: oltre 100 mila morti in più qui Italia, mentre in Europa sono 1.163.000 e nel mondo le vittime finora accertate sono 3.800.000.

È accaduto in Italia come anche in Brasile (dove ci sono 5 nostri presbiteri e molti altri missionari padovani) e negli altri paesi dell’America del Sud; in India, dove sono ora due religiosi che prestano servizio presso la Chiesa dei Servi, e in tutto il continente asiatico; in Etiopia e in Kenya, dove abbiamo nostre fraterne presenze con 5 fidei donum diocesani, e in tutta l’Africa. Sono legami di fraternità consolidati e non potevamo, e non possiamo, non sentirci uniti nel momento della difficoltà. Da questi legami il nostro sguardo si apre a tutto il mondo, senza limiti di fede, di etnia, di storia: ovunque e tutti nel mondo siamo stati colpiti. Siamo stati uniti in una sola umanità. Il nostro è un mondo fragile.

Si sono aperti i nostri occhi e abbiamo potuto riflettere sull’ambiente, sulla casa comune (La “Laudato sii” ha anticipato alcune importanti sensibilità); Papa Francesco inoltre ha spronato il mondo intero alla fraternità universale con l’enciclica “Fratelli Tutti” parlando di imprescindibili relazioni di fraternità tra persone, tra famiglie, tra Paesi; fraternità tra credenti di tutte le religioni per il bene dell’uomo, di ogni uomo e donna, e del Creato. Su queste piste è bella la vicinanza di molti giovani.

Anche nelle parrocchie, spazi privilegiati di prossimità indifferenziata e gratuita, si è parlato questo linguaggio. Esse sono state il segno concreto, visibile della vicinanza del Signore Gesù e della consolazione del Vangelo offerta a tutti. Noi cristiani siamo stati invitati ad essere immagini del suo sostegno rivolgendo la nostra attenzione alle fragilità della porta accanto, educandoci ad uno stile di “buon vicinato”. Chiunque partecipa dell’Eucaristia domenicale è un missionario, mandato dal Signore e dalla Chiesa ad ascoltare le sofferenze, le angosce, le preoccupazioni e i drammi che attraversano la vita.

Anche noi – anch’io – infatti abbiamo avuto preoccupazioni e paura, soprattutto per le persone a cui vogliamo bene, e ci siamo impegnati ad adottare tutte le precauzioni suggerite dal buon senso e dalle leggi per non essere causa di contagio. Da questa esperienza però abbiamo maturato sensibilità e sintonia per le lacrime e le ferite di ogni persona.

Anziani, ammalati, disoccupati, migranti, giovani, adolescenti hanno rappresentato la fragilità di tutta la comunità umana.

Con la preghiera di tutte le comunità cristiane da voi rappresentate, chiediamo ora che su questa povertà, su queste piaghe, sui cuori spezzati, sulle schiavitù, sulle prigionie scenda – per l’intercessione di sant’Antonio – la misericordia del Signore e si manifesti la potenza della sua carità.

Proprio in forza della nostra fragilità, ci rivolgiamo al Signore Gesù perché lui intervenga e agisca: la sua carità è più grande di ogni nostra sofferenza e paura.

È nella fragilità che il nostro cuore, nel suo profondo, si apre alla verità, rappacificandoci con la nostra dimensione creaturale e ponendoci nei confronti del Creatore con umile atteggiamento di fiducia e di preghiera. Come creature lodiamo il Creatore dal quale ancora una volta accettiamo di avere in consegna la terra e le sue creature, perché con il dono e la responsabilità dell’intelligenza e della libertà siano custodite. E così possiamo cantare con san Francesco e sant’Antonio: “Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature”. A questa relazione ci affidiamo contenti, e non umiliati, di fare appello a chi è più grande di noi.

Anche il nostro pellegrinaggio, le preghiere che oggi innalziamo, le speranze che alimentiamo sono passi, voce e sentimenti di tutta una Chiesa che, a nome dei suoi fratelli e delle sue sorelle in umanità, invoca la potenza del Signore ed invita a guardare a lui, a guardare in alto perché al Signore appartengono i cieli e la terra, perché sua è la potenza e la gloria nei secoli. 

La nostra presenza è quindi testimonianza di fede, annuncio della potenza del Signore Gesù, il Risorto, anche sul male, su ogni male: questa fede è la beatitudine dei poveri e la consolazione di quanti disperano.

Gesù con la potenza stessa di Dio, con il dito di Dio dice una preghiera, passa e guarisce tutti: storpi, ciechi, lebbrosi, paralitici, indemoniati… perfino i morti vengono risuscitati da Gesù, come ha fatto ad esempio per Lazzaro o per il figlio della vedova di Naim.

Una grande potenza usciva da lui e tutti restavano meravigliati. È la potenza dell’amore, è il potere della carità di Dio. Con questa forza divina, spirituale, quella dell’amore di Gesù, affrontiamo la Pandemia e affrontiamo le sue devastanti conseguenze sociali, evangelizziamo la storia e la creazione con le loro fragilità.

In nome della potenza e della vittoria di Gesù, noi cristiani, ci presenteremo volontariamente e gratuitamente per ricostruire le distruzioni sociali e spirituali del Covid 19. Saremo in prima fila, come Gesù, per proseguire la sua opera di carità, per dare speranza, per attivare coraggio. E anche per liberare da visioni miopi che guardano soltanto al proprio interesse privato, familiare, sociale, politico; per superare il fascino dell’egoismo orientato al proprio divertimento e alla propria prosperità; per guarire dalla tentazione di sfruttare la terra e l’ambiente o di trascurare e dimenticare i poveri. Non c’è guarigione se la potenza dell’amore del Signore non ci raggiunge e se la sua carità non diventa anima del nostro operare. 

I 72 discepoli che Gesù manda sono invitati a proseguire la sua opera. Così ha fatto Sant’Antonio, così hanno fatto tanti cristiani nei secoli, così siamo chiamati a fare noi: diffondere con l’aiuto di Gesù il potere della carità nel tempo della fragilità degli uomini. Tra tutti, abbiamo la gioia di incontrare oggi, a pregare con noi, il cardinale Ernest Simoni, testimone della forza e della potenza di Gesù.

Albanese, nato nel 1928, fu considerato un “nemico del popolo” ai tempi della dittatura comunista. Arrestato nella notte di Natale del 1963, mentre celebrava la messa; condannato a morte, la sua pena è stata commutata in lavori forzati nelle gallerie buie delle miniere di Spac e poi nelle fogne di Scutari. Anche in questa drammatica situazione non ha perso la fede e non ha mai interrotto il suo ministero sacerdotale. È stato liberato il 5 settembre 1990. Appena fuori dal carcere, ha confermato il perdono ai suoi aguzzini, invocando per loro la misericordia del Padre. È un testimone vivente della potenza della carità del Signore. 

Il Signore custodisca anche noi nella sua carità e la potenza del suo amore, per intercessione di sant’Antonio, ci permetta di vivere i nostri tempi di fragilità come tempo di missione.

+ Claudio Cipolla, vescovo di Padova

Aggiornamento dalla Thailandia

L’esperienza missionaria di alcuni fidei donum in Thailandia, nella diocesi di Chiang Mai, sta aiutando le nostre diocesi a sentire importante per la vita e la crescita della comunità cristiana, il cammino ecumenico e interreligioso, soprattutto con il mondo buddista. Trascorsi più di 20 anni di presenza nella parrocchia di Chae Hom, è giunto il tempo, come già concordato, di consegnare la parrocchia alla diocesi, per aprirci a nuove esperienze e attività. Questa scelta è sentita da tutti i Centri Missionari diocesani come una opportunità e un’occasione per rivalutare e rilanciare la missione in Thailandia e in Asia e anche per ripensare l’animazione missionaria nelle nostre diocesi del Triveneto. In questi anni si sono rivelati molto utili e preziosi gli scambi e le visita di sacerdoti, giovani e altre persone alle missioni in Thailandia.

A seguito di un’ampia e approfondita discussione, sentiti i CMD e i fidei donum in Thailandia, i vescovi del Triveneto hanno deliberato di riconsegnare la parrocchia di Chae Hom alla diocesi di Chiang Mai, (attorno alla pasqua del 2022). Il periodo di servizio dei fidei donum viene indicato in circa 15 anni al massimo, per garantire un effettivo scambio fra chiese.

La CET (Conferenza Episcopale Triveneto) si impegna per la costruzione di una casa canonica nel terreno della chiesa di S. Agostino (Panthum), che sarà la nuova sede parrocchiale di Chaehom (nel video ecco il vescovo locale con i nostri FD che fanno un sopralluogo).

Don Bruno Rossi – che ha chiesto ed ottenuto dal vescovo Claudio di restare in Thailandia oltre il termine dei 15 anni – ad aprile 2022 sarà affidato alla sola della diocesi di Padova, al di fuori quindi, della missione del Triveneto. Continuerà a seguire la Fondazione Laudato Si’, rimanendo a Chaehom, sotto la guida e le indicazioni del vescovo locale. 

I FD del progetto triveneto rimarranno in 3, in attesa dell’invio di un quarto presbitero, già individuato dalla diocesi di Concordia-Pordenone: don Gabriele Cercato. La presenza, auspicata da anni, di alcuni laici potrebbe essere utile per attività legate alla pastorale sociale, in base alle loro specifiche qualità umane e professionali.

Novità in Kenya

Domenica 30 maggio 2021 si è aperto un capitolo nuovo nella più che quarantennale vita missionaria di don Vittorio Grigoletto, missionario Fidei donum in Kenya. Compiuti i 75 anni, ha lasciato il servizio di parroco di Weru, per ritirarsi come aiuto nella parrocchia di Ol’Moran, affidata al patriarcato di Venezia nella persona del fidei donum don Giacomo Basso.

Il benvenuto è stato caloroso, come ci scrive lo stesso don Vittorio: «Sono stato accolto con battimani e “ngemi” (ululati tipici delle delle tribù nomadi). Ho celebrato la mia prima messa in swahili e ho imparato i saluti in Kalenjin and Turkana. La gente è buona e ha sete oltre che di acqua anche di Dio e di riconciliazione.  Sto iniziando questo nuovo capitolo della mia vita in serenità e fiducia. I disagi ci sono in ogni cambiamento assieme ad alcune sfide. Ma tutto si supera con lo sguardo aperto all’orizzonte. Qui siamo in aperta pianura, in una zona di savana che sta diventando campagna coltivabile».

 

Festa della missione

Al termine di un anno pastorale ancora segnato da limitazioni e da fatiche torna il tradizionale appuntamento con la Festa della Missione, promosso dall’Ufficio diocesano di Pastorale della Missione. Occasione di incontro e saluto in cui dire grazie ai missionari e ai loro familiari (vivi e defunti), a tutte le persone che promuovono la missionarietà nella nostra diocesi, ai giovani del percorso Viaggiare per condividere che non si stancano di coltivare il sogno di partire e incontrare.

Causa la situazione pandemica e le attenzioni da avere la “festa” sarà concentrata in una celebrazione eucaristica, per ringraziare il Signore. L’appuntamento è per sabato 12 giugno 2021, dalle 16.30 nella chiesa di Sarmeola di Rubano (Pd), con la messa presieduta dal direttore dell’Ufficio di Pastorale della Missione, don Raffaele Gobbi. Durante la celebrazione ci saranno anche delle brevi testimonianze dei missionari che hanno concluso l’esperienza diocesana in Ecuador (don Mattia Bezze e don Saverio Turato), di don Attilio De Battisti, rientrato dalla missione in Thailandia e di Elisabetta Corà, missionaria fidei donum in Etiopia. Un modo per sentiersi oggi più che mai “fratelli tutti!”.

Al termine della celebrazione, negli spazi all’aperto dietro la chiesa, un semplice aperitivo nel pieno rispetto delle misure di sicurezza previste dai protocolli anti Covid.

Sant’Antonio di Padova

Domenica 13 giugno, XI domenica del tempo ordinario, si commemora anche Sant’Antonio di Padova, presbitero e dottore della Chiesa.

Tutte le chiese della città di Padova e quelle della diocesi in cui è titolare o patrono celebreranno Sant’Antonio di Padova con grado di solennità. La celebrazione avrà la precedenza liturgica sull’XI domenica del tempo ordinario e si svolgerà nel seguente modo:

  1. EUCOLOGIA: dal Messale «MESSE PROPRIE DELLA CHIESA DI PADOVA» (ed. 1988), pp. 41-43, si trarrà esclusivamente: l’orazione colletta, l’orazione sulle offerte, il prefazio e l’orazione dopo la Comunione.
  2. I lettura Is 61,1-3 (Lezionario dei Santi ed. CEI 2009, p. 276); Salmo Responsoriale 88 (89) (Lezionario Santi p. 277); II lettura 1 Cor 9, 16-19.22-23 (Lezionario Santi p. 851); Canto Vangelo cfr. Lc 4, 18cd (Lezionario Santi p. 278); Vangelo Lc 10,1-9 (Lezionario Santi p. 278- ì279). Non andrà usato il Lezionario Proprio della Chiesa di Padova (ed. 1988) in cui le letture riportano la traduzione della Bibbia Cei abrogata.
  3. GLORIA E CREDO.
  4. Tutti i testi dell’ORDINARIO DELLA MESSA e la PREGHERIA EUCARISTICA non potranno essere tratti da MESSE PROPRIE DELLA CHIESA DI PADOVA, 1988 (in cui sono riportati i testi del Messale Romano ed. 1983) ma esclusivamente dal MESSALE ROMANO (ed. III 2020).

Nelle altre chiese della diocesi si celebrerà l’XI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO come indicato nel Calendario Liturgico a p. 185.

 

Festival biblico al via gli eventi nel territorio diocesano

Per il nono anno la Diocesi di Padova (anche se l’ottava edizione di fatto non ha potuto svolgersi in presenza per il lockdown) aderisce al Festival Biblico e vedrà appuntamenti nel territorio (11-13 giugno) e nella città capoluogo Padova (24-27 giugno) con numerose proposte.

Tema di questa edizione è Siete tutti fratelli, citazione del vangelo di Matteo che richiama il tema della fratellanza universale, ma anche quelli della fraternità e dell’amicizia sociale, perni dell’enciclica Fratelli Tutti di papa Francesco.

A Padova, Monselice, Candiana e Fiesso d’Artico verranno proposti appuntamenti ed eventi che indagano il tema – Siete tutti fratelli – attraverso l’arte nelle diverse espressioni, l’approfondimento biblico, l’analisi geopolitica, l’ambito sociale e il dialogo interreligioso.

NEL TERRITORIO /11-13 giugno 2021

Ad aprire l’edizione padovana saranno gli eventi nel territorio che si svolgeranno nel fine settimana 11-13 giugno con iniziative a Monselice, Candiana, Fiesso d’Artico.

In particolare a Monselice sono in programma cinque appuntamenti: un reading musicale, venerdì 11 giugno alle ore 21 nel Giardino di Villa Duodo, dal titolo Dalla Mesopotamia a Babele, aprirà un dialogo biblico-teologico tra natura e il libro della Genesi; sabato 12 giugno alle ore 17 l’appuntamento sarà invece nel giardino del Castello di Monselice con Per una poetica fraterna e la partecipazione del poeta Davide Rondoni, mentre la sera, alle ore 21, nel giardino di Villa Duodo sarà protagonista la musica (Note fraterne) con i cantanti Chiara Luppi e Vittorio Matteucci. Si approderà  alla letteratura con la scrittrice Maria Pia Veladianodomenica 13 giugno, ospite ai Giardini del Castello alle ore 17 (Nel dolore, fratelli e sorelle tutti!) e per concludere alle ore 21 nel giardino di Villa Duodo si parlerà della comunicazione mite, senza conflitto nell’incontro La disputa felice con il filosofo e giornalista Bruno Mastroianni.

Nello stesso fine settimana altri tre appuntamenti nel territorio: nel Duomo di Candiana, sabato 12 giugno alle 20.45 incontro con padre Giulio Albanese, missionario comboniano e giornalista che parlerà di Muri reali e muri immaginari, tutti fratelli sotto il cielo; sempre sabato 12 giugno alle 11, Casa Madonnina di Fiesso d’Artico (Ve) ospiterà la biblista Lidia Maggi che tratterà la grammatica dei legami nella Bibbia con l’incontro Dov’è tuo fratello?. Infine domenica 13 giugno alle 17, sempre a Casa Madonnina, sarà il biblista Gianni Cappelletto a parlar della Fatica della riconciliazione tra fratelli (Gen 37-50).

IN CITTÀ

A Padova città si concentrano la maggior parte degli appuntamenti da giovedì 24 a domenica 27 giugno, con svariati luoghi di riferimento: dal sagrato della Cattedrale al Centro culturale San Gaetano, dalla Facoltà teologica del Triveneto al Carcere Due Palazzi, dall’Auditorium del centro Civitas Vitae Angelo Ferro all’abbazia e al chiostro di Santa Giustina; dalla Casa di Cristallo al Centro universitario e ancora le chiese di San Gaetano, Santa Caterina, Santa Sofia, il Museo diocesano, la multisala MPX.

In particolare tre gli “appuntamenti-spettacolo”: il sagrato della Cattedrale sarà lo sfondo per Abbi cura di me in programma venerdì 25 giugno alle ore 21, con due ospiti straordinari, il cantante poeta Simone Cristicchi e don Luigi Verdi, fondatore della Fraternità di Romena; mentre nella multisala Pio X sabato 26 giugnoappuntamento alle ore 20 con la proiezione del film Nour sul tema della migrazione e il dialogo con l’europarlamentare e medico Pietro Bartolo e il regista Maurizio Zaccaro; infine domenica 27 giugno, alle ore 21, sarà il Centro culturale San Gaetano lo scenario per lo spettacolo Quel che muove tutti noi (regia e coreografia di Laura Pulin) introdotto da don Giorgio Bezze, che sull’onda di suggestioni dantesche e immagini di papa Francesco proporrà una danza corale con persone di età ed esperienze diverse come insieme di corpo e mente. Il linguaggio delle immagini si polarizzerà inoltre attraverso una mostra pittorica dell’Ucai (Unione cattolica artisti italiani) che sarà presente per tutti i tre giorni del festival nella chiesa barocca di San Gaetano. In contemporanea al Centro universitario una mostra fotografica a cura di Irfoss – Istituto ricerca e formazione nelle scienze sociali – sul tema antitetico dell’isolamento e della fratellanza. Il Battistero della Cattedrale offrirà lo spunto per una lettura di immagini di fraternità da Caino al discepolo amato (domenica 27 giugno ore 11). La poesia, con i vincitori del premio di poesia religiosa di Camposampiero, e la scrittrice Antonia Arslan (sabato 26 giugno, ore 16 Casa di Cristallo a Padova), aiuteranno a percorrere la fratellanza attraverso la bellezza. Il tema biblico a partire da quale fraternità emerge dal libro degli Atti con il biblista Matteo Crimella (sabato 26 giugno ore 18, chiostro di Santa Giustina), continuerà nel dialogo tra un altro biblista, Jean Louis Ska, e il filosofo David Assael (domenica 27 giugno ore 17, chiesa di Santa Sofia) sulle fraternità ferite e risanate nella Scrittura. Una meditazione accompagnata da canto e danza nella chiesa di Santa Caterina aiuterà a stare “sotto la Croce” a partire dai versetti 25-27 del cap.19 del quarto Vangelo (domenica 27 giugno, ore 9.30). Le persone detenute in carcere proporranno uno spettacolo – Babelevenerdì 25 giugno, ore 14 alla Casa di reclusione Due Palazzi e domenica 27 giugno ore 16 al Centro universitario dove il biblista Sabino Chialà rifletterà sulla fraternità possibile all’interno del carcere. Con l’Istituto superiore di Scienze religiose e la Facoltà teologica del Triveneto si ragionerà sulla fraternità tra e nelle religioni oggi (giovedì 24 giugno ore 17). L’Ucid (Unione cattolica imprenditori e dirigenti) promuove un dialogo con il giornalista Dario Fabbris di Limes e il direttore di Avvenire Marco Tarquinio sullo stato delle democrazie occidentali (venerdì 25 giugno ore 18.30, al centro Civitas Vitae “Angelo Ferro”). Infine la Fondazione Zancan con la sociologa Silvia Cataldi e il giurista Filippo Pizzolato presenterà il risultato di una ricerca in dialogo tra i sentieri costituzionali e quelli sociologici della fraternità Le differenze che si illuminanosabato 26 giugno ore 11 nella sala San Luca dell’abbazia di Santa Giustina.

Gli eventi sono gratuiti con prenotazione obbligatoria su Eventbrite

Per lo spettacolo al Centro culturale San Gaetano e per la proiezione all’Mpx: ingresso a contributo responsabile.

Il Festival Biblico a Padova e nel territorio diocesano è reso possibile grazie al sostegno economico e logistico di Diocesi di Padova, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Comune di Padova, Noi Associazione e D’Orica e vede il patrocinio dei Comuni di Padova, Candiana e Monselice.

Tutti i nomi del Festival a Padova, Monselice, Candiana, Fiesso d’Artico: Giulio Albanese, Cecilia Allegri, Antonia Arslan, Davide Assael, Pietro Bartolo, Giorgio Bezze, Sara Bianchi, Carlo Broccardo, Anna Canton, Gianni Cappelletto, Lucia Capuzzi, Silvia Cataldi, Sabino Chialà, Matteo Crimella, Simone Cristicchi, Osvaldo Da Pos, Francesca Flores D’Arcais, Sofia di Mambro, Dario Fabbri, Giorgio Gobbo,  Kamel Layachi, Adolfo Aharon Locci, Chiara Luppi, Lidia Maggi, Monica Marighetto, Bruno Mastroianni, Vittorio Matteucci, Elisa Modesti, Lucio Montecchio, Nadia Munari, Sara Noventa, Davide Penello, Angelo Pentassuglia Filippo Pizzolato, Arianna Prevedello, Laura Pulin, Enrico Riparelli, Beatrice Rizzato, Davide Rondoni, Fabio Scarsato, Alessandro Scattolini, Jean Louis Ska, Laura Sesler, Marco Tarquinio, Isabella Tiveron, Paola Varricchio, Tiziano Vecchiato, Maria Pia Veladiano, Luigi Verdi, Claudia Vigato, Maurizio Zaccaro, Maria Cinzia Zanellato.

E ancora: gli artisti della sezione padovana dell’Ucai, le persone detenute del Carcere Due Palazzi, i musicisti della Bottega Tartiniana, Nova Symphonia Patavina, i vincitori del concorso di poesia religiosa di Camposampiero, Irfoss – Istituto ricerca e formazione nelle scienze sociali

Tutte le informazioni su: www.festivalbiblico.it e sui canali social

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17° edizione del Festival Biblico. Focus sulla fratellanza

Torna in presenza e, coinvolgendo sei Diocesi, si propone di riflettere su un tema quanto mai attuale e che papa Francesco ha approfondito nella Fratelli tutti. Due i weekend di eventi a Padova provincia.

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