Anno 2018/2019: i percorsi universitari di Teologia e Scienze religiose della Fttr

Due percorsi universitari, proposti in diverse sedi del Triveneto, aperti ai laici, uomini e donne, che desiderino acquisire una preparazione teologico-umanistica tramite lo studio della filosofia, della Bibbia, della storia, della teologia, delle scienze umane; una formazione da spendere soprattutto nella scuola, come insegnanti di religione cattolica, ma che offre competenze utili anche per figure “educative” a servizio della comunità cristiana e della società, ad esempio operatori negli uffici diocesani e nella vita pastorale, nei media e nelle diverse realtà sociali. È questa, in sintesi, la proposta formativa della Facoltà teologica del Triveneto, che ogni anno è frequentata da circa 2000 studenti (tre su quattro sono laici) e dove insegnano quasi 400 docenti.

Le iscrizioni all’anno accademico 2018/2019 sono aperte ed è possibile scegliere fra il percorso di Teologia (articolato in tre cicli: baccalaureato, licenza, dottorato – disponibili nella sede di Padova) e il percorso di Scienze religiose (laurea e laurea magistrale – negli Istituti superiori di Scienze religiose collegati in tutto il Triveneto).  Info: www.fttr.it

Una formazione completa in vista della professione di insegnante di religione cattolica è quanto offre, nella sede di Padova, il primo ciclo (baccalaureato) del PERCORSO DI TEOLOGIA, articolato in cinque anni e con la possibilità di spendere alcuni crediti seguendo corsi in convenzione con le Università degli studi di Padova e di Verona, con l’Accademia di belle arti di Verona e con i conservatori musicali di Verona e Vicenza.

Più mirato alla qualificazione e aggiornamento dei presbiteri, degli operatori pastorali e dei laici interessati ad approfondire alcune tematiche è il secondo ciclo (licenza) del percorso teologico, un biennio di specializzazione suddiviso in due indirizzi: teologia pastorale e teologia spirituale. Oltre a numerosi corsi, sono proposti due seminari-laboratori su temi di attualità: l’indirizzo di teologia pastorale, in sintonia con il percorso intrapreso dalla chiesa italiana su impulso di papa Francesco, si occuperà di Sinodalità e comunità ecclesiale. Forme e processi dell’ecclesiologia di comunione; l’indirizzo di teologia spirituale si soffermerà su un tema classico e fondamentale della spiritualità, ma riletto alla luce della sensibilità contemporanea: La preghiera cristiana. Definizione, origine, dinamiche dell’esperienza umana e spirituale della preghiera.

I singoli corsi e i seminari-laboratori possono essere frequentati anche come uditori.

Per chi desidera completare la formazione teologica, è a disposizione il terzo ciclo di studi (dottorato di ricerca), che permette agli studenti di “fare teologia”, cioè di elaborare un contributo originale allo sviluppo della ricerca teologica, e li abilita all’insegnamento e alla ricerca presso facoltà ecclesiastiche e istituti teologici a livello universitario.

Il PERCORSO DI SCIENZE RELIGIOSE può essere seguito negli Istituti superiori di Scienze religiose collegati alla Facoltà, con sedi in tutto il Triveneto. Per i programmi, consultare i siti dei singoli istituti al seguente link: http://www.fttr.it/offerta-formativa/percorso-di-scienze-religiose/

 

Le ISCRIZIONI alla Facoltà teologica del Triveneto sono aperte FINO A FINE SETTEMBRE (tranne il periodo di chiusura della segreteria, dal 21 luglio al 27 agosto).

 

Per informazioni: Segreteria generale, via del Seminario, 7 – 35122 Padova, tel. 049-664116

segreteria@fttr.itwww.fttr.it

Facebook  @facoltateologicatriveneto – Twitter @fac_teol_triven

 

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Al via l’intervento di Medici con l’Africa Cuamm in Repubblica Centrafricana

Al 188° posto su 188, nella graduatoria che mette in fila i paesi in base allIndice di sviluppo umano, la Repubblica Centrafricana è grande due volte l’Italia, conta 5 milioni di abitanti, di cui 1 in capitale, solo 400 chilometri di strade asfaltate e 4 pediatri locali in tutto il paese.
È questa l’ultima frontiera dell’intervento di Medici con l’Africa Cuamm, il nuovo “ultimo miglio” per l’ong italiana che da 68 anni si spende per la salute delle popolazioni africane e che è attualmente presente in Angola, Etiopia, Mozambico, Tanzania, Uganda, Sud Sudan e Sierra Leone con 2.233 operatori

L’avvio delle attività in Repubblica Centrafricana, a partire dallo 1 luglio scorso, è stato ufficializzato durante una recente missione sul campo, presenti il direttore del Cuamm don Dante Carraro e la presidente del Bambino Gesù, dottoressa Mariella Enoc.

Qui il bisogno di salute è estremo. In alcune aree rurali del paese la copertura vaccinale dei bambini non supera il 10% e il numero delle persone HIV positive è di circa 130.000 di cui solo la metà in trattamento. A parte Bangui, ci sono 6 ospedali regionali, senza acqua ed energia, il personale è scarsissimo e poco preparato, manca totalmente un sistema di ambulanze per il trasporto dei casi gravi, la mortalità delle mamme e dei bambini è elevatissima – dichiara don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm -. Il complesso pediatrico di Banguiè l’unico ospedale pediatrico pubblico del paese, ha 180 posti letto (più 80 futuri nell’ala malnutriti in costruzione), pazienti ammassati l’uno sull’altro, un reparto e una sala chirurgica dignitosi (grazie all’aiuto dell’Unione Europea e della Cooperazione Italiana) e una sezione medica allo sbando. Papa Francesco l’ha visitato e ha voluto fare la propria parte ricostruendo totalmente il reparto malnutriti e aiutando l’ospedale in toto. L’ha fatto attraverso il suo ospedale pediatrico, il Bambino Gesù e la sua Presidente, la dottoressa Mariella Enoc. Sono stati questi ultimi a chiedere l’aiuto e l’intervento del Cuamm. Dallo scorso 1 luglio abbiamo iniziato”.

La sfida per il Cuamm è prendere in carico l’intero complesso pediatrico, non limitatamente alla chirurgia, ma anche e soprattutto per quel che riguarda la gestione complessiva della struttura, affiancando il personale locale anche nella formazione on the job. A questo fine il team Cuamm già presente sul campo, composto da un chirurgo, un’infermiera e un logista, entro fine mese raddoppierà con l’arrivo del pediatra, dell’infermiere responsabile della farmacia e del medico capoprogetto, per arrivare a un totale di otto persone (con l’aggiunta di un’altra infermiera e un amministrativo) in breve tempo.

Strategico anche il ruolo dell’ospedale nella formazione dei giovani medici del paese in collaborazione con il Bambino Gesù: “La nostra ambizione è di ridurre la mortalità materna e quella infantile che sono rispettivamente la seconda e la terza più alte al mondo. I problemi sanitari sono la priorità di questo governo – ha dichiarato il Ministro della Salute Pierre Somse, incontrato nel corso della visita. Possiamo raggiungere questi obiettivi solo se ci concentriamo sulle risorse umane, formandole e mettendole a disposizione della popolazione. Il partenariato con Cuamm e Bambino Gesù è vitale, perché si concentra sullo sviluppo delle risorse umane a livello nazionale. È un lavoro che è già iniziato ed è destinato a rafforzarsi. Il Cuamm apporta una dimensione pratica e operativa e il suo modo di lavorare “con”, fianco a fianco del nostro personale trasferendo competenze e professionalità, è fondamentale”.

Una situazione umanitaria, quella della Repubblica Centrafricana, tra le più drammatiche dell’Africa, aggravata da un’instabilità interna frutto del conflitto tra bande armate da gruppi esterni per la contesa delle enormi ricchezze del paese. “Dobbiamo trasformare il male in bene, lo dice San Paolo nella lettera ai romani, dobbiamo continuare la nostra missione – afferma con decisione il cardinale Dieudonné Nzapalainga, il più giovane del collegio cardinalizio, nominato da Papa Francesco dopo la sua visita a Bangui del novembre 2015 e incontrato da don Dante e dalla dottoressa Enoc a Bangui. “Dobbiamo fare del bene, dobbiamo rispondere al male con il bene. È con l’amore che si può cambiare non con l’odio, la violenza o le rappresaglie. Bisogna rompere il circolo vizioso della violenza, per noi credenti è la fede il motore di questo cambiamento. Noi vogliamo una nuova politica che tenga conto di tutti e che permetta ai bambini di sognare e godere della loro infanzia. Una nuova generazione di giovani è possibile, se ci lavoreremo insieme”.

Una grande sfida, che è insieme sanitaria e di contributo al processo di pacificazione del paese: Medici con l’Africa Cuamm si impegna ad affrontarla con la forza e la determinazione che derivano dall’essere “con l’Africa” dal 1950 e grazie all’aiuto generoso e prezioso di tutti i nostri compagni di viaggio.

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Nomine dei preti 3/2018

Lunedì 16 luglio

  1. Don Antonio Toigo – finora parroco del Duomo di Abano (San Lorenzo) – si ritira dal servizio di parroco per raggiunti limiti di età.
  2. Don Alessio Bertesso – finora parroco di Cristo Risorto in Padova – è nominato parroco del Duomo di Abano (San Lorenzo).
  3. Don Luciano Danese – finora parroco del Duomo di Conselve – è nominato parroco di Tencarola.
  4. Don Claudio Zuin – finora parroco delle parrocchie dell’UP di Bastia, Carbonara e Rovolon – è nominato parroco del Duomo di Conselve.
  5. Don Erick Xausa – finora vicario parrocchiale del Duomo di Asiago – è nominato parroco delle parrocchie dell’UP di Bastia, Carbonara e Rovolon.
  6. Don Lorenzo Gaiani – finora parroco di Conco – si ritira dal servizio di parroco per raggiunti limiti di età, rimanendo collaboratore nelle parrocchie di Conco, Fontanelle e Rubbio con residenza a Conco.
  7. Don Giampietro Ravagnolo (diocesi di Alba) è nominato amministratore parrocchiale di Conco, Fontanelle e Rubbio, con residenza a Fontanelle.
  8. Don Gino Temporin è nominato collaboratore nelle parrocchie dell’UP di Arsiè (Arsiè, Fastro, Mellame, Rivai, Rocca, San Vito, Primolano) e assistente dell’Associazione Familiari del Clero.
  9. Don Giulio Osto – docente di teologia presso la Facoltà Teologica del Triveneto e l’ISSR di Padova e collaboratore dell’Ufficio per l’Ecumenismo e il Dialogo – è nominato assistente del collegio universitario Gregorianum di Padova.
  10. Don Andrea Miola è nominato assistente spirituale del Sabinianum di Monselice.
  11. Don Franco Puatto – è stato nominato alcuni mesi fa penitenziere alla Basilica del Carmine in Padova e collaboratore nel carcere circondariale di Padova.

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“Il Coraggio di inseguire un Sogno… Vi racconto padre Lele”

È in programma venerdì 20 luglio alle ore 20.30 nella sala ex Cavallino c/o Museo Albino Luciani MusAL a Canale d’Agordo, una serata dedicata a padre Ezechiele Ramin “Lele”, missionario comboniano, “martire della carità” assassinato nel 1985 in Brasile a causa del suo impegno in favore dei piccoli agricoltori e degli indios Surui nativi della Rondonia nella loro lotta contro i latifondisti locali.


Saranno presenti, con video e testimonianze dirette, il fratello Antonio Ramin, padre Franco Vialetto, missionario comboniano in Brasile per oltre cinquant’anni, presente nell’ora del martirio di padre Lele e don Fernando Fiscon, missionario padovano “fidei donum” in Brasile dal 1990 al 2001.
In questa occasione il Museo Albino Luciani MusAL resterà aperto eccezionalmente con ingresso ridotto, anche nella serata di venerdì dalle ore 21.30 alle ore 22.30 e sarà possibile visitare la mostra dedicata a padre “Lele” allestita negli spazi museali.

 

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Incontro con i missionari/e

Giovedì 19 luglio i missionari e le missionarie – religiosi, presbiteri e laici – che sono in Italia per un periodo di vacanza si incontreranno a partire dalle ore 9.30 in Seminario Maggiore (via del Seminario 29) a Padova. È un momento molto atteso in cui i missionari si raccontano, condividendo con la Chiesa di Padova la propria esperienza, con l’obiettivo di far emergere la ricchezza bellissima delle varie realtà che si aprono al mondo. Emergono storie di vita straordinarie di uomini e donne che si mettono in relazione non solo con altre persone, ma anche con il contesto in cui si trovano ad operare. Non solo raccontare, però, ma anche ascoltare i passi che la Chiesa diocesana sta facendo proprio all’interno dello scambio di condivisione tra chiese.

Sarà presente all’incontro don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm. Centro missionario diocesano e Cuamm, infatti, sono entrambi nati dalla Fondazione “Opera San Francesco Saverio”, costituita nel gennaio 1959 dall’allora vescovo di Padova mons. Girolamo Bortignon con lo scopo di «diffondere tra i fedeli lo spirito missionario e cattolico della Chiesa, di curare la formazione religioso-culturale di giovani laici che, animati da spirito missionario, intendono offrire la proprio collaborazione specializzata a servizio delle missioni Cattoliche».

Per informazioni e iscrizioni: 049 8771761

 

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Secondo Orfea. Quando l’amore fa miracoli a Villa Immacolata

Uno spettacolo teatrale comico, emotivo, teologico e biblico: questo è in sintesi Secondo Orfea. Quando l’amore fa miracoli di Margherita Antonelli e Marco Amato con Margherita Antonelli per la regia di Marco Amato. L’appuntamento per poterlo vedere è martedì 14 agosto alle ore 21.30 a Villa Immacolata a Torreglia. «Ormai da quattro anni, spiega don Federico Giacomin, direttore di Villa Immacolata, ci prepariamo alla giornata dell’Assunzione della Beata Vergine Maria del 15 agosto mediante una meditazione artistica e lo spettacolo che proponiamo quest’anno può aiutare molto in questo. Si tratta della rivisitazione della vita di Gesù vista attraverso gli occhi di Orfea, la vicina di casa della famiglia di Nazareth. Si affrontano temi altamente spirituali, divertendosi ».

Orfea è una donna che vive a Gerusalemme nell’anno zero. Le giornate di Orfea si dividono tra il tempio, la fontana e quattro lenzuola da stendere, chiac­chiere con le altre donne. Una vita consumata nella tranquillità all’ombra della sua casa, ma un giorno vengono ad abitare vicino a casa sua, un coppia di giovani sposi. Lei è incinta. Si chia­mano Giuseppe e Maria. Da quel momento la vita di Orfea non sarà più la stessa: i giovani sposi la coinvolgono in questo loro vortice, che sarà la vita del loro bimbo, del quale Orfea si prende cura quando la madre è affaccendata nel quotidiano. Si instaura fra Orfea e il bambino un rapporto di profondo amore, dove la vita di Gesù è guar­data con amorevolezza e buon senso, da una donna semplice e forte come Orfea. La donna assiste alla crescita di questo Dio-Bam­bino, con la curiosità, la dolcezza, la fermezza di molte madri che vorrebbero il meglio per il loro figlio. Con cipiglio sempre esuberante lei difenderà, sosterrà, criticherà e si addolorerà al seguito di questo ragazzo, il suo Gesù, come una madre attenta e amorevole. Lo ascolterà sul­la montagna, lo difenderà da chi lo vuole denun­ciare, lo accudirà alla morte, e si rallegrerà di questo Dio che mantiene le Promesse, sino alla Resurrezione.

In scena oggetti semplici, per un Dio che ha usato pochi grani di senape, una pecorella, del­le lanterne e poco altro, per spiegare la gran­dezza del Padre.

Una visione dei fatti del Vangelo teneramente riletti da una donna semplice, concreta, come dovrebbe essere la fede, quella fede in un Dio fattosi bimbo, ragazzo, adolescente e adulto. Una fede, quella di Orfea, fatta di cibo prepa­rato con cura, di acqua presa alla fontana, di rimproveri benevoli, di cammini lunghi per ascol­tarlo, di discussioni con gli scribi, di domande profonde, per difendere questo ragazzo strano.

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Cantiere aperto a San Pietro… si replica!

Visto il successo e l’apprezzamento per la “Notte di San Pietro” con la visita alla chiesa di San Pietro e al cantiere aperto sul restauro del Compianto sul Cristo morto, il Museo diocesano, in  collaborazione con la Parrocchia della Cattedrale e l’Istituto delle Suore Maestre di Santa Dorotea, replica la proposta.

L’appuntamento è per giovedì 12 luglio, in questa occasione alle ore 18.30, nella chiesa di San Pietro, in via San Pietro 125 a Padova. L’iniziativa si inserisce nel progetto Mi sta a cuore, dedicato al recupero di opere del patrimonio artistico diocesano, che in questa sua terza edizione è dedicato al restauro di tre terracotte tra cui un prestigioso Compianto sul Cristo morto, opera di un plastificatore padovano del XV secolo, conservato nella chiesa di San Pietro.

Durante il Cantiere aperto a San Pietro si potrà ammirare la chiesa – un vero gioiello ancora poco noto dove, tra l’altro, è conservato il corpo della beata Eustochio – ed essere introdotti alla scoperta del restauro in corso.

Ad accompagnare il pomeriggio saranno il direttore del Museo diocesano Andrea Nante, il conservatore Carlo Cavalli e l’arciprete della Cattedrale (a cui fa capo la chiesa) don Umberto Sordo. Mentre il restauro sarà illustrato dalla professoressa Rita Deiana, direttrice del CIBA – Centro Interdipartimentale di Ricerca, Studio e Conservazione dei Beni Archeologici, Architettonici e Storico-Artistici – dell’Università degli Studi di Padova, e dalla restauratrice Raffaella Portieri.

Infine il pubblico avrà la possibilità di accedere al giardino esterno dell’Istituto delle Dorotee da dove poter avere un’altra veduta dell’antico complesso della chiesa di San Pietro e recuperare alcune tracce della sua antica storia, dei passaggi di proprietà e dei rifacimenti successivi: da cappella palatina a chiesa monastica – distrutta dagli Ungari prima e poi da un violento terremoto, ricostruita e “aggiornata” in fasi successive – a chiesa annessa alle parrocchie prima di San Leonardo e poi della Cattedrale.

Per partecipare è necessaria la prenotazione (049 652855 o info@museodiocesanopadova.it). È chiesto un contributo minimo di 7 euro a sostegno del restauro del Compianto sul Cristo morto.

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Nomine dei preti 2/2018

Lunedì 2 luglio

  1. Don Raffaele Gobbi – finora parroco di Tencarola – è nominato direttore dell’Ufficio Missionario diocesano, mantenendo anche il compito di delegato vescovile per il Diaconato permanente.
  2. Don Paolo Zaramella – finora responsabile del Sinodo dei Giovani – è nominato direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale dei Giovani.
  3. Don Federico Giacomin – direttore di Villa Immacolata – è nominato vice-direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale dei Giovani.
  4. Don Alberto Sonda – finora vicario parrocchiale delle parrocchie dell’Unità pastorale di Due Carrare – è nominato animatore vocazionale del Seminario Minore (per gli adolescenti).
  5. Don Renzo Rizzato – finora parroco di Ponte di Brenta (San Marco) – si ritira dal servizio di parroco per raggiunti limiti di età.
  6. Don Matteo Ragazzo – finora collaboratore nelle parrocchie di Borgoricco e S. Eufemia – è nominato parroco di Ponte di Brenta (San Marco).
  7. Don Silvano Isati – finora parroco di Laghi di Cittadella – si ritira dal servizio di parroco per raggiunti limiti di età.
  8. Don Lorenzo Grigoletto – finora parroco di Turri di Montegrotto – è nominato parroco di Laghi di Cittadella.
  9. Don Roberto Bicciato – parroco di Montegrotto – è nominato parroco anche di Turri di Montegrotto.
  10. Don Davide Francescon – finora parroco di Rubbio e Fontanelle – è nominato parroco delle parrocchie dell’Unità pastorale di Canove, Cesuna e Treschè Conca.
  11. Don Mirco Zoccarato – finora direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale dei Giovani – è nominato parroco di Caselle de’ Ruffi e di Murelle di Villanova, parrocchie che continuano la collaborazione con S. Angelo di S. Maria di Sala.
  12. Don Alberto Pregno è inviato agli studi di Diritto canonico a Venezia, rimanendo parroco della parrocchia di S. Angelo di S. Maria di Sala

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È così difficile ammettere: «Ho sbagliato?»

L’istituzione non sbaglia mai.

Così pensavo da ragazzo, quando cercavo ancora in maniera analogica, tra le pagine della biblioteca, spiegazioni e chiarimenti sull’infallibilità del Papa ed ero già entrato in un sistema gerarchico di governanti e governati che andava oltre le consuete autorità domestiche. In quegli anni, con l’esempio granitico di Giovanni Paolo II, i canali televisivi che si contavano sulle dita di una mano e la stampa meno globalizzata e irriverente di oggi, era più semplice pensare alle istituzioni come sfere lucide, senza incrinature. Poi il pensiero si evolve e appare chiaro che l’istituzione, quando sbaglia, non lo ammette o comunque sviluppa una grande capacità mimetica nel non farlo trasparire, pur di fronte a fatti inequivocabili.  Ammettere di aver sbagliato, infatti, significa mettersi in discussione, aprire pericolose brecce nel principio di autorità

Una paio di mesi fa ho assistito, nell’ambito dell’evento TEDx Padova, ad una magistrale relazione del prof. Piero Martin, docente di fisica sperimentale all’Università di Padova, sulla “verità dell’errore”: sperimentarlo, ammetterlo e superarlo, ammette Martin, fa parte del progresso scientifico. A me verrebbe da aggiungere, supportato da più di qualche pagina di Vangelo, che la verità dell’errore potrebbe far parte anche del progresso spirituale. Un’ampia rassegna di perdenti che va dal figlio minore della nota parabola a Zaccheo sino ad approdare a Pietro rivela che l’ammissione e il passaggio attreverso l’errore è una cifra nodale del Vangelo che si rivela potente chiave di acceso all’incontro con Dio. Gira da tempo, infatti, in Rete un meme che riporta la declinazione del termine inglese “fail” (errore) come acronimo di first attempt in learning, primo tentativo nell’apprendimento.
A contattare il divino si impara anche attraverso l’ammissione di sbagli singoli e comunitari.

Gli errori evangelici sembrano eliminare una porzione di territorio delle possibilità così da permettere di concentrarsi sull’inesplorato. Sono errori che generano valore e creano euristiche che semplificano le soluzioni del futuro. Chissà se ci saranno anche questi tra i motivi che hanno portato papa Francesco ad ammettere i suoi errori di valutazione «per mancanza di informazione veritiera ed equilibrata» sugli scandali del Cile e a presentare pubbliche scuse in una lettera diffusa l’11 aprile scorso. Una lezione di comunicazione straordinaria che si ripercuote ancor oggi a mesi di distanza, oltre che di umanità. «Chiedo perdono –ha scritto il Pontefice- a tutti coloro che ho offeso e spero di poterlo fare personalmente negli incontri che terrò con le persone che hanno testimoniato».

Questa ammissione di responsabilità non solo l’ha reso più umano agli occhi del mondo ma anche più vicino a quei “perdenti” del Vangelo che hanno conquistato il cuore di Dio.

Marco Sanavio

Direttore www.diocesipadova.it

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“Alza gli occhi, Hanna, alza gli occhi” – Per una lettura dell’Apocalisse: (ri)velazioni tra Bibbia e Cinema comico

Anche quest’anno l’ACEC propone ai propri soci il corso Bibbia&Cinema organizzato dai Padri Gesuiti dal 18 al 25 agosto nella Casa di Caccia di San Giacomo D’Entraque (Cn), immersa fra le montagna del Parco delle Alpi Marittime.

Il corso, rivolto ai giovani dai 18 anni, è pensato per dare loro la possibilità di gustare la bellezza della Parola liberi da schemi precostituiti: lettura, confronto, lavori di gruppo e dinamiche interattive, condivisione della preghiera comunitaria, momenti di svago, passeggiate in montagna, gestione della casa.

La settimana biblica dal titolo “Alza gli occhi, Hanna, alza gli occhi” proporrà una lettura originale del testo biblico: Apocalisse e cinema comico hanno meccanismi simili, entrambi rompono le regole esistenti, smascherano i meccanismi del potere e della violenza, e attraverso “mondi altri” parlano al quotidiano più profondo indicandone il senso.

Nella circolare inviata ai SAS, ai Circoli di Cultura Cinematografica e ai delegati ACEC e ANCCI scrive don Adriano Bianchi, presidente dell’ACEC: «La cornice della montagna e il clima della vita comunitaria renderanno l’esperienza particolarmente ricca: un’occasione preziosa per la formazione di animatori, operatori di Sale di Comunità, appassionati di cinema. Il cinema, infatti, può rivelarsi un’esperienza profonda di conoscenza di sé, di preghiera e di meditazione, diventare linfa per una migliore creatività progettuale dell’animatore e, ancor prima, convinzione esperita che il cinema può ancora essere una risorsa autorevole per le sale e per le comunità cristiane. Il lavoro delle Sale della Comunità, attraverso questo formidabile strumento di comunicazione, può arricchirsi e riqualificare la propria offerta spirituale e pastorale nei confronti del territorio».

L’ACEC offrirà a un rappresentante per Sala della Comunità e per Circolo ANCCI l’ospitalità completa (rimane a carico del singolo partecipante la quota di iscrizione di 30,00 euro). L’agevolazione è valida per massimo 20 persone.

Per l’iscrizione all’iniziativa si può scaricare dal sito www.saledellacomunita.it la scheda da inviare, debitamente compilata, alla Segreteria Generale dell’ACEC (via fax 06.4402280 oppure per e-mail acec@acec.it), entro il 15 luglio 2018, insieme alla ricevuta di pagamento della quota di iscrizione.

 

Scarica qui la scheda di iscrizione

Scarica qui il depliant del corso

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