Don Rino Pittarello è tra le braccia del Padre

Nella sera di domenica 18 luglio è mancato nella sua abitazione di Legnaro don Rino Pittarello, a seguito della grave malattia che da tempo lo aveva colpito.
Il funerale sarà celebrato mercoledì 21 luglio 2021 a Legnaro, alle ore 16.30.


Don Rino Pittarello, figlio di Antonio e Maria Cavaliere, era nato a Legnaro (Pd)  il giorno 11 maggio 1947. Dopo l’ordinazione presbiterale, era stato inviato prima come cooperatore festivo ad Arzergrande, poi a Santa Maria delle Grazie di Este (1974-1984). Nell’autunno del 1984 era stato nominato parroco a San Giacomo di Albignasego. Nel frattempo erano giunti anche i primi incarichi amministrativi che lo vedevano membro del Consiglio diocesano per la gestione economica (1990), consigliere delegato di Telechiara (1990), delegato diocesano per la pastorale del tempo libero, turismo e sport (1994); presidente dell’Opera diocesana assistenza (ODA), delegato per le Cucine economiche popolari e incaricato diocesano per il sostegno economico della Chiesa (1997).

Nel marzo 2002 era stato nominato economo diocesano e direttore dell’Ufficio amministrativo diocesano, incarico che, rinnovato nel tempo, mantenne fino al 2013. In questa veste era entrato come rappresentante della Diocesi nel Consiglio di amministrazione della Delegazione Pontificia per la Basilica del Santo (2002) e nel Consiglio di amministrazione del Movimento apostolico diocesano (2004-2011).

Nel marzo 2005 era stato nominato delegato regionale della Federazione delle Associazioni del Clero in Italia nella Regione Ecclesiastica Triveneto, divenendo anche vice presidente nazionale della stessa FACI nel 2012, su nomina della CEI.

Concluso l’incarico di economo diocesano, era stato per alcuni mesi collaboratore parrocchiale della parrocchia di Legnaro, prima di essere nominato parroco di Ponte San Nicolò, dove era rimasto fino al giugno 2020, avendo dovuto rinunciare all’incarico a motivo della salute.

La morte è sopraggiunta domenica 18 luglio nell’abitazione di Legnaro dove risiedeva.

Le esequie saranno celebrate mercoledì 21 luglio a Legnaro, alle ore 16.30.

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Preghiera per i morti lungo le rotte europee

La preghiera per i migranti che hanno perso la vita nel tentativo di entrare in Europa, che la Conferenza Episcopale Italiana ha chiesto di leggere in tutte le parrocchie nel giorno il cui si ricordava san Benedetto, Patrono d’Europa, l’11 luglio. Una preghiera che dobbiamo riproporre, fino a ché le politiche europee non si apriranno all’accoglienza.

«Per tutti i migranti e, in particolare, per quanti tra loro hanno perso la vita in mare, naviganti alla ricerca di un futuro di speranza. Risplenda per loro il tuo volto, o Padre, al di là delle nostre umane appartenenze e la tua benedizione accòmpagni tutti in mezzo ai flutti dell’esistenza terrena verso il porto del tuo Regno. Al cuore delle loro famiglie, che non avranno mai la certezza di ciò che è successo ai loro cari, Dio sussurri parole di consolazione e conforto. Lo Spirito Santo aleggi sulle acque, affinché siano fonte di vita e non luogo di sepoltura, e illumini le menti dei governanti perché, mediante leggi giuste e solidali, il Mare Nostrum, per intercessione di san Benedetto, patrono d’Europa, sia ponte tra le sponde della terra, oceano di pace, arco di fratellanza di popoli e culture».

 

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Il patto disumano con la Libia da non rinnovare

Egregio presidente Draghi,

la cronaca di queste settimane in più occasioni ha dato conto di stragi e tragedie che continuano a consumarsi sotto i nostri occhi nel Mediterraneo, sulle coste italiane e su quelle libiche. Dal 2017, anno della firma da parte del nostro Governo del Memorandum con la Libia, oltre alla strage di innocenti in mare, assistiamo all’intervento della cosiddetta Guardia costiera libica, finanziata con risorse italiane e della Ue, che ha operato respingimenti riconducendo più di 60mila persone nei centri di detenzione governativi e soprattutto, fatto ancor più grave, in quelli gestiti dalle milizie paramilitari.

L’Alto Commissario delle Nazioni Unite Filippo Grandi è intervenuto più volte, anche di recente durante la visita nel nostro Paese, per sottolineare la necessità di interrompere queste operazioni perché la Libia non può essere annoverata tra i ‘Paesi sicuri’, mancando le condizioni per il rispetto dei diritti umani e del diritto d’asilo. Non è accettabile che si parli di ‘salvataggi dei naufraghi’, quando nelle sedi istituzionali europee e nazionali è ben noto che essere riportati in Libia significa essere condannati a violenze, torture e abusi di ogni tipo. L’unica alternativa possibile alle morti in mare non può essere finanziare missioni il cui fine è quello di ricondurre i naufraghi in luoghi dove vengono detenuti e le loro vite sono messe a rischio.

Il nostro Paese in passato aveva deciso di mettere in campo una operazione molto importante di ricerca e salvataggio, Mare Nostrum, che oggi sembra essere solo un lontano ricordo. I successivi interventi, oltre a cancellare le operazioni di soccorso che avevano messo in salvo decine di migliaia di vite umane, hanno compromesso i salvataggi, per l’assenza di un coordinamento delle operazioni di soccorso e i ripetuti fermi amministrativi imposti alle navi delle Ong. Oggi il Mediterraneo è un deserto che ogni giorno seppellisce, sotto le sue acque, vite umane della cui sorte i Governi sono responsabili. Sono più di 7mila i morti accertati dal 2017 ai nostri giorni.

In queste ore il Governo da lei presieduto ha inviato al Parlamento la delibera che rinnova le missioni militari e tra queste anche quella che riguarda la Libia. Se si vuole realmente promuovere il processo di pace in quel Paese e sottrarre la principale arma di ricatto alle milizie e alle bande che continuano a controllare il territorio libico e le sue coste, è necessario metter fine a ogni sostegno alla cosiddetta Guardia costiera libica ed evacuare velocemente le persone rinchiuse nei centri di detenzione ufficiali e non ufficiali verso Paesi dove i loro diritti, in particolare il diritto a richiedere asilo, siano garantiti.

Devono altresì cessare i finanziamenti ai centri di detenzione per i migranti, prevedendo al loro posto strutture di prima accoglienza che abbiano standard minimi e garantiscano il rispetto dei diritti fondamentali delle persone che vi sono accolte, a partire dalla libertà di movimento, con uno status di soggiorno legale, anche temporaneo, in Libia, in modo da evitare che i migranti siano esposti a costanti abusi.

Pensiamo, inoltre, che sia necessario promuovere un’azione politica con la Ue per un intervento di ricerca e soccorso e in particolare riteniamo urgente che l’Italia, in quanto Stato costiero, torni a coordinare le attività di Sar nel Mediterraneo e supporti attivamente il lavoro a oggi svolto dalle Ong.

Chiediamo, infine, una riforma delle politiche europee d’asilo che vada nella direzione di una ripartizione equa tra gli Stati, salvaguardando la dignità delle persone che arrivano alle nostre frontiere, nel rispetto dei princìpi della nostra Costituzione (art 10) e della legislazione europea e internazionale.

Siamo certi della sua sensibilità per il rispetto dei diritti umani e delle vite delle persone che arrivano sulle nostre coste e sappiamo quanto le stia a cuore il futuro dell’Europa. Per questo ci rivolgiamo a Lei, non potendo più assistere inermi alla strage che ogni giorno si compie sotto i nostri occhi, né tanto meno pensiamo sia possibile continuare a sostenere con risorse pubbliche gruppi che usano la violenza, fino alla strage, per arricchirsi alle spalle di migliaia di innocenti. Uomini, donne, bambini, bambine e adolescenti, spesso soli, costretti a subire violenze inaudite e a vedere violati i loro diritti fondamentali di esseri umani.

Le chiediamo pertanto di fermare questa situazione disumana e di invertire la rotta, dando vita, con la revoca di ogni sostegno alle milizie libiche che gestiscono la cosiddetta Guardia costiera, a una nuova stagione dei diritti che potrebbe rappresentare una rinascita morale per la Ue, oggi sempre più chiusa nei suoi egoismi e succube di sentimenti di odio e di razzismo.

Certi dell’attenzione che dedicherà alle nostre ragioni, le inviamo i nostri migliori saluti.

 

A Buon Diritto, Acli, ActionAid, Amnesty International Italia, Arci, Associazione studi giuridici sull’immigrazione Asgi, Casa dei Diritti Sociali, Centro Astalli, Cgil, Cies, Comunità Papa Giovanni XXIII, Cnca, Comunità di S. Egidio, Conngi, Emergency, Europasilo, Fcei, Fondazione Migrantes, Intersos, Legambiente, Medici del Mondo Italia, Medu, Movimento Italiani Senza Cittadinanza, Msf, Oxfam, Refugees Welcome Italia, Save The Children, Senza Confine, Simm

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Festival biblico. Passeggiate, meditazioni, dialoghi, musica, Bibbia…

Il secondo fine settimana “in villeggiatura” farà tappa – dopo la Valbelluna – a Pedescala. È un ritorno dopo la felice esperienza dello scorso anno. Appuntamento sabato 24 e domenica 25 luglio.

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Mezzavia. Le Elisabettine partono dopo 18 anni: «Ci dispiace, erano una presenza familiare»

«Sono arrivate a Mezzavia diciotto anni fa dopo che la casa – il monastero Santa Chiara – era stata lasciata dalle Clarisse, suore di clausura, in quanto era diventata troppo grande per il piccolo numero di suore rimaste, troppo grande e, chiaramente, troppo costosa la conduzione ordinaria – scrive don Roberto Bicciato, parroco di Montegrotto, Mezzavia e Turri – Ora, dopo diciotto anni, per gli stessi motivi se ne sono andate anche le suore Elisabettine, che abbiamo salutato nell’eucaristia di sabato 19 giugno, durante la festa del patrono san Gregorio Barbarigo.

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Codiverno. C’è voglia di ritrovarsi

La si respira a Codiverno, dove dal 15 al 18 luglio c’è la festa del Carmine. A Pionca, invece, è in programma la Festa in piazza, «per riallacciare le relazioni».

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Sinodo diocesano. Si apre il concorso per il logo. L’immagine simbolo del Sinodo della Chiesa di Padova verrà decisa insieme

L’immagine simbolo del Sinodo della Chiesa di Padova verrà decisa tutti insieme online tra le due proposte riportate sopra.

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Facilitatori del Sinodo diocesano. Arsego e Mejaniga. Condividere il cammino con l’intera comunità

La parrocchia di Arsego ha accolto con entusiasmo il cammino del Sinodo. La ricerca e la scelta dei facilitatori è a buon punto ora rimane il loro coinvolgimento; è ciò di cui si sta occupando in queste settimane il parroco insieme al consiglio pastorale. Non solo, la parrocchia ha pensato di realizzare del materiale per spiegare il Sinodo e coinvolgere la comunità di credenti.

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Nomine 2021/09

  • Don Giovanni Dal Ponte, parroco di Lugo di Vicenza, è stato nominato anche parroco di Fara Vicentino di cui era amministratore parrocchiale.
  • Don Gianromano Gnesotto, finora collaboratore nel vicariato di Valdobbiadene, è stato nominato parroco della Madonna Incoronata in Padova.
  • Don Claudio Michelotto, parroco di Campo San Martino e Marsango, è stato nominato anche parroco di Busiago. Don Gino Masiero (dei Sacerdoti del Santissimo Sacramento) è stato confermato collaboratore delle tre parrocchie, con ministero prevalente a Busiago.

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Unità pastorale di Gallio. 16 luglio, messa al cippo del papa e rinnovo del voto alla Madonna

Anche quest’anno, il 16 luglio, i fedeli dell’unità pastorale di Gallio salgono sul monte Longara per celebrare l’eucaristia. Qui, nel 1988, l’elicottero di papa Giovanni Paolo II – di ritorno da Lorenzago di Cadore – fece una breve sosta.

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