La Chiesa che vorrei. Giovani, che Chiesa sognate? Scrive don Federico Fabris

Se ci guardiamo attorno, da ormai parecchi anni le nostre assemblee domenicali, oltre a quelle feriali, ci presentano più posti vuoti che gremiti.

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Il Signore nasce nelle nostre povere grotte

La celebrazione del Santo Natale ci dona di vivere il Mistero sublime del Dio con noi, di Dio, l’Altissimo Signore, che nasce nella povera e oscura grotta della piccola Betlemme. Non è stata la sfortuna a portare Maria e Giuseppe in quel luogo isolato, l’unico luogo dove di certo non avrebbero disturbato nessuno quando la Vergine Madre avrebbe dato alla luce il suo primogenito. Non è stata la sfortuna, nemmeno l’indifferenza dei molti, ma il desiderio di Dio di apparire tra noi nella povertà e nell’umiltà, nella buia emarginazione e nella fredda solitudine. Il nostro Dio non si è accontentato di farsi uno di noi, ma ha scelto anche la povertà e la piccolezza perché noi non avessimo mai più paura di Lui, lo sentissimo veramente e sempre Uno di noi, Uno con noi.

Santa Chiara d’Assisi nel soffermarsi a meditare la nascita del Signore così esclama con stupore: “Guarda la povertà di Colui che è posto in una mangiatoia e avvolto in pannicelli. O mirabile umiltà, o povertà che dà stupore! Il Re degli angeli, il Signore del cielo e della terra è reclinato in una mangiatoia” (FF 2904).

Quella povera grotta che ha avuto il privilegio di accogliere il Signore al momento della sua nascita assomiglia tanto alle nostre grotte, quelle che portiamo nel cuore o che segnano la nostra esistenza di fatica e di sofferenza. Ognuno di noi ha la sua povera grotta in cui Dio desidera nascere perché la nostra povertà, precarietà e fragilità, tutto questo ci rende amati e preziosi agli occhi di Dio; tutto questo è il luogo privilegiato della sua Incarnazione. Il Signore, lungo i secoli, non ha cambiato modo di agire, ma la sua sapienza continua a prediligere il piccolo e il povero e per questo Egli nasce in noi, oggi e ci rende tempio santo della sua Gloria, cioè del suo Amore. Il Verbo nasce in noi, nelle nostre povere grotte, per colmarci della sua tenerezza e della sua sapienza. Lo sappiamo, perché ce lo ha detto anche San Paolo: “Ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini” (1 Cor 1,25). Sappiamo insomma che la sapienza del Padre è ben diversa da quella umana. E se, nella sua sapienza, ha scelto la povertà è perché sa che solo nella povertà può nascere l’Amore vero, quello gratuito, disinteressato, l’amore che serve, che si dona, che si consegna. E come avrebbe potuto dirci che per nostro amore si era incarnato se fosse nato nella comodità, nella sicurezza, nello splendore? Tutti ci saremmo sentiti lontani e spaventati da un Dio glorioso perché in tutti noi c’è quella povera grotta di insicurezza, precarietà, solitudine, paura. Ed ecco che proprio lì si incarna il nostro Dio, perché è il “Dio con noi”.

Ma quella povera grotta che ha visto nascere più di 2000 anni fa il Salvatore è oggi un luogo di adorazione e di comunione, un prezioso tempio in cui si celebra ogni giorno l’Incarnazione di Dio. Questo sa fare Dio se lo accogliamo con umile fiducia: trasformare ciò che di noi ci fa male, che non sappiamo accettare, sia essa povertà materiale, morale o spirituale in tempio santo della sua Presenza. Sì, perché lì dove c’è Dio tutto diventa prezioso. Lì dove nasce Dio una luce risplende, quella luce che riscalda e dà senso, quella luce che ci aiuta a guardare alla vita con uno sguardo nuovo, riconoscente, perché consapevole che non c’è povertà in cui il Verbo non possa nascere e donarci quella vita nuova che abbiamo ricevuto nel Battesimo e che sempre effonde in noi mediante il suo Spirito.

In questo Natale teniamo fisso lo sguardo alla povera grotta e alla stella dorata che si trova nella basilica della Natività a Betlemme. Quando Maria e Giuseppe trovarono riparo in quella squallida grotta non immaginavano quello che sarebbe diventata grazie alla presenza di quel Figlio divino. Abbiamo la possibilità di aprire le nostre grotte, quelle che non vorremmo avere, alla nascita di Dio; abbiamo la possibilità di “adempiere quel desiderio tanto desiderato del nostro fedelissimo Redentore di unirsi alle anime nostre, ad eterna sua gloria” (M. Graziosa Z.) perché splenda in noi quella stessa stella dorata di Betlemme e le nostre povere grotte vengano rese, dalla presenza del Signore, luoghi di ineffabile incontro con Lui, l’Altissimo, che ama chinarsi sulla nostra piccolezza per farci risplendere di Lui.

Sia questo un Santo Natale in cui l’accoglienza dell’Emmanuele ci trasforma in stelle preziose.

sr. Maria Elisabetta e sorelle clarisse

del Monastero S. Bonaventura di Padova

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Padova si colora di verde in occasione della Giornata Mondiale dei Diritti delle Persone Migranti

Il 18 dicembre è la Giornata Mondiale dei Diritti delle Persone Migranti proclamata nel 2000 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite esattamente 10 anni dopo l’approvazione della Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie.
Quest’anno, in questa occasione, la Città di Padova aderisce all’iniziativa promossa  dal Comune di Reggio Emilia che prevede di illuminare di verde alcuni luoghi cittadini, la torre campanaria del Municipio e il monumento “Memoria e Luce” alle Porte Contarine,  come segno di accoglienza nei confronti di tutte le persone che fuggono dalla guerra, ponendo particolare attenzione quest’anno alle persone migranti al confine tra Bielorussia e Polonia.

La luce verde simboleggia le luci verdi che i cittadini polacchi accendono per segnalare ospitalità e aiuto ai migranti che riescono a passare il confine bielorusso.
Padova, città della Pace e dei Diritti umani, rivolge un appello a cittadini, associazioni e istituzioni affinché accendano lanterne verdi alle finestre, sui balconi, negli uffici e nelle case come segno di pace e umanità nei confronti di tutte le persone migranti.

Francesca Benciolini, assessora alla pace e ai Diritti Umani, dichiara: “In questi giorni molte sono le occasioni in cui la città sta raccontando il suo concreto impegno nell’ambito dei diritti umani. Il 10 dicembre abbiamo ricordato il 73 anniversario della Dichiarazione Universale che ci rende tutti responsabili rispetto ai diritti per la dignità di ogni persona. Il Garante dei diritti delle persone detenute, l’ospitalità che stiamo dando a dei difensori dei diritti umani minacciati, il lavoro per le persone rimaste intrappolate in Afghanistan, la cittadinanza onoraria a Patrick Zaki sono solo alcune delle azioni concrete che stiamo attuando come amministrazione per prestare fede a questo impegno. Aderire a questa iniziativa non è dunque solo una atto dimostrativo ma è in continuità con un impegno che sta coinvolgendo il Comune insieme a molti soggetti del nostro territorio.”

Marta Nalin, assessora al sociale e all’integrazione aggiunge: “È un modo per avvicinare i paesi e le persone, superando tutti i confini. Il 18 dicembre è una giornata che ci ricorda i diritti di ogni persona e tra questi quello di muoversi liberamente, soprattutto se si fugge da guerre, povertà, fame, catastrofi naturali, discriminazioni. Accendere una lanterna verde è un gesto di vicinanza, di attenzione, di solidarietà, di impegno. L’impegno a tenere accesa la luce dell’attenzione e della responsabilità su quello che accade nel mondo, in Europa, nel mare, nelle nostre città.”

Fonte: Ufficio stampa Comune di Padova

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Economia e Vangelo. La riflessione. Ti benedirò, sarai benedizione

Nella Bibbia la benedizione s’intreccia con la fecondità: «Vi renda fecondi il Signore, voi e i vostri figli. Siate benedetti dal Signore che ha fatto cielo e terra». Salmo 115.

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Immacolata-Ognissanti. Ragazzi e anziani, la catechesi si fa incontro

La catechesi di questi tempi non è stata semplice; mancava la pandemia a complicare l’offerta cristiana che noi catechisti tentiamo di dare.

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Basilica del Santo. Le celebrazioni del Natale. Messa “nella notte” alle 23, presieduta da padre Ramina

In preparazione al Natale, i frati della basilica del Santo invitano – domenica 19 alle 14.30 e martedì 21 alle 20.45 – a riscoprire il significato di questa grande festa, attraverso una lettura storico-artistica e teologica di alcune immagini più significative di Maria presenti all’interno della Basilica.

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Scelta dell’ora di religione cattolica. Materia che mira allo sviluppo integrale della persona

Tempo di iscrizioni a scuola e di scelta – per gli studenti – se frequentare l’ora di religione. Ecco allora cinque buoni motivi per avvalersi dell’ora di religione.

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La scuola senza Natale? No, perché non è scuola

Sarà la pandemia che ci sovrasta ancora, sarà il rigido autunno che volge al termine, sarà l’espressione distratta e rassegnata che si legge negli occhi di volti mascherati sul bus o al bar o negli ambienti di lavoro, ma quest’anno il Natale ha davvero un sapore un po’ strano.

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Scuola a tutto campo. Tre libri da gustarsi a Natale

Da leggere o da regalare. C’è il classico Canto di Natale di Charles Dickens oppure due novità: Altro che notte santa! e Non aprire questo libro. Neanche a Natale.

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Nomine 2021/14

  • Don Alessandro Piran è stato nominato amministratore parrocchiale di Polverara e Isola dell’Abbà.
  • Don Daniele Hudorovich è stato nominato collaboratore delle parrocchie del vicariato del Graticolato.
  • Don Maurizio Rigato, docente di Biblica presso la Facoltà Teologica e l’Istituto superiore di Scienze religiose, è stato nominato collaboratore festivo a Saonara.
  • L’accompagnamento pastorale e la rappresentanza legale della parrocchia di Villa di Teolo sono stati affidati, per l’anno pastorale in corso, alla Società Missioni Africane di Feriole, nelle persone di padre Dario Dozio e padre Lionello Melchiori.
  • Il conventuale padre Danilo Salezze è stato nominato vicario parrocchiale di Sant’Antonio all’Arcella.
  • Don Massimo De Franceschi, parroco di San Francesco in Padova, è stato nominato consigliere spirituale diocesano dell’associazione Rinnovamento nello Spirito Santo e dei gruppi del Rinnovamento Carismatico Cattolico presenti nella diocesi di Padova (nomina: 26 novembre 2021)

 

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