Ordinazione presbiterale

Campane a festa sabato 28 maggio per la Chiesa di Padova che celebra e festeggia l’ordinazione presbiterale di sei diaconi del Seminario Maggiore. La celebrazione si terrà in basilica Cattedrale a Padova, con inizio alle ore 16 e sarà trasmessa in diretta streaming sul sito della Diocesi di Padova (www.diocesipadova.it) e sul canale 11 di Telenuovo nella piattaforma Telenuovo Play.

Ed ecco i sei diaconi che diventeranno preti della Diocesi di Padova.

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DON RICCARDO BENETTI
, classe 1997, originario della parrocchia di Tombelle (Ve). È entrato in Seminario Minore nel 2010, e ha studiato al liceo scientifico. A settembre 2016 è entrato in Seminario Maggiore. Negli anni di seminario ha prestato servizio nelle parrocchie di Saccolongo, Torreglia, e nell’unità pastorale dell’Arcella, dove ha svolto il suo servizio diaconale.

 

DON DAVIDE CIUCEVICH, classe 1987, originario della parrocchia di Roncaglia. Prima di entrare in Seminario ha studiato al liceo scientifico e si è laureato in ingegneria civile con specializzazione in idraulica. È entrato a Casa Sant’Andrea nel gennaio 2016 per poi passare in Seminario Maggiore nel settembre dello stesso anno. Negli anni di formazione ha prestato servizio nelle parrocchie del Duomo di San Lorenzo martire di Conselve, Tombelle e Galta, Limena. In quest’ultima ha svolto il suo servizio diaconale.

 

DON DARIO MARCHIORETTO, classe 1981, originario della parrocchia di San Giorgio di Perlena (Vi). Prima di entrare in Seminario ha studiato come perito industriale in elettronica, e poi ha lavorato per alcuni anni. È entrato nel 2017 a Casa Sant’Andrea, per poi passare in Seminario Maggiore nel settembre dello stesso anno. Negli anni di formazione ha prestato servizio nelle parrocchie di San Giacomo in Romano d’Ezzelino, Sant’Eufemia e San Leonardo in Borgoricco, Ss. Pietro e Paolo in Zané. In quest’ultima ha svolto il suo servizio diaconale.

 

DON ALBERTO PASTORELLO, classe 1997, originario della parrocchia del Duomo di Conselve. è entrato in Seminario Minore nel 2011 e ha studiato il liceo classico. A settembre 2016 è entrato in Seminario Maggiore. Durante la formazione ha prestato servizio nelle parrocchie di San Leonardo in Borgoricco, Santa Giustina in Colle, per poi svolgere il suo servizio diaconale nella sua parrocchia di origine.

 

DON FABIO SPINELLO: classe 1988, originario della parrocchia di Pontelongo (Pd), dopo aver conseguito la maturità scientifica e una laurea in ingegneria elettronica entra a Casa Sant’Andrea nel 2015 e l’anno successivo in Seminario Maggiore. Negli anni di formazione ha prestato servizio nell’unità pastorale di Piove di Sacco, nella parrocchia di Ponte di Brenta e nell’unità pastorale di Piovene Rocchette, dove ha anche svolto il servizio diaconale.

 

DON CRISTIANO VANIN, classe 1983, è originario di Conscio di Casale sul Sile (Tv). Prima di entrare in Seminario ha studiato al liceo scientifico bilingue inglese-tedesco per poi laurearsi in statistica all’Università di Padova. Successivamente si è laureato in psicologia clinica allo Iusve di Mestre-Venezia; ha poi lavorato come collaboratore a un progetto di ricerca dell’Università di Padova, e infine nell’Ufficio di statistica della Regione Veneto. È entrato in Seminario Maggiore nel 2016. Negli anni di seminario ha prestato servizio nelle parrocchie di Tencarola e Madonna Pellegrina. In quest’ultima ha svolto il suo servizio diaconale.






 

 

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Don Giampaolo Tiengo riposa tra le braccia del Padre

«Verso le 4.30 don Giampaolo ha seguito il Risorto nella sua Ascensione». Con queste parole è arrivata all’alba di oggi, giovedì 26 maggio 2022 la comunicazione della morte di don Giampaolo Tiengo.
Le esequie saranno celebrate dal vescovo Claudio a Montemerlo, lunedì 30 maggio, ore 10.

Don Giampaolo nasce a Chioggia il 20 luglio 1939 da Cesare e Maria Fornaro. Originario deella parrocchia di Valli di Chioggia, viene ordinato presbitero dal vescovo Mons. G. Bortignon il 7 luglio 1963, assieme ai compagni di una classe molto numerosa.
Viene mandato come cooperatore a Ponte San Nicolò. Nel settembre 1970 è poi cooperatore a Borso del Grappa fino all’autunno 1977 quando diventa arciprete di Boccon. Nel settembre 1991 è parroco di Montemerlo.
Dal 1996 al 2002 è vicario foraneo del vicariato di Teolo per due mandati.
Dopo la rinuncia alla parrocchia di Montemerlo nel maggio 2016, prende dimora a Rovolon come collaboratore dell’Unità pastorale di Bastia (Bastia, Carbonara e Rovolon), fino a poche settimane fa.
La morte lo ha raggiunto all’Opera della Provvidenza di Sarmeola all’alba del 26 maggio 2022.
Notizia in aggiornamento

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Festival Biblico: 14 appuntamenti sull’Apocalisse dal 27 al 29 maggio 2022

Entra nel vivo il programma del Festival Biblico a Padova con ben 12 appuntamenti cittadini più due nel primo hinterland (Limena e Rubano), che cadenzeranno i giorni 27-28-29 maggio, declinando con più linguaggi e proposte il versetto tratto dal libro dell’Apocalisse – “e vidi un nuovo cielo e una nuova terra” (Ap 21,1) – che fa da filo conduttore all’edizione 2022 del Festival, la 18a dal suo inizio e la decima a cui aderisce la Diocesi di Padova.

In tutto quindi 14 appuntamenti che si dipaneranno lungo tutto l’arco delle tre giornate di Festival, favorendo una fruizione complessiva della proposta, letteralmente dall’alba (quando si collocano le meditazioni spirituali) al tramonto (con le proposte serali), senza accavallamenti o sovrapposizioni.

Quattro le prospettive entro cui si colloca il tema scelto quest’anno: biblico-esegetica, con gli appuntamenti di approfondimento sul testo di Apocalisse; antropologica-filosofica, per riflettere sul senso e le dimensioni del tempo; geopolitica, che si concentra sull’oggi e sull’invito di Apocalisse a leggere e vivere ogni tempo presente; linguistica e del pensiero critico, entrambe strettamente connesse a concetti chiave del nostro vivere, come libertà, scelta, coerenza e responsabilità.

 

Ogni giornata del Festival inizierà con una “meditazione”. Venerdì 27 maggio sarà di buon mattino, alle ore 7, con una riflessione itinerante guidata da don Massimo De Franceschi (Di piazza in piazza meditando) sul versetto «Tu sei degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli» (Ap 5,9); sabato 28 maggio sarà alle ore 9 nella chiesa di San Francesco (Tornare all’Apocalisse, dove l’estremo si rivela) con il filosofo e poeta Alessandro Pertosa, vincitore lo scorso anno della 25a edizione del premio di poesia religiosa di Camposampiero; mentre domenica 29 maggio, la meditazione sarà sempre alle ore 9, ma in Battistero della Cattedrale, dove ad accompagnare la riflessione ci sarà il vescovo di Padova mons. Claudio Cipolla sul versetto Non avranno più fame, né avranno più sete Ap 7,16-17.

Le giornate poi proseguiranno con appuntamenti biblici e dialoghi o momenti musicali. In particolare venerdì 27 maggio, alle ore 16.30, in Facoltà teologica del Triveneto, il biblista don Andrea Albertin e il direttore del Museo diocesano di Padova Andrea Nante, dialogheranno sul tema Una comunità guarita per edificare la speranza. Le sette lettere dell’Apocalisse nel Libro e nell’arte. Mentre alle ore 20, l’appuntamento è in Battistero della Cattedrale con una serata dal titolo Sguardi oltre – Visita multisensoriale nell’Urbs Picta del Battistero di Giusto de’ Menabuoi, particolarmente dedicata ai giovani. L’incontro vede la partecipazione di un gruppo di giovani ipovedenti della Pastorale giovanile senza barriere, per una proposta di fruizione artistica e sensoriale dello splendido capolavoro trecentesco. Introduce Andrea Nante, direttore del Museo diocesano di Padova. Sempre nella serata di sabato, alle ore 21, sarà la teologa e scrittrice Antonietta Potente, nella cornice della Sala del Capitolo della Basilica del Carmine, a concludere la prima giornata padovana del Festival, con l’incontro Apocalisse: complicità tra giorno e notte. Lettura sapienziale e simbolica. Modera Isabella Tiveron.

 

La giornata di sabato 28 maggio, dopo la meditazione delle ore 9 nella chiesa di San Francesco, dà appuntamento nella sala Giotto della multisala MPX in via Bonporti, alle ore 10, per un’occasione unica che permetterà di vedere da vicino le Visioni dei tempi ultimi, così come sono rappresentante negli affreschi del Battistero di Padova, messe in relazione con il linguaggio cinematografico contemporaneo. Il tutto accompagnati da immagini e dagli interventi di Nadia Munari (teologa), Umberto Curi (filosofo), Bartolo Ayroldi (filosofo e videomaker). Modera Isabella Tiveron. Il percorso proseguirà nel pomeriggio alle ore 16 nella sala della Carità, in via San Francesco, con Quale speranza di nuovo cielo e nuova terra? Migranti, profeti di speranza, e la partecipazione di Monica Mazzucato della Comunità di Sant’Egidio e padre Alberto Remondini Sjdirettore dell’Antonianum di Padova. Introduce e modera don Gianromano Gnesotto della Pastorale Migrantes; a seguire, alle ore 18 nella chiesa di San Gaetano, in via Altinate, saranno la storica del cristianesimo Adriana Valerio e la biblista Benedetta Rossi, a riflettere sul tema Volti di donne. Tra profezia e apocalittica, introdotte da Vittorio Berti, storico del cristianesimo e delle chiese.

 La giornata si concluderà in musica alle ore 21 nella chiesa di San Francesco con I cieli immensi narrano profezie di salvezza. I salmi di Benedetto Marcello e di altri autori del Barocco italiano, appuntamento che vede la partecipazione di Ensemble vocale e strumentale Aurea Aetas diretto da Chiara De Zuani.

Il Festival biblico a Padova si concluderà domenica 29 maggio, con quattro appuntamenti che seguono la meditazione del vescovo Cipolla (ore 9 in Battistero della Cattedrale). Due si terranno in altrettanti comuni della prima cintura urbana: alle ore 10 a Villa Pacchierotti De Benedetti a Limena (via Tavello 8), il demografo Gianpiero Dalla Zuanna, il sociologo Stefano Allievi e la teologa Isabella Tiveron parleranno di Popolazione e sviluppo: tra tempi apocalittici e apertura a tempi nuovi. Intrecci di socialità, contesti e geografie umane. Modera Massimo D’Onofrio, presidente dell’Ucid di Padova. Conclusione musicale di Ruben Xhaferi. Mentre alle ore 16, nel teatro dell’Opera della Provvidenza di Sarmeola di Rubano verrà proposto Da Babele alla Città celeste con la partecipazione di Teatrocarcere Due Palazzi, della biblista Lidia Maggi e di don Roberto Ravazzolo, direttore generale dell’OPSA. Nel tardo pomeriggio si ritorna in città con i due appuntamenti conclusivi del Festival a Padova: il primo alle ore 18, nel chiostro grande della Basilica di Santa Giustina, dove il biblista Giuseppe Casarin rifletterà sul tema Apocalisse: rivelazione della meraviglia di fronte al mondo. Testo e contesto e il secondo alle ore 21, nella chiesa di San Gaetano con Le visioni. Ciò che gli occhi non vedono: spettacolo di musica e danza, proposta musicale con Fucina Harmonica (Ex Ensemble Machiavelli), Seesaw Project.

Il Festival Biblico a Padova e nel territorio diocesano è reso possibile grazie al sostegno economico e logistico di Diocesi di Padova, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Comune di Padova, Comune di Limena, Comune di Candiana, Comune di Monselice, Noi Associazione e vede il patrocinio dei Comuni di Padova, Candiana, Monselice, Piove di Sacco, Limena. Gli appuntamenti a Padova hanno visto la collaborazione di: parrocchia di San Francesco, parrocchia del Carmine, rettoria di San Gaetano, Museo diocesano, Facoltà teologica del Triveneto, Istituto superiore di Scienze religiose, Ucid Padova, Opera della Provvidenza S. Antonio.

Tutte le info su: www.festivalbiblico.it

Per la partecipazione ai singoli eventi la prenotazione è consigliata.

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Appuntamento del Giugno Antoniano con “la rete di padre Cortese” e il coraggio per gli oppressi di ogni tempo

All’interno del ricco e denso programma del Giugno Antoniano, la Corsia del Santo in collaborazione con la Diocesi propone, martedì 24 maggio 2022, alle ore 20.30, nel teatro del Seminario, una conferenza tra storia e attualità dedicata al tema Dalla rete di padre Placido Cortese ai nostri giorni. La coscienza e il coraggio per gli oppressi in ogni tempo. Dopo il saluto di Anna Soatto, presidente della Corsia del Santo – Placido Cortese, interverranno padre Giorgio Laggioni (La rete di padre Placido); Antonello Spinelli (Gli ebrei stranieri in provincia di Padova 1933-1945) e seguiranno le testimonianze di Emanuela Sabbadin e Paolo Zanotto, familiari di Lidia Martini, e di Alvise Moretti, presidente di Popoli insieme odv (Accogliere persone, costruire comunità). Infine il direttore del settimanale diocesano La Difesa del popolo, Luca Bortoli, interverrà sul tema Raccontare le guerre, giornalisti in prima linea. Conclude la serata don Leopoldo Voltan, vicario episcopale per la pastorale della Diocesi di Padova. Ingresso gratuito fino a esaurimento dei posti e nel rispetto della normativa sanitaria vigente.

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Cammino Laudato Si’: percorso naturalistico spirituale sui Colli Euganei

Il CAMMINO LAUDATO SI’
è un percorso spirituale, che attiva i nostri passi e il desiderio di sentirci parte della creazione. Punto di partenza e di arrivo è la Chiesa di San Pietro a Faedo, fulcro della comunità fin dalle sue origini. Lungo il percorso si possono ammirare le varie specie vegetali tipiche dei Colli Euganei, che si alternano a vigneti e uliveti. Il sentiero in parte è panoramico e in parte si addentra nella vegetazione. Prima di giungere sul Monte Venda presso Casa Marina, dove è possibile ristorarsi e visitare il Giardino botanico e il Sentiero dei pianeti, si entra nel Parco dei Maronari, che nasconde un lago eutrofico naturale.

Buon cammino in compagnia della creazione, della Sacra Scrittura e della Lettera Enciclica Laudato si’!

MODALITÀ

Sulle tappe indicate nella mappa troverai delle colonnine con il QRcode da cui avrai accesso ai contenuti:
una spiegazione naturalistica
• una riflessione spirituale
• un brano dell’Enciclica Laudato Si’.
Ti invitiamo ad attivare due funzioni indispensabili per gustarti l’esperienza: la curiosità e lo stupore.
La curiosità ti permetterà di conoscere la bellezza della natura, lo stupore ti permetterà di scoprirti parte di una meravigliosa creazione.

PUNTI DI INTERESSE

• La Chiesa San Pietro di Faedo, fulcro della comunità come racconta la sua storia.
• I resti del monastero olivetano sul Monte Venda testimoniano la tradizione spirituale dei Colli Euganei, luoghi di insediamenti di monasteri determinanti per lo sviluppo del territorio.
• Il lago eutrofico naturale e il bosco di castagni da frutto, presso il sito del Monte Venda, di interesse della Direttiva Habitat sulla salvaguardia degli habitat naturali del Parco.
• Il Giardino botanico di Casa Marina, che ospita circa 800 specie vegetali.

NOTE TECNICHE

il sentiero
Chiesa San Pietro di Faedo – Cinto Euganeo – Casa Marina – Monte Venda – Galzignano terme è di km 6,3 e si percorre in 90 minuti dislivello
• quota minima dell’itinerario 234 m s.1.m., quota massima 416 m s.1.m.

tipo di percorrenza

escursionismo misto: sterrato – asfaltato; percorribile solo parzialmente con carrozzine e passeggini

INFORMAZIONI TURISTICHE

Parco Regionale dei Colli Euganei

http://www.parcocollieuganei.com/

tel. 0429.632911

e-mail: info@parcocollieuganei.com

COME ARRIVARE A FAEDO DI CINTO EUGANEO

AUTOSTRADA da Padova – Vicenza – Venezia -Treviso:
• uscita terme euganee
• arrivati a Battaglia Terme
• si prende la strada per Galzignano terme sp 25,
• si procede per Cinto Euganeo, Faedo sp 99 .
• arrivo alla chiesa di Faedo.

AUTOSTRADA da Rovigo – Verona:
• uscita Monselice
• arrivati a Monselice si prende la strada per Arquà Petrarca sp 6,
• si procede per Cinto Euganeo, Fontanafredda sp 21,
• a Fontanafredda si gira a destra per Faedo sp 99.
• arrivo alla chiesa di Faedo.

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Sui Colli Euganei il primo Cammino Laudato Si’

Viene inaugurato sabato 21 maggio, alle ore 17 alla presenza del vescovo Claudio Cipolla e del presidente dell’Ente Parco Colli Euganei, Riccardo Masin, il primo Cammino Laudato Si’ nel Parco regionale dei Colli Euganei, che è anche il primo cammino nel Nord Italia e nel Triveneto dedicato all’enciclica di papa Francesco.

L’appuntamento è alla chiesa di Faedo nel comune di Cinto Euganeo (Pd), dove ci sarà il momento ufficiale. Per chi lo desidera si proseguirà, partendo intorno alle 17.45 percorrendo il Cammino Laudato Si’: un anello di circa 7 chilometri a bassa difficoltà, percorribile in circa un’ora e mezza e cadenzato da sei tappe che invitano alla riflessione, su altrettanti verbi: camminare, vedere, sostare, sognare, gustare, ripartire. A metà del cammino si consumerà la cena al sacco nei pressi di Casa Marina.

È un cammino spirituale oltre che fisico, dove a ogni tappa c’è la possibilità di leggere o ascoltare tramite QRcode un breve testo con un linguaggio semplice e di comprensione immediata, che lascia spazio a ciascuno di elaborare una propria meditazione.

Il Cammino Laudato Si’, nel cuore dei Colli Euganei, tocca il territorio di due comuni dei colli, Cinto euganeo e Galzignano Terme; è promosso dalla Chiesa di Padova, attraverso la Pastorale sociale e del lavoro, per permettere agli escursionisti dei nostri Colli di immergersi nella natura tramite la spiritualità della Laudato Si’ che educa alla bellezza e invita alla cura.

Il percorso è stato realizzato in collaborazione con l’Ente Parco Colli Euganei e con il patrocinio gratuito dei comuni di Galzignano Terme e Cinto Euganeo.

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INCONTRO DIOCESANO DELLE FAMIGLIE

Venerdì 20 maggio nel tg in onda alle 19.15 e in replica alle 22.30 su Telepace – sul canale 76 – il direttore dell’ufficio famiglia, don Silvano Trincanato, presenterà l’Incontro diocesano delle famiglie di domenica 19 giugno in Altopiano di Asiago (Vi).

Il tg sarà caricato sul sito www.telepace.it e sul canale YouTube dalle ore 19.30.

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Vivere per dono – Festa della missione 2022

C’è un tempo per ogni cosa! È da molto tempo che attendiamo questo momento e finalmente è possibile realizzarlo.

In questi ultimi due anni abbiamo vissuto momenti difficili di fatica e sofferenza causati dalla pandemia e in questi mesi purtroppo anche costellati dalle tristi notizie di guerra che segnano il nostro quotidiano. Il desiderio è di riprendere fiato e trovare uno spiraglio di luce e di coraggio per gridare sui tetti che Dio è sempre con noi, che ci accompagna nella storia, che custodisce le sue creature e i suoi “messaggeri del vangelo” e che ama e desidera la pace per tutti i popoli, indistintamente.

È tempo quindi di ricavarci questo momento di festa, per riconfermarci – come ci propone lo slogan di questo tradizionale appuntamento – che la missione è dono gratuito, sorprendente, inatteso e inaspettato che riplasma e rigenera la nostra vita personale e di chiesa impegnata nel cammino importante del Sinodo.

E allora un grande grazie a voi amici, familiari dei missionari, animatori, benefattori e missionari/e rientrati o a casa in vacanza per essere portatori di questo dono e vi aspettiamo per dirvelo di persona alla Festa della missione a cui siete tutti invitati!

Équipe del Centro Missionario Diocesano

PROGRAMMA

15.30 Accoglienza

16.00 SPETTACOLO TEATRALE “Secondo Orfea. Quando l’amore fa miracoli” con Margherita Antonelli

Saluto ai missionari presenti

17.30 VIVERE PER DONO – Testimonianze

  • Genitori di p. Christian Carlassare, vescovo in Sud Sudan: Il coraggio del per-dono per una rinascita della Chiesa
  • Discepole del Vangelo: S. Charles De Foucauld, il dono del Vangelo dall’Algeria al mondo intero
  • Don Moreno Cattelan, missionario Orinino: il sospirato dono della pace per l’Ucraina (in collegamento)

Coffee break

19.00 PREGHIERA E MANDATO MISSIONARIO

Giovani: Un dono dal viaggio che diventa Missiofficina

19.45 Buffet condiviso

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Sinodo diocesano: scelti i temi, eletti i membri dell’assemblea sinodale

Giusto un anno fa – era domenica 16 maggio 2021 – il vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla – con una solenne celebrazione in Cattedrale, indiceva (dandone l’annuncio) il Sinodo diocesano della Chiesa di Padova. Era l’avvio di quello che il vescovo definì un “santo viaggio”, a cui veniva invitata e convocata l’intera Chiesa di Padova. Un viaggio che ora entra nella sua tappa culminante, la celebrazione del Sinodo diocesano, che verrà solennemente aperto dal vescovo Claudio nella domenica di Pentecoste – il 5 giugno 2022, alle ore 16.30, in Basilica Cattedrale.

«Il Sinodo diocesano – scrive il vescovo Claudio nell’Instrumentum Laboris 1 – sarà aperto il giorno di Pentecoste, pienezza della Pasqua, per chiedere che sul nostro lavoro scenda la forza del suo Spirito e cambi l’acqua in vino, come a Cana di Galilea; il pane e il vino, in corpo e sangue di Cristo come nell’Eucaristia delle nostre comunità; la nostra assemblea in corpo del Signore risorto. Il dono è sempre eccedente rispetto alle attese».

Si aprirà una nuova fase del cammino sinodale: la Commissione preparatoria, che ha individuato i temi del Sinodo termina il suo mandato dopo aver affidato lo Strumento di lavoro (Instrumentum laboris 1) all’intera Diocesi e all’Assemblea sinodale che inizierà il suo cammino dopo aver fatto la professione di fede.

Il lavoro del Sinodo diocesano si muoverà sui temi individuati e su alcune prospettive di fondo: la conversione in chiave missionaria di tutta la pastorale; il volto e lo stile fraterno delle nostre parrocchie perché rendano accessibile il Vangelo alle persone; l’inculturazione del Vangelo in un contesto non più visibilmente cristiano nel quale i riferimenti valoriali al messaggio e alla persona di Gesù sono diventati labili.

La solenne celebrazione di apertura del Sinodo sarà caratterizzata da tre segni: la processione d’ingresso con il libro dei Vangeli; la colletta all’offertorio dedicata a sostenere tre progetti di Caritas diocesana orientati a farsi carico di situazioni di disagio e precarietà; la comunione agli ammalati con l’invio dei ministri straordinari della comunione a partire da questa celebrazione eucaristica. Stessi segni che le parrocchie della Diocesi di Padova sono invitate a porre durante le celebrazioni della domenica mattina, in simbolico ed effettivo collegamento con la celebrazione del Sinodo diocesano.

Invitati e presenti alla celebrazione di apertura del Sinodo i membri della Segreteria del Sinodo (che ha accompagnato tutto il lavoro di questo anno di preparazione), della Commissione preparatoria (composta da 60 persone, che hanno individuato i temi che saranno oggetto del Sinodo diocesano) e dell’Assemblea sinodale (circa 400 persone, tra membri di diritto, membri eletti e membri scelti dal vescovo).

La celebrazione di apertura sarà il momento solenne, ma la prossima settimana, l’intera Diocesi sarà coinvolta in una serie di incontri vicariali in cui verranno presentati i temi del Sinodo e un altro strumento – i gruppi di discernimento sinodale – che al pari degli spazi di dialogo dell’anno di preparazione, rappresentano un’occasione di secondo ascolto, per piccoli gruppi a partire questa volta dai temi del sinodo e si ritroveranno nel periodo ottobre a dicembre 2022. Il lavoro dei gruppi di discernimento sinodale sarà poi contributo per il lavoro dell’Assemblea sinodale, che lavorerà su base territoriale e per commissioni oltre che in sedute plenarie, per arrivare alla stesura del documento finale da consegnare al vescovo. La conclusione del Sinodo diocesano della Chiesa di Padova è prevista entro dicembre 2023.

Il percorso di discernimento che si apre per la Chiesa di Padova sarà accompagnato da un brano evangelico di riferimento – la narrazione delle nozze di Cana del Vangelo di Giovanni (Gv 2, 1-11) e da un’immagine realizzata dall’illustratrice Elisabetta Benfatto.


I TEMI del Sinodo diocesano della Chiesa di Padova

14 temi complessivi riconducibili a tre ambiti (dimensioni trasversali, soggetti, cantieri) sono il frutto del lavoro dell’anno di primo ascolto e di preparazione del Sinodo diocesano della Chiesa di Padova. Questi temi saranno ora affidati ai Gruppi di discernimento sinodale e saranno successivamente accompagnati anche da domande e provocazioni per renderli attinenti al contesto pastorale della nostra Diocesi. Sono le piste di riflessione che guideranno l’individuazione delle “proposizioni”, cioè le prospettive ecclesiali, gli obiettivi pastorali e le proposte di cambiamento da discutere in Assemblea sinodale.

Di seguito i temi suddivisi per ambito

DIMENSIONI TRASVERSALI

EVANGELIZZAZIONE E CULTURA: un arricchimento reciproco

LA CHIESA E GLI AMBITI DI VITA: un legame costitutivo

IL BISOGNO DI SPIRITUALITÀ: una ricerca vitale

LA LITURGIA: il desiderio di incontrare il Signore e i fratelli

SOGGETTI

LE FAMIGLIE: l’attuale complessità ci interpella

I GIOVANI E LE NUOVE GENERAZIONI: profezia per la Chiesa di Padova

L’IDENTITÀ E I COMPITI DEI FEDELI LAICI: la consapevolezza della dignità battesimale

L’IDENTITÀ E I COMPITI DEI PRESBITERI: un ripensamento necessario

 

CANTIERI

IL VOLTO DELLE PARROCCHIE: stare nella transizione e nel processo

LE PARROCCHIE E LO STILE EVANGELICO: una casa fraterna e ospitale

LE PRIORITÀ PASTORALI: l’annuncio al centro

LA COMUNICAZIONE DELLA FEDE: l’azione corale di tutta la comunità

L’ORGANIZZAZIONE PARROCCHIALE E TERRITORIALE: le parrocchie e gli altri livelli di collaborazione

LE STRUTTURE E LA SOSTENIBILITÀ ECONOMICA: la gestione ordinaria e straordinaria tra opportunità e criticità

 

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Messaggio del Papa per la 108ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato (25 settembre 2022)

«Non abbiamo quaggiù una città stabile, ma cerchiamo quella futura» (Eb 13,14).

Cari fratelli e sorelle!

Il senso ultimo del nostro “viaggio” in questo mondo è la ricerca della vera patria, il Regno di Dio inaugurato da Gesù Cristo, che troverà la sua piena realizzazione quando Lui tornerà nella gloria. Il suo Regno non è ancora compiuto, ma è già presente in coloro che hanno accolto la salvezza. «Il Regno di Dio è in noi. Benché sia ancora escatologico, sia il futuro del mondo, dell’umanità, allo stesso tempo si trova in noi».

La città futura è una «città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso» (Eb 11,10). Il suo progetto prevede un’intensa opera di costruzione nella quale tutti dobbiamo sentirci coinvolti in prima persona. Si tratta di un meticoloso lavoro di conversione personale e di trasformazione della realtà, per corrispondere sempre di più al piano divino. I drammi della storia ci ricordano quanto sia ancora lontano il raggiungimento della nostra meta, la Nuova Gerusalemme, «dimora di Dio con gli uomini» (Ap 21,3).  Ma non per questo dobbiamo perderci d’animo. Alla luce di quanto abbiamo appreso nelle tribolazioni degli ultimi tempi, siamo chiamati a rinnovare il nostro impegno per l’edificazione di un futuro più rispondente al progetto di Dio, di un mondo dove tutti possano vivere in pace e dignità.

«Noi aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali avrà stabile dimora la giustizia» (2 Pt 3,13). La giustizia è uno degli elementi costitutivi del Regno di Dio. Nella ricerca quotidiana della sua volontà, essa va edificata con pazienza, sacrificio e determinazione, affinché tutti coloro che ne hanno fame e sete siano saziati (cfr Mt 5,6). La giustizia del Regno va compresa come la realizzazione dell’ordine divino, del suo armonioso disegno, dove, in Cristo morto e risorto, tutto il creato torna ad essere “cosa buona” e l’umanità “cosa molto buona” (cfr Gen 1,1-31). Ma perché regni questa meravigliosa armonia, bisogna accogliere la salvezza di Cristo, il suo Vangelo d’amore, perché siano eliminate le disuguaglianze e le discriminazioni del mondo presente.

Nessuno dev’essere escluso. Il suo progetto è essenzialmente inclusivo e mette al centro gli abitanti delle periferie esistenziali. Tra questi ci sono molti migranti e rifugiati, sfollati e vittime della tratta. La costruzione del Regno di Dio è con loro, perché senza di loro non sarebbe il Regno che Dio vuole. L’inclusione delle persone più vulnerabili è condizione necessaria per ottenervi piena cittadinanza. Dice infatti il Signore: «Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi» (Mt 25, 34-36).

Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati significa anche riconoscere e valorizzare quanto ciascuno di loro può apportare al processo di costruzione. Mi piace cogliere questo approccio al fenomeno migratorio in una visione profetica di Isaia, nella quale gli stranieri non figurano come invasori e distruttori, ma come lavoratori volenterosi che ricostruiscono le mura della nuova Gerusalemme, la Gerusalemme aperta a tutte le genti (cfr Is 60,10-11).

Nella medesima profezia l’arrivo degli stranieri è presentato come fonte di arricchimento: «Le ricchezze del mare si riverseranno su di te, verranno a te i beni dei popoli» (60,5). In effetti, la storia ci insegna che il contributo dei migranti e dei rifugiati è stato fondamentale per la crescita sociale ed economica delle nostre società. E lo è anche oggi. Il loro lavoro, la loro capacità di sacrificio, la loro giovinezza e il loro entusiasmo arricchiscono le comunità che li accolgono Ma questo contributo potrebbe essere assai più grande se valorizzato e sostenuto attraverso programmi mirati. Si tratta di un potenziale enorme, pronto ad esprimersi, se solo gliene viene offerta la possibilità.

Gli abitanti della nuova Gerusalemme – profetizza ancora Isaia – mantengono sempre spalancate le porte della città, perché possano entrare i forestieri con i loro doni: «Le tue porte saranno sempre aperte, non si chiuderanno né di giorno né di notte, per lasciar introdurre da te le ricchezze dei popoli» (60,11). La presenza di migranti e rifugiati rappresenta una grande sfida ma anche un’opportunità di crescita culturale e spirituale per tutti. Grazie a loro abbiamo la possibilità di conoscere meglio il mondo e la bellezza della sua diversità. Possiamo maturare in umanità e costruire insieme un “noi” più grande. Nella disponibilità reciproca si generano spazi di fecondo confronto tra visioni e tradizioni diverse, che aprono la mente a prospettive nuove. Scopriamo anche la ricchezza contenuta in religioni e spiritualità a noi sconosciute, e questo ci stimola ad approfondire le nostre proprie convinzioni.

Nella Gerusalemme delle genti il tempio del Signore è reso più bello dalle offerte che giungono da terre straniere: «Tutti i greggi di Kedàr si raduneranno da te, i montoni dei Nabatei saranno a tuo servizio, saliranno come offerta gradita sul mio altare; renderò splendido il tempio della mia gloria.» (60,7). In questa prospettiva, l’arrivo di migranti e rifugiati cattolici offre energia nuova alla vita ecclesiale delle comunità che li accolgono. Essi sono spesso portatori di dinamiche rivitalizzanti e animatori di celebrazioni vibranti. La condivisione di espressioni di fede e devozioni diverse rappresenta un’occasione privilegiata per vivere più pienamente la cattolicità del Popolo di Dio.

Cari fratelli e sorelle, e specialmente voi, giovani! Se vogliamo cooperare con il nostro Padre celeste nel costruire il futuro, facciamolo insieme con i nostri fratelli e le nostre sorelle migranti e rifugiati. Costruiamolo oggi! Perché il futuro comincia oggi e comincia da ciascuno di noi. Non possiamo lasciare alle prossime generazioni la responsabilità di decisioni che è necessario prendere adesso, perché il progetto di Dio sul mondo possa realizzarsi e venga il suo Regno di giustizia, di fraternità e di pace.

Roma, San Giovanni in Laterano, 9 maggio 2022

Preghiera

Signore, rendici portatori di speranza,
perché dove c’è oscurità regni la tua luce,
e dove c’è rassegnazione rinasca la fiducia nel futuro.

Signore, rendici strumenti della tua giustizia,
perché dove c’è esclusione fiorisca la fraternità,
e dove c’è ingordigia prosperi la condivisione.

Signore, rendici costruttori del tuo Regno
Insieme con i migranti e i rifugiati
e con tutti gli abitanti delle periferie.

Signore, fa’ che impariamo com’è bello
vivere tutti da fratelli e sorelle. Amen.

Scarica qui il Messaggio del Santo Padre Francesco per la 108ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2022

 

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