Terra Santa, in ascolto. La testimonianza del vescovo Antonio Mattiazzo, a servizio della Custodia di Terra Santa tra Nazareth e Betlemme

Mons. Mattiazzo: «Vivere dove è vissuto Gesù è motivo di grazia e di gioia, ma ci si confronta con la verità che Lui è ancora “segno di contraddizione”».

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Basta respingimenti

«Esprimo la mia vicinanza alle migliaia di migranti, rifugiati e altri bisognosi di protezione in Libia. Non vi dimentico mai, sento le vostre grida e prego per voi». Papa Francesco interviene all’ Angelus, poco dopo mezzogiorno di domenica 24 ottobre, mentre la Ong Alarm Phone lancia l’allarme per due imbarcazioni alla deriva nel Mediterraneo con almeno 128 persone in fuga dalla Libia e tra queste tanti bimbi. L’ ennesimo naufragio che in Italia riapre il fronte della contestazione politica, evidentemente per raccattare consensi, mentre poco ci si cura delle persone che muoiono.
Papa Francesco ripete la parola «lager» per definire le carceri della Libia, dove vengono rinchiusi i migranti che cercano di imbarcarsi per l’Europa. E prima di invitare i fedeli a «pregare insieme in silenzio», dice: «Occorre porre fine al ritorno dei migranti in Paesi non sicuri e dare priorità al soccorso di vite umane in mare con dispositivi di salvataggio e di sbarco prevedibile, garantire loro condizioni di vita degne, alternative alla detenzione, percorsi regolari di migrazione e accesso alle procedure di asilo. Sentiamoci tutti responsabili di questi nostri fratelli e sorelle, che da troppi anni sono vittime di questa gravissima situazione».

 

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Il dramma dei profughi siriani

«La difficoltà della vita» è il titolo della foto che ritrae un padre, profugo siriano in Turchia, con una stampella al posto di una gamba, che tiene in braccio il figlio, privo di gambe. È il dramma di chi vive in luoghi di guerra, con la speranza di emigrare.
Il fotografo turco Mehmet Aslan ha vinto con questa foto il Siena International Photo Awards, prestigioso concorso fotografico cui partecipano artisti di 163 Paesi.
La foto, come si dice in questi tempi, è diventata “virale”.

 

 

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Non dimentichiamo il “si” al progetto di Dio

Cammino di crescita e realizzazione

Quando c’è una sfida, c’è una provocazione e da questa una reazione. Noi come famiglia abbiamo paradossalmente bisogno di sfide per crescere, maturare e superare situazioni che inevitabilmente la vita ci presenta.
Ci troviamo a fare queste considerazioni dopo quindici anni di matrimonio e una decina da fidanzati, con due figlie e molto altro. Nel periodo di fidanzamento la sfida più grande è stata quella di conoscerci, rispettarci, amarci per quello che siamo e a immaginare una vita insieme. Nei primi anni di matrimonio ci eravamo trovati di fronte alla necessità di individuare un equilibrio tra di noi, unendo la voglia e il desiderio di realizzarci professionalmente e, perché no, anche economicamente, visto che il caro amico “mutuo” era sempre con noi puntualissimo ogni 30 del mese. E poi è nata la chiamata a essere genitori, la sfida del figlio che non arriva e di dover mettere tutto in discussione, anche la fede, per poi capire, con il tempo, che comunque la nostra famiglia stava crescendo e stava conquistando un posto nel mondo, quel posto che Qualcuno aveva immaginato per noi e al quale abbiamo detto, liberamente, sì. Per non parlare poi di quando è arrivata la nostra prima figlia, con la rivoluzione familiare e di affetti che ha portato, e poi l’arrivo della seconda…

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la seconda parte nel numero del 6 novembre 2021


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Veglia di preghiera missionaria

Testimoni e profeti il tema della Giornata missionaria mondiale che la Chiesa celebra tradizionalmente la penultima domenica di ottobre, quest’anno il 24 ottobre. Una giornata che si pone all’inizio dell’anno pastorale per ricordare come l’azione missionaria sia il paradigma di ogni opera della Chiesa, come papa Francesco ha sottolineato in Evangelii Gaudium.

A Padova, anche in preparazione a questa giornata si vive la Veglia di preghiera missionaria in cui il vescovo benedice i missionari in partenza e contemporaneamente vengono accolti quanti rientrano dopo esperienze missionarie.

L’appuntamento con la Veglia di preghiera missionaria presieduta dal vescovo mons. Claudio Cipolla è quindi venerdì 22 ottobre, alle ore 21, in basilica Cattedrale a Padova. Con diretta sul canale You Tube della Diocesi di Padova.

Tra i “partenti” c’è una giovane donna di Dolo, Ilaria Scocco, 28 anni, pronta a iniziare un’esperienza di servizio come missionaria fidei donum, nella missione diocesana in Etiopia.

Insieme a lei ci saranno: Annalisa Calore (Compagnia missionaria del Sacro Cuore) con destinazione Guinea Bissau, Anna Marzorati ed Emanuele Dal Pozzo (Operazione Mato Grosso), con destinazione Perù; Elisa Parolin (Operazione Mato Grosso) con destinazione Perù; Maria Chiara Carraro (consacrata del Movimento Missione Belém) con destinazione Brasile. E gli operatori di Medici con l’Africa Cuamm: Simone Cadorin, project manager (Mozambico); Paolo Belardi, economista sanitario (Tanzania); Martina Borellini, neonatologa (Tanzania); Noemi Bazzanini, infettivologia (Tanzania). E i medici Paolo Franceschi (Sud Sudan); Adriano La Vecchia (Etiopia); Federica Baretta (Tanzania); Maria Chiara Del Savio (Angola); Elena Mazzalai (Mozambico); Virginia Casigliani (Mozambico); Sara Barbiero (Sierra Leone).

Durante la Veglia verranno accolti i fidei donum rientrati: don Orazio Zecchin dopo 49 anni in Brasile; don Saverio Turato dopo 9 anni in Ecuador; don Attilio De Battisti dopo 12 in Thailandia e altri religiosi e religiose.

E sarà ricordato l’anniversario dei 500 anni dell’arrivo del cristianesimo nelle Filippine con la presenza e la testimonianza di un gruppo di filippini.

 

A seguire domenica 24 ottobre, Giornata missionaria mondiale, nelle Chiese si pregherà per le missioni e si raccoglieranno offerte che andranno a sostenere le Chiese di missione, in particolare quelle che si trovano in maggiore difficoltà.

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Indicazioni in tempo di pandemia per lo svolgimento delle attività pastorali

Con riferimento alla Nota della Presidenza della CEI del 29 luglio 2021 e alla recente Nota della Segreteria Generale della CEI (Certificazione verde e attività di culto e religione, 01.10.2021), che recepiscono l’ultima normativa statale, vengono qui di seguito date alcune indicazioni per le attività pastorali.

Sono tenuti ad avere il Green Pass negli ambienti parrocchiali tutti coloro che offrono un servizio celebrativo, educativo e sociale. La certificazione verde è quindi richiesta per:

  • i presbiteri e i diaconi;
  • eventuali dipendenti della parrocchia;[1]
  • gli operatori pastorali («volontari»), quali sono: ministri straordinari della comunione, catechisti e accompagnatori dei genitori, educatori, animatori dei gruppi formativi (per ragazzi e adolescenti, giovani e adulti, fidanzati e sposi), coristi e musicisti, sacristi, addetti all’accoglienza e alle pulizie, operatori della Caritas o di altri gruppi caritativi.

È necessario, inoltre, il Green Pass per tutti coloro che

  • prestano servizio nei bar parrocchiali[2], oppure somministrano il cibo o partecipano a pranzi parrocchiali;
  • partecipano a sagre e feste parrocchiali, sia che si svolgano all’aperto che al chiuso;
  • partecipano ai concerti nelle chiese, come anche a eventi di interesse pubblico ospitati nelle chiese.[3] La responsabilità di controllare che tutti abbiano il Green Pass grava sull’organizzatore dell’attività.
  • Prendono parte a proiezioni e spettacoli teatrali all’aperto e al chiuso; visitano o accedono ai Musei, agli Archivi, alle biblioteche e ai luoghi della cultura. La responsabilità di controllare che tutti abbiano il Green Pass grava sull’organizzatore dell’attività.
  • Prendono parte a iniziative proposte dagli Uffici di Curia e dagli Organismi diocesani, le quali si rivolgono ad un pubblico eterogeneo e dalla diversa provenienza.

 

Il Green Pass non è necessario per coloro che beneficiano dei servizi educativi e sociali della parrocchia

 

  • Il riferimento è ai gruppi di formazione (per ragazzi e adolescenti, giovani e adulti, genitori, fidanzati e sposi) e agli utenti dei servizi di carità Si compili in ogni caso un modulo per il tracciamento dei partecipanti.
  • Le riunioni a carattere pastorale (Consiglio Pastorale Parrocchiale, Consiglio Parrocchiale per la Gestione Economica) non necessitano della certificazione verde in quanto assimilabili a riunioni private. Si compili in ogni caso un modulo per il tracciamento dei partecipanti.

Il Green Pass non è, inoltre, necessario per accedere alle celebrazioni

 

  • Sono esentate dalla certificazione verde le celebrazioni eucaristiche, i sacramenti, le esequie, la preghiera del rosario, le veglie, che si tengono in chiesa o in spazi diversi (ad esempio, un salone, il cortile esterno del Centro parrocchiale, una piazza).
  • A riguardo, restano in vigore tutte le precauzioni prescritte dalla normativa (relative al distanziamento, all’assembramento, alle mascherine, alla igienizzazione e alla pulizia dei luoghi), così come le attenzioni celebrative in vigore dal maggio 2020.

Alcune precisazioni

 

  • Si ricorda che la Certificazione verde Covid 19 viene generata in automatico e messa a disposizione gratuitamente nei seguenti casi:
  1. aver effettuato la prima dose o il vaccino monodose da 15 giorni;
  2. aver completato il ciclo vaccinale;
  3. aver fatto la dose aggiuntiva al primo ciclo di vaccinazione;
  4. essere risultati negativi a un tampone molecolare nelle ultime 72 ore o antigenico rapido nelle 48 ore precedenti;
  5. essere guariti da Covid 19 nei sei mesi precedenti.

Soggetti esenti per motivi di salute dalla vaccinazione devono certificarlo sulla base di idonea certificazione medica.

  • La visita e la comunione agli ammalati è consentita al ministro ordinario e straordinario, fatte salve tutte le precauzioni prescritte dalla normativa e solo col consenso esplicito della famiglia. Per portare la comunione agli ammalati i parroci, valutandone l’opportunità, possono affidare questo compito a un parente fidato e conosciuto, che viva assieme al malato.
  • Per quanto riguarda le scuole dell’infanzia e le scuole paritarie di altro grado ci si attenga a quanto prescritto dalle autorità scolastiche e indicato dalle Federazioni di riferimento (FISM e FIDAE).
  • Non è vietato concedere saltuariamente spazi parrocchiali a terzi per riunioni di associazioni, di condominio o feste private, ma andranno precisate per iscritto le condizioni alle quali i locali vengono concessi in uso. È responsabilità dei soli organizzatori (non del parroco o legale rappresentante) rispettare e far rispettare tutte le misure di sicurezza previste dalla normativa.

Le indicazioni presenti sono suscettibili di variazioni a seconda della situazione sanitaria che si andrà creando e delle conseguenti indicazioni statali.


[1] È necessario verificare che siano in possesso del Green Pass valido tutti i lavoratori e tutti i volontari e stagisti che accedono e operano in un luogo di lavoro (attività lavorativa subordinata, autonoma, di formazione, gratuita, compresi prestatori occasionali e domestici). Per “luogo di lavoro” si intende qualsiasi luogo in cui la prestazione viene svolta: ragionevolmente si deve però trattare di un luogo in cui il lavoratore possa entrare in contatto con altri soggetti che, ugualmente, stanno svolgendo o svolgeranno un’attività di lavoro e, per tale motivo, sono anch’essi obbligati a possedere e mostrare la certificazione verde. Sono luoghi di lavoro, ad esempio, la Scuola dell’Infanzia, la chiesa dove lavora un sacrestano assunto con contratto di lavoro, la canonica dove lavora una colf regolarmente assunta: in questi casi, quanti operano nell’ambiente lavorativo, anche a titolo volontario, dovranno essere muniti di Green Pass. Il Centro parrocchiale non è luogo di lavoro a meno che non ci siano una o più persone assunte che vi lavorano per le pulizie.  La verifica del Green Pass per chi opera in un luogo di lavoro deve essere fatta dal datore di lavoro e/o da un suo delegato, mediante apposita app Verifica C19, ogni volta che il lavoratore e/o il volontario entra nel luogo di lavoro. La verifica può essere fatta anche ad eventuali artigiani (idraulico, elettricista, ecc.). [2] Riguardo alle modalità del servizio del bar parrocchiale ci si attenga a quanto indicato dal Noi Padova [3] Tenendo conto di una precisazione del Ministero dell’Interno a proposito delle distinzioni tra riunioni private e attività convegnistiche (Circolare del 20.10.2020), si fa presente che un incontro in una chiesa non può essere qualificato come “riunione privata” per il solo fatto che si svolge in un luogo sacro. È pertanto necessario che siano muniti di certificazione verde tutti i partecipanti a incontri o eventi che, per il fatto di essere aperti al pubblico e pubblicizzati (ad esempio, incontro con un esperto, una particolare testimonianza, la presentazione di un libro), sono assimilabili a dei convegni.

 

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Don Pierluigi Barzon riposa tra le braccia del Padre

Don Pierluigi Barzon – Legnaro (Padova), 06.08.1962 – Stra (Venezia), 15.10.2021

Don Pierluigi era il primogenito di Francesco e Zolìa Lando. Dopo di lui in famiglia arrivarono Filippo, Enrico, Giuliana e Maria Chiara.

Il 7 giugno 1987 fu consacrato prete nella Basilica di Santa Giustina in Padova e subito dopo fu nominato vicario parrocchiale nella parrocchia cittadina della Sacra Famiglia.

Nel luglio 1992 fu nominato vicario parrocchiale di Valdobbiadene, della quale divenne subito dopo amministratore a seguito della morte del parroco, don Luigi Rimano e prima dell’arrivo di don Marcello Bettin.

Nel settembre 1995 fu destinato agli studi a Roma in spiritualità e psicologia. Nell’estate 2001 iniziò il suo servizio di insegnante di psicologia in Seminario maggiore e di segretario della commissione per la formazione permanente del clero, fino a quando, nel 2003, diventò segretario del nuovo Istituto San Luca per la formazione dei presbiteri.

Del dicembre 2005 è la nomina a parroco di Villa di Teolo. Negli anni 2013-2018 fu anche vicario foraneo del vicariato di Teolo.

Risale all’autunno 2013 la diagnosi del male che lo avrebbe accompagnato fino alla morte, avvenuta nell’abitazione di famiglia il 15 ottobre 2021.

Notizia in aggiornamento

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Assemblea Caritas – Verso un “noi” sempre più grande

Tornano a ritrovarsi in presenza gli operatori parrocchiali Caritas, i volontari dei Centri di ascolto vicariali e dei servizi diocesani nell’appuntamento annuale con l’assemblea di Caritas Padova, in programma sabato 16 ottobre, dalle 9 alle 12 nella sede del Seminario Minore (dove i 150 posti sono già tutti prenotati).

Ma l’incontro sarà trasmesso in diretta sul canale You Tube della Diocesi di Padova (https://youtu.be/pAobv9cFbCA), per favorire la partecipazione ampia di quanti operano all’interno dei vari servizi Caritas nel territorio diocesano, ma anche di quanti possono essere interessati ad affacciarsi e ad approfondire alcuni argomenti di stretta attualità.

Al centro dell’assemblea, che ha come titolo “Verso un “noi” sempre più grande”, ricalcando il titolo del messaggio di papa Francesco per la 107a giornata mondiale del migrante e del rifugiato dello scorso 26 settembre, ci sarà infatti il tema delle migrazioni. Ospiti dell’incontro saranno il direttore dell’ufficio Politiche migratorie e protezione internazionale di Caritas Italiana, Oliviero Forti e Alessandra Morelli, già delegata Unhcr.

 

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Amoris laetitia. Indebolire la famiglia non giova. Parla Adriano Bordignon, Forum delle associazioni familiari del Veneto

Il secondo capitolo di Amoris laetitia va letto attraverso la “lente” delle sue prime battute: «Il bene della famiglia è decisivo per il futuro del mondo e della Chiesa». L’ha ribadito spesso papa Francesco: alle istituzioni – da cui a volte le famiglie si sentono abbandonate – e alla Chiesa stessa, che ha le proprie responsabilità nel non aver aiutato in modo adeguato i nuclei familiari.

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Anno della famiglia. Cammino di crescita e realizzazione. Non dimentichiamo il “sì” al progetto di Dio

Le sfide attuali della famiglia. Continua il percorso – condiviso da ufficio di Pastorale della famiglia e Difesa – per approfondire l’Amoris laetitia nell’anno che papa Francesco ha voluto dedicare “alla famiglia”. Francesca Aggujaro e Cristiano Pivato condividono la propria esperienza di sposi, genitori, professionisti… a partire dal secondo capitolo dell’esortazione apostolica che si intitola “La realtà e le sfide delle famiglie”.

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