Elezioni politiche 25 settembre 2022

La legge costituzionale 19 ottobre 2020, n. 1 che ha ridotto il numero dei parlamentari, ha richiesto una riforma dei collegi uninominali e plurinominali per le elezioni della Camera e del Senato. Il decreto legislativo 23 dicembre 2020, n. 177 ridetermina il numero e la dimensione dei collegi.

Ecco quali sono e come si ridefinisce la rappresentanza dei territori in Parlamento.

  Da Toniolo ricerche 176.1 – 11 agosto 2022

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In principio – Motus Terrae

Dal 12 al 30 settembre 2022 si terrà la sesta edizione di In Principio, la rassegna di musica sacra realizzata dall’Orchestra di Padova e del Veneto in collaborazione con l’Ufficio per la Liturgia della Diocesi di Padova, le parrocchie del centro storico, che quest’anno ha come declinazioen Iniziativa che vede il patrocinio del Comune di Padova, la media partnership del settimanale diocesano La Difesa del popolo, e con il sostegno della Fondazione Cariparo. All’interno dei cinque appuntamenti proposti figura la tradizionale messa in ricordo dei musicisti e di tutti gli artisti padovani defunti, accompagnata dal grande repertorio sacro di Mozart, la possibilità di ascolto e approfondimento musicale ispirate a particolari temi della fede cristiana all’interno di nuovi spazi esecutivi.

In Principio avrà inizio lunedì 12 settembre alle ore 20.45 in Basilica Cattedrale a Padova con un particolare ritratto in musica di Lorenzo Perosi condotto da don Paolo Padrini in occasione dei 150 anni della nascita del compositore italiano. Già maestro di cappella nella basilica di San Marco di Venezia e direttore perpetuo aggiunto della Cappella musicale pontificia Sistina, la musica di Perosi sarà affidata all’Orchestra di Padova e del Veneto e al Coro Città di Piazzola sul Brenta, diretto da Paolo Piana, con il soprano Ljuba Bergamelli nella veste di solista per la direzione diMarcello Bufalini.

Venerdì 16 settembre alle ore 19.00 alla chiesa di San Benedetto abate le comunità parrocchiali del centro storico di Padova, com’è ormai tradizione, ricordano i musicisti e gli artisti padovani defunti nella celebrazione eucaristica presieduta da mons. Giuliano Zatti, vicario generale della Diocesi di Padova, con l’esecuzione dalla Messa per soli, coro e orchestra K 427 di Mozart, tra i massimi capolavori dell’arte sacra del compositore austriaco, rimasta incompiuta. OPV e il Coro Iris Ensemble, diretto da Marina Malavasi, si uniranno ai soprani Nina Solodovnikova e Paola Leoci, il tenore Giuseppe Di Giacinto e il basso Giacomo Nanni, per la direzione di Luca Guglielmi.

Mercoledì 21 settembre alle ore 20.45 in sala Petrarca della Multisala Pio X, In Principio spazierà tra i generi più diversi con Dulcedo et spes di Tony Pagliuca, storico componente e tastierista del gruppo Le Orme, tra i principali esponenti del rock progressive italiano a cavallo tra gli anni Sessanta e i primi anni Novanta.

Venerdì 23 settembre alle ore 20.45 in basilica di Santa Maria del Carmine, la rassegna proseguirà con la versione originale per orchestra de Le sette ultime parole del nostro Redentore sulla croce Hob.XX:1 di Haydn. Capolavoro del padre del classicismo musicale, l’affascinante meditazione sulle ultime frasi pronunciate da Cristo sulla croce vedrà alla direzione di OPV Filippo Maria Bressan.

La rassegna si concluderà venerdì 30 settembre alle ore 20.45 al Teatro del Seminario Maggiore con un raro ritratto in musica di Giulio Radino, compositore padovano della seconda metà del Cinquecento – il padre è stato organista nella cappella di Sant’Antonio – la cui opera rappresenta un’interessante testimonianza dell’influsso dei Gabrieli a Venezia. L’Orchestra di Padova e del Veneto si unirà all’ensemble vocale La stagione armonica diretto da Sergio Balestracci, specialista del repertorio antico.

Per gli appuntamenti del 21 e 30 settembre: biglietto intero € 15,00, ridotto € 10,00 (under 18 e over 65) + diritto di prevendita.
Biglietti disponibili online su www.opvorchestra.it e presso Gabbia Dischi (via Dante 8, Padova)

Gli appuntamenti del 12, 16 e 23 settembre sono a ingresso libero e gratuito.

Per informazioni: 049 656848 – 656626

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Sacramento della Penitenza: solo nella forma “ordinaria”

A seguito di alcune richieste giunte ultimamente, relative alla possibilità di celebrare il Rito della riconciliazione con la confessione e l’assoluzione generale, il vescovo, mons. Claudio Cipolla, desidera ribadire nuovamente l’assenza delle motivazioni che hanno caratterizzato la concessione della possibilità negli ultimi anni, data la situazione straordinaria che si era venuta a creare.

Non siamo ancora fuori dalla pandemia, ma non si ritiene opportuno concedere ancora la forma straordinaria del Rito.

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Nomine 04/2022

  • Don Enrico Piccolo, parroco di Campodarsego e vicario foraneo del Graticolato, diventa parroco anche di Reschigliano. La parrocchia di Reschigliano passa dal vicariato di Vigodarzere al vicariato del Graticolato.
  • Don Damiano Fortin, parroco di Bronzola e Fiumicello, diventa parroco anche di Sant’Andrea di Campodarsego.
  • Don Fabio Bertin, già vicario parrocchiale di Tencarola, è nominato parroco dell’unità pastorale di Agna (Agna, Borgoforte, Frapiero, Prejon) e San Siro. Sarà coadiuvato da don Paolo De Zuani e don Remo Morello.
  • Don Michele Fanton lascia l’unità pastorale di Codevigo in quanto nominato parroco di Montegalda, Montegaldella e Ghizzole, in sostituzione di don Silvano Silvestrin, che sarà collaboratore a Conselve e di don Gabriele Falcone, che invece sarà collaboratore a Montagnana. Don Fanton sarà parroco anche di Barbano e continuerà a servirsi della collaborazione di don Silvano Guzzonato. Accanto a don Fanton, come vicario parrocchiale vi sarà don Vittorio Pistore che lascia l’unità pastorale della Guizza e continua gli studi per il dottorato in teologia.
  • Don Stefano Vanzetto, incardinato tra il clero di Padova il 24 giugno scorso, è nominato parroco di Fonzaso. Il parroco emerito, don Alberto Vallotto, rimane collaboratore della parrocchia.

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Nomine 03/2022

  • Don Andrea Segato, concluso il suo servizio a Bresseo, è il nuovo parroco di Perarolo.
  • Don Riccardo Comarella è il nuovo parroco di Bresseo e di Villa di Teolo e avrà come collaboratore pastorale don Riccardo Betto (con residenza a Villa).
  • Don Giampietro Ravagnolo, parroco di Conco, Fontanelle e Rubbio, diventa parroco anche di Valle San Floriano e Pradipaldo, Crosara San Luca e Crosara San Bortolo, con l’aiuto del parroco emerito don Giampietro Bacchin.
  • Don Alessio Bertesso, arciprete del Duomo di Abano Terme, diventa anche parroco di Giarre. Don Ottavio De Stefani sarà collaboratore pastorale delle due parrocchie.
  • Don Ulisse Zaggia lascia la parrocchia del Torresino in Padova per trasferirsi nell’unità pastorale di Cona (Cantarana, Cona, Monsole e Pegolotte), in sostituzione di don Stefano Baccan, che diventa parroco di Bertipaglia.
  • Don Fabrizio Tessarolo, parroco di San Giorgio di Perlena, diventa anche parroco di Laverda e amministratore parrocchiale di Mure. Il parroco uscente don Federico Fabris, che conserva l’incarico di cappellano dell’ospedale di Asiago, diventa collaboratore dell’unità pastorale di Piovene (Grumello, Piovene e Rocchette). Nella stessa unità pastorale don Fabio Spinello è nominato vicario parrocchiale.
  • Don Dario Marchioretto è nominato parroco di Carpanedo. Il parroco emerito, don Gianni Binotto, rimane collaboratore della parrocchia.
  • Don Davide Ciucevich è nominato vicario parrocchiale di Limena.
  • Il conventuale padre Francesco Filippi è stato nominato vicario parrocchiale di Sant’Antonio di Padova all’Arcella.
  • Don Fabrizio Girardi viene nominato assistente spirituale dell’Opera della Provvidenza. Don Roberto Bevilacqua è stato nominato assistente nella Fondazione Opera della Provvidenza S. Antonio.
  • Padre Emmanuel Nnamdi Megwara (Missionary Society of St. Paul of Nigeria) è stato nominato cappellano della comunità africana anglofona presente nella diocesi di Padova.
  • Don Claudio Bortignon, parroco di Santa Giustina in Colle, è stato nominato anche assistente dell’Ordo Virginum.

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Mons. Pietro Lievore riposa tra le braccia del Padre

Nella mattina di oggi, martedì 19 luglio 2022, è mancato improvvisamente mons. Pietro Lievore, già arciprete della Cattedrale.
Le esequie si terranno venerdì 22 luglio alle ore 11, in Cattedrale a Padova e saranno presiedute dal vicario generale, mons. Giuliano Zatti.

Per chi desidera accompagnare questo momento con la preghiera, la salma di mons. Lievore è esposta nella cripta della Cattedrale (cappella della Santa Croce), accessibile durante gli orari di apertura della Cattedrale (ore 7-19.30).

Notizia in aggiornamento

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Mons. Egidio Caporello è tornato al Padre

È tornato alla Casa del Padre il vescovo emerito di Mantova mons. Egidio Caporello. La morte è avvenuta alle 2,30 di lunedì 18 luglio. La salma è esposta nel Santuario delle Grazie a Curtatone (Mn) per la preghiera di quanti vorranno fargli visita. Sempre nel Santuario nei giorni 19 e 20 luglio verranno celebrate due S. Messe di suffragio, presiedute il 19 dal vescovo emerito di Mantova mons. Roberto Busti e il 20 dal vescovo di Mantova mons. Marco Busca.

Nella serata di martedì 19 e di mercoledì 20 la recita del S. Rosario alle ore 21.00.

Le esequie saranno celebrate giovedì 21 alle 10 nella concattedrale di S. Andrea a Mantova.

Successivamente la salma verrà tumulata in forma privata nella Cattedrale di san Pietro (Duomo) sempre a Mantova.

Egidio Caporello nasce a Padova l’8 giugno del 1931 ed entra giovanissimo nel Seminario della sua città. Qui compie tutto il percorso formativo che lo porterà all’ordinazione presbiterale il 10 luglio 1955 nella chiesa di San Benedetto Vecchio a Padova.

Dopo l’ordinazione frequenta i corsi filosofici presso la Pontificia Università Gregoriana a Roma, dove al contempo ricopre l’incarico di collaboratore del Centro nazionale attività catechistiche.

Dal 1959 al 1971 è vice assistente nazionale dell’Azione Cattolica e nel 1974 è incaricato di dirigere la casa assistenti dell’Azione Cattolica. Nel frattempo inizia a collaborare con l’ufficio catechistico nazionale, per il quale coordina ed organizza numerosi convegni nazionali e diocesani.

Il 24 luglio 1982 papa Giovanni Paolo II lo nomina quale primo segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana e vescovo titolare di Caorle. Il 19 settembre dello stesso anno riceve l’ordinazione episcopale, nella cattedrale di Padova, dal cardinale Anastasio Ballestrero, insieme ad altri concelebranti.

Il 28 giugno 1986 lo stesso papa lo nomina vescovo di Mantova. Nella nostra diocesi succede a Carlo Ferrari, dimessosi per raggiunti limiti di età. Farà il suo solenne ingresso a Mantova Il 7 settembre.

Fra il 1996 ed il 2001 è anche presidente della commissione episcopale per l’educazione cattolica, la cultura, la scuola e università della Conferenza Episcopale Italiana e membro del consiglio permanente della CEI.

Durante il suo episcopato in diocesi ricordiamo la visita del papa san Giovanni Paolo II nel 1991, l’ospitalità della Settimana Liturgica Nazionale nel 1999, e l’avvio di numerosi processi di traduzione del Concilio Vaticano II per la vita del clero e delle parrocchie mantovane.

Il 13 luglio 2007 papa Benedetto XVI accoglie la sua rinuncia, presentata per raggiunti limiti di età. Gli succede Roberto Busti, del clero di Milano. Rimane amministratore apostolico della diocesi fino all’ingresso del successore, avvenuto il 7 ottobre. Da allora si è ritirato presso il santuario della Beata Vergine delle Grazie a Curtatone, dedicandosi alla preghiera, all’ascolto delle persone e alla coltivazione dello studio biblico.

Da: https://www.diocesidimantova.it/approfondisci/articoli/dettaglio/mons-caporello-e-tornato-al-padre/

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Messaggio per la festa di San Benedetto, abate, patrono d’Europa

Carissimi fratelli e sorelle,

la festa di San Benedetto ci è propizia per raggiungervi con questo messaggio scritto a più mani e portatore di un grande desiderio di pace.

In questo modo vogliamo arricchire del carisma benedettino la nostra Chiesa diocesana e con essa il suo territorio. Pax infatti è motto benedettino e “pacis nuntius”, messaggero di pace, è uno dei titoli di San Benedetto che San Paolo VI ricorda nell’omonima lettera apostolica con la quale il 24 ottobre 1964 dichiarava il Santo da Norcia Patrono d’Europa.

Dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina stiamo percependo il valore della pace in modo ancora più urgente e vitale. Quando le guerre sono lontane, si può far finta di niente e si può parlare di pace senza coglierne a pieno il significato e la portata. In questi mesi non è così: la guerra è vicina a noi e stiamo comprendendo che creare pace è un processo molto complesso. Il rischio è desiderare la pace scegliendo il paradosso di perseguirla facendo la guerra. La pace non può mai darsi per garantita, né per scontata, ma richiede di vigilare e lavorare costantemente per essa. Va costruita giorno per giorno in noi stessi e nella comunità a cui apparteniamo.

Volere la pace e operare per la pace sono passi diversi. Come ci ricorda il Vangelo, «beati» sono gli operatori di pace (Mt 5,9) e non quelli che semplicemente la desiderano senza operare in loro e fuori di loro per costruirla.

La cura della pace infatti richiede l’esercizio delle virtù e il concorso di più virtù. Richiede cioè di lavorare in noi stessi e su noi stessi, per acquisire innanzitutto l’umiltà, la mitezza e la pazienza; richiede la conversione interiore di ciascuno, presupposto per il perseguimento della pace sociale, se non si vuole, anche inconsapevolmente, adoperarsi per sostenere conflitti nascosti o addirittura guerre aperte. Operare per la pace è inseparabile dall’operare per la virtù della giustizia, per l’eticità delle soluzioni proposte, per la riconciliazione proattiva tra le parti che si contrappongono. Operazione non facile: siamo consapevoli che tutto questo ci espone alle reazioni di quanti vedono solo se stessi, le proprie ragioni e i propri interessi. Per questo se si sceglie la pace, è necessario crescere nella virtù del coraggio fino a saper affrontare, in modo pacifico, la viltà della guerra.

Notava San Paolo VI che la prima pace da cercare, anche rispetto agli altri, è la pace del cuore: quello stato d’animo di giustizia, bontà e serenità, che ci rende rispettosi e benevoli verso tutti, e toglie dal nostro animo quei sentimenti che interrompono la circolazione, almeno potenziale, dell’amore del prossimo. La pace esige una sua psicologia, un suo spirito morale, che prima di rivolgersi agli altri si riflette sopra colui che vuole esercitare la pace. Prima d’essere sociale la pace è personale (cfr. Paolo VI, Udienza Generale, 4 giugno 1975).

Luogo privilegiato di esercizio di pace è la comunità, sull’esempio della comunità benedettina. Proprio perché siamo persone e non individui, è nella comunità che ciascuno di noi scopre di essere essenzialmente relazione: con gli altri, con il Creato e con Dio. Così è nella comunità che impariamo a vivere questa relazione passando da un amore possessivo centrato su di noi a un amore espansivo centrato sull’Altro e su gli altri.

La comunione della comunità, l’unione sociale auspicabile, non ha come modello l’uniformità della sfera, ma la composizione plurale del poliedro (cfr. Papa Francesco, Evangelii gaudium, 236). Si tratta cioè di giungere a un’unità nella diversità e a una comunione nella libertà, che esigono e propiziano la continua tensione tra particolare e universale, tra l’uno e il molteplice, tra il semplice e il complesso. L’unità della società, come nella comunità pensata da San Benedetto, non nasce da un comune background, ma da una volontà che s’impegna e si sforza di rinunciare all’individualismo e condivide valori che sceglie di perseguire attraverso mezzi comuni. Gli immancabili conflitti tra visioni diverse vanno risolti non nel sincretismo o nell’assorbimento (la sfera), ma giungendo a una composizione superiore che conserva in sé le potenzialità dei diversi piani inizialmente in contrasto (il poliedro).

Questo 11 luglio festeggiamo San Benedetto chiedendo la sua intercessione per divenire anche noi operatori di pace secondo il suo insegnamento, che conduce ad una pace integrale capace di abbracciare tutte le dimensioni della nostra vita, con particolare attenzione alla cura della “casa comune”, a cui ci richiama con evidenza la siccità che sta attanagliando il nostro paese e come ci rammenta il dramma consumatosi nei giorni scorsi sulla Marmolada, tragedia che trova radici nelle conseguenze del cambiamento climatico. Se ogni cittadino, ogni cittadina, e ogni Stato europeo saranno costruttori di pace, allora l’Europa potrà attendere alla costruzione di un futuro di pace, fondato su valori comuni, nel rispetto della diversità delle culture e delle tradizioni dei popoli presenti al suo interno e nel mondo.

+ Claudio Cipolla, Vescovo di Padova

Dom Giulio Pagnoni, Abate di Santa Giustina

Dom Stefano Visintin, Abate di Praglia

Madre Maria Chiara Paggiaro, Abbadessa di San Daniele

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LA TUA SECONDA VITA COMINCIA QUANDO CAPISCI…

La tua seconda vita comincia quando capisci di averne una sola

Non è mai troppo tardi per essere felici

Ci sono giornate in cui tutto va storto. È così per Camille, quando sotto un incredibile diluvio si trova con l’auto in panne e senza la possibilità di chiamare nessuno. Tutte le sfortune del mondo sembrano concentrarsi su di lei. Ma Camille non sa che quello è il giorno che cambierà il suo destino per sempre.
Un uomo le offre il suo aiuto. Si chiama Claude, e si presenta come un «ambasciatore della felicità». Le dice che lui è in grado di dare una svolta alla vita delle persone. Camille sulle prime non dà peso alle sue parole. Eppure, riscoprire la bellezza delle piccole cose renderebbe tutto più facile: l’aiuterebbe ad andare di nuovo d’accordo con il figlio ribelle e a ritrovare la sintonia di un tempo con il marito.
Così decide di ricontattare Claude e di seguire le sue indicazioni. Per liberarsi delle caratteristiche negative c’è ogni giorno un semplice esercizio da compiere, un piccolo passo alla volta: ripercorrere le sensazioni di un momento felice, guardarsi allo specchio e farsi dei complimenti, contare tutte le volte che ci si lamenta durante la giornata. A volte basta solo ringraziare per quello che di buono accade, dal profumo del caffè la mattina a una realizzazione personale. Camille comincia a mettere in pratica questi consigli, e intorno e dentro di lei qualcosa succede. Con il sorriso sulle labbra, non è più così difficile parlare con suo figlio e riscoprire con suo marito i motivi per cui si erano scelti.
Ma c’è una cosa ancora più importante che Camille ha imparato. Non c’è felicità se non la si divide con qualcuno. Questo è davvero l’ultimo tassello per fare di ogni giorno un giorno speciale, di ogni istante un istante da ricordare.
Un debutto che è un caso editoriale unico. Con più di 200.000 copie vendute a pochi giorni dall’uscita, ha scalato le classifiche francesi solo grazie al passaparola. La stampa ha poi consacrato il suo successo. Un romanzo che cambia la vita. Un romanzo che insegna come per essere felici a volte basta solo cambiare prospettiva e ricordare la magia delle piccole cose, delle parole che scaldano il cuore. Perché se affrontata passo dopo passo, nessuna montagna è insormontabile. Si riesce sempre ad arrivare in cima.

Alcune note su Raphaëlle Giordano

Raphaëlle Giordano, scrittrice, artista, pittrice, coach di creatività, ha scritto il suo primo romanzo sul tema che le è più caro: l’arte di trasformare la propria vita per trovare la strada del benessere e della felicità.

Titolo  La tua seconda vita comincia quando capisci di averne una sola  ISBN 9788811671060

Autore   Raphaëlle Giordano

Collana  NARRATORI MODERNI

Casa Editrice  GARZANTI genn. 2017

Aree tematiche Narrativa straniera

Dettagli 216 pagine, Cartonato

Prezzo di questa edizione cartacea 16,90€


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VERSO IL MATRIMONIO

A metà giugno scorso è uscito, a nome del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, un documento dal titolo: Itinerari catecumenali per la vita matrimoniale. Orientamenti pastorali per le chiese particolari. Come al solito un documento corposo, che dichiara due obiettivi espliciti.
Il primo è quello di «esporre alcuni principi generali e una proposta pastorale concreta e complessiva, che ogni Chiesa locale è invitata a prendere in considerazione nell’elaborazione di un proprio itinerario catecumenale per la vita matrimoniale» (n. 2). Quindi linee guida generali, che ogni chiesa locale considererà come «un vestito che va cucito su misura per le persone che lo indosseranno (papa Francesco, nella prefazione), per ristrutturare la pastorale di accesso al sacramento del matrimonio.

La crisi della famiglia e del matrimonio è sotto gli occhi di tutti. Il documento vuole tentare di essere «un antidoto che impedisca il moltiplicarsi di celebrazioni matrimoniali nulle o inconsistenti» (prefazione). Perciò, così come all’epoca del concilio di Trento l’istituzione dei seminari cercò di ridare spessore e qualità alla vita sacerdotale, ora si tenta di fare lo stesso con gli sposi. È questo è già un elemento positivo, perché finalmente si recepisce e si cerca di colmare una discrepanza tra differenti vocazioni, che lo stesso Papa evidenzia: «La Chiesa è madre, e una madre non fa preferenze fra i figli. Non li tratta con disparità, dedica a tutti le stesse cure, le stesse attenzioni, lo stesso tempo. Dedicare tempo è segno di amore: se non dedichiamo tempo a una persona è segno che non le vogliamo bene. Questo mi viene in mente tante volte quando penso che la Chiesa dedica molto tempo, alcuni anni, alla preparazione dei candidati al sacerdozio o alla vita religiosa, ma dedica poco tempo, solo alcune settimane, a coloro che si preparano al matrimonio. Come i sacerdoti e i consacrati, anche i coniugi sono figli della madre Chiesa, e una così grande differenza di trattamento non è giusta» (prefazione). Dunque, oltre alla cura che la Chiesa, nei suoi vari organismi e gradi, riserva alla formazione al sacerdozio, così è necessario che medesima cura e simile attenzione, almeno nelle intenzioni, sia riservata ai fidanzati, dimostrando davvero che non esistono ‘preferenze’ tra vocazioni.

Ma ad attirare la nostra attenzione è anche il secondo obiettivo dichiarato nel testo: «Solo riscoprendo il dono dell’essere cristiani – nuove creature, figli di Dio, amati e chiamati da Lui – è possibile un chiaro discernimento sul sacramento nuziale, in continuità con la propria identità battesimale e come realizzazione di una specifica chiamata di Dio» (n. 45). In altre parole ci si è resi conto che dietro la crisi della famiglia e del matrimonio c’è una vera e propria crisi di fede. Perciò, non si può dare per scontato che le coppie che chiedono il sacramento siano coppie che effettivamente vivono la fede in Cristo. Così accade, ed è esperienza diffusa tra gli operatori pastorali, che «coloro che si affacciano alla preparazione al matrimonio con una esperienza di fede molto approssimativa e senza partecipare attivamente alla vita ecclesiale” (n. 35), “[…] oltre a fare un primo discernimento nel fidanzamento, hanno bisogno di approfondire la propria identità battesimale” (n. 37). Per questo motivi il percorso proposto ha le forme tipiche del catecumenato, cioè del cammino di ingresso (o riscoperta) della fede.

Nel percorso proposto sono soprattutto la prima fase (pre-catecumenale) e il primo tempo (accoglienza) della fase catecumenale, ad essere pensate come «annuncio del kerygma, in modo che l’amore misericordioso di Cristo costituisca l’autentico “luogo spirituale” in cui una coppia viene accolta» (n. 38).

Bella idea, abbiamo pensato. Visto che ancora qualcuno entra in Chiesa per sposarsi, quale occasione migliore affinché ciò diventi una riscoperta della propria fede, qualora essa si sia un po’ sopita…. Ed è apprezzabile che, in questo tentativo, si ipotizzi di dover ricominciare proprio dal fondamento della fede: il kerygma, cioè l’esperienza di essere toccati dall’annuncio gioioso della morte e resurrezione di Cristo, esperienza che può cambiare profondamente la mia vita. Era questa già un’intuizione di Evangelli Gaudium, che non a caso è citata nella nota 18: «Gesù Cristo ti ama, ha dato la sua vita per salvarti, e adesso è vivo al tuo fianco ogni giorno, per illuminarti, per rafforzarti, per liberarti (EG 164-165).
In realtà, da tempo la nostra pastorale sperimenta come le forme e i modi che abbiamo di evangelizzare non siano per nulla in grado di andare in questa direzione. E da qui poi la necessità, ormai dichiarata da tutti di una nuova evangelizzazione. Ma è pure evidente come proprio su questo la Chiesa sia ancora quasi tutta al palo, e le strade concrete di questo “secondo annuncio” (come ben lo definisce E. Biemmi) siano ancora molto difficili da tracciare.

Il documento sembra essere consapevole di questa situazione tanto da dire che: «si rende necessario un serio ripensamento del modo in cui nella Chiesa si accompagna la crescita umana e spirituale delle persone» (n. 15). E, in effetti, ci prova ad aprire alcune prospettive di un “serio ripensamento”, almeno ad uno sguardo sintetico. Qui si aprirebbe un discorso anche sul tema dell’Iniziazione cristiana, che però non vogliamo prendere in considerazione al momento; già è bene aver detto che bisogne rivedere e ripensare i modi di accompagnamento della crescita.
Certamente, da ciò deriverebbe che la preparazione al matrimonio richiede una certa serietà e una maturazione, domanda tempo, cammino, verifica, condivisione. Che la dimensione umana della relazione sponsale non può essere separata da quella spirituale, perché altrimenti questa diventa una pure etichetta di “cristiano”, senza consistenza. Che chi è chiamato ad accompagnare le coppie in questi cammini deve avere una formazione solida, pluridisciplinare, relazionale e continuativa (su cui il documento anche interviene). Infine, che le comunità locali possono essere in grado di dare attuazione con creatività, elasticità e personalizzazione alle linee programmatiche. Già questo basterebbe, se realizzato davvero, a segnalare un “serio ripensamento” della pastorale media per le coppie. Perciò sarebbe già molto.
Ma temiamo che, scendendo in una lettura più analitica del documento, si mostrino alcuni aspetti che finiscono per essere veri e propri freni e impedimenti a questo stesso “serio ripensamento” dichiarato. Sembra che permangono alcune tensioni non risolte, talune spinte un poco contraddittorie.

Negli articoli successivi proveremo a mettere a fuoco, passo passo, tali nodi e tali tensioni, anche in dialogo con i lettori, perché ci sta a cuore che la riflessione sulla preparazione al matrimonio non sia solo questione di ‘addetti ai lavori’: come riconosce il papa, «Le coppie di sposi costituiscono la grande maggioranza dei fedeli, e spesso sono colonne portanti nelle parrocchie, nei gruppi di volontariato, nelle associazioni, nei movimenti»: in questo modo crediamo di rispondere anche a un appello dello stesso Francesco: «Faccio appello, perciò, alla docilità, allo zelo e alla creatività dei pastori della Chiesa e dei loro collaboratori, per rendere più efficace questa vitale e irrinunciabile opera di formazione, di annuncio e di accompagnamento delle famiglie, che lo Spirito Santo ci chiede di realizzare in questo momento» (prefazione).

https://www.vinonuovo.it/teologia/pensare-la-fede/verso-il-matrimonio/

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