È tornato al padre don Mario Bazzolo

Dopo un breve ricovero e l’aggravarsi delle sue condizioni ci ha lasciati oggi (lunedì 17 dicembre) don Mario Bazzolo. Aveva da poco compiuto 84 anni, era nato infatti l’8 dicembre 1934. Quanto prima sarà disponibile un suo profilo.

Le esequie saranno celebrate giovedì 20 dicembre alle ore 10, nella chiesa di Ronchi di Casalserugo, sua ultima parrocchia.

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Quarta tappa della visita pastorale del vescovo Claudio

Procede anche nel tempo a ridosso del Natale la Visita pastorale del vescovo Claudio Cipolla alle comunità della Diocesi di Padova. Da venerdì 14 a martedì 25 dicembre 2018, la quarta tappa della Visita pastorale toccherà le sette comunità che insistono nel territorio del comune di Piove di Sacco: Arzerello, Corte, Duomo (Piove di Sacco), Madonna delle Grazie, Piovega, Sant’Anna di Piove di Sacco, Tognana.

I criteri che guidano la scelta dei gruppi di parrocchie da visitare prevedono, infatti, l’attenzione all’omogeneità territoriale, l’appartenenza comunale ed eventuali collaborazioni ecclesiali in atto.

Il tono della visita pastorale – orientata a vivere la quotidianità e l’ordinarietà della vita parrocchiale – sarà quello dell’incontro di preti, fedeli, gruppi ecclesiali e comunità parrocchiali, ma anche di malati e anziani: «Ritorniamo a far visita ai fratelli in tutte le città nelle quali abbiamo annunciato la parola del Signore, per vedere come stanno» (At 15,36) è il filo conduttore su cui si muove la presenza del vescovo – che si presenta come figlio, fratello e padre – tra le parrocchie della Diocesi.

Durante i giorni di visita pastorale il vescovo Claudio incontrerà gli organismi di comunione delle parrocchie (consigli pastorali parrocchiali e consigli per la gestione economica) gli operatori pastorali, in particolare i referenti per la carità, la liturgia e l’annuncio, i direttivi delle scuole dell’infanzia, i giovani, i volontari del Centro di ascolto vicariale e alcune tra le molte realtà significative del territorio: in questa tappa, per esempio, il vescovo visiterà due cooperative sociali, incontrerà il “tavolo per l’educazione”, visiterà l’ospedale di Piove di Sacco e la casa di riposo e non mancheranno incontri personali con malati, anziani e famiglie.

Ma nel Piovese, il vescovo celebrerà anche il Santo Natale (tranne la messa di mezzanotte che il vescovo Cipolla presiederà in Cattedrale a Padova) e sempre in visita pastorale benedirà le mamme in dolce attesa, tradizione avviata ormai da alcuni anni (l’appuntamento è domenica 23 dicembre alle ore 15 al Santuario di Madonna delle Grazie).

Non mancheranno poi gli incontri personali e di gruppo con i preti e i diaconi del territorio e il tempo che il vescovo dedicherà anche al sacramento della penitenza (confessioni).

Tra i momenti comunitari e le celebrazioni presiedute dal vescovo Claudio ricordiamo :

o   venerdì 14  dicembre, alle ore 18, celebrazione della messa feriale ad Arzerello;

o   sabato 15 dicembre, celebrazione della messa alle ore 9.30 in Duomo a Piove di Sacco;

o   domenica 16 dicembre, alle ore 9.30, messa a Piovega; alle ore 12 al Duomo di Piove e alle ore 16 al santuario del Cristo di Arzerello;

o   lunedì 17 dicembre, alle ore 18, messa feriale a Corte;

o   martedì 18 dicembre, alle ore 8, messa feriale a Sant’Anna di Piove di Sacco e in serata, alle ore 21, incontro con i giovani di tutte le parrocchie coinvolte nella visita pastorale;

o   mercoledì 19 dicembre, alle ore 16, messa feriale alla Madonna delle Grazie

o   venerdì 21 dicembre, alle ore 21 celebrazione della Misericordia per tutte le parrocchie a Sant’Anna di Piove di Sacco;

o   sabato 22 dicembre, alle ore 19, celebrazione della messa al Duomo di Piove di Sacco;

o   domenica 23 dicembre, alle ore 9.30, celebrazione della messa a Tognana e alle ore 15 a Madonna delle Grazie, benedizione delle donne in gravidanza, segue la messa alle ore 16;

o   martedì 25 dicembre, Natale del Signore, il vescovo Claudio celebra la messa del giorno alle ore 9.30 a Corte e alle ore 11 a Sant’Anna di Piove di Sacco, chiudendo questa tappa della visita pastorale.

Ad accompagnare questo percorso di Chiesa e del vescovo, ci sarà come di consueto il settimanale diocesano la Difesa del popolo che, in collaborazione con l’Ufficio diocesano di Pastorale sociale e del lavoro, e in sinergia con il sito internet diocesano, sta implementando un “atlante della visita pastorale” dove si possono trovare: una fotografia della realtà territoriale ed ecclesiale di volta in volta visitata dal vescovo; gli articoli che nel tempo sono stati scritti su quella zona; il profilo della parrocchia, accompagnato da cenni storici e artistici, indirizzi, notizie sulla vita religiosa…

Il tutto agli indirizzi:

http://www.diocesipadova.it/la-mappa-interattiva-della-visita-pastorale/

https://www.difesapopolo.it/Visita-pastorale

 

fonte: ufficio stampa della diocesi di Padova

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Nasce la scuola di preghiera on line: la nuova proposta dell’Ufficio diocesano di Pastorale dei Giovani

Dodici brevi video per altrettante settimane. Un tratto e un movimento da vivere ogni giorno. Sono questi gli elementi su cui si basa la Scuola di preghiera on line che nasce da una richiesta scaturita tra i giovani ed espressa nella Lettera dei Giovani alla Chiesa di Padova, primo frutto del Sinodo dei Giovani voluto dal vescovo Claudio e “celebrato” tra il 3 giugno 2017 e il 19 maggio 2018, con l’obiettivo di creare un percorso di avvicinamento e accompagnamento al dialogo con il Signore.

Ed è proprio da questa “Lettera” che è emersa una «sete di Dio» che per i giovani diventa anche la richiesta di «un’adeguata educazione alla preghiera personale» per non sentirsi «lasciati soli per un cammino spirituale che possa farci incontrare il Signore e nutrirci del quotidiano».

La Scuola di preghiera on line non sostituisce ma si aggiunge, e si collega, ad altre proposte, implementando opportunità, e offrendo la possibilità di un’esperienza diretta e personale in base ai tempi e spazi di ciascuno. L’annuncio ufficiale verrà dato mercoledì 12 dicembre in occasione della Veglia di preghiera dei Giovani che si terrà nella Chiesa degli Eremitani, a partire dalle ore 20.30, guidata dal vescovo Claudio Cipolla, animata da 35 coristi e 15 strumentisti, che ha come slogan “Andiamo fino a Betlemme” e titolo “Orientati”. Giovani “orientàti” verso Betlemme, verso il Cristo, la Parola, l’Eucaristia. E giovani invitati a orientarsi.

La Veglia di preghiera rappresenta, da tre anni, uno degli appuntamenti della Scuola di preghiera del Seminario Maggiore che, da oltre vent’anni, propone ai giovani un appuntamento mensile per imparare a dialogare con Dio.

E non è casuale che proprio in questo contesto venga presentata ai giovani una novità pensata per quanti partecipano con continuità all’esperienza della Scuola di preghiera del Seminario, ma anche per i molti fuori dai circuiti diocesani o per chi è alla ricerca di un sostegno, di un indirizzo per imparare e continuare a pregare.

«I giovani ci hanno chiesto di essere accompagnati nel vivere un rapporto intimo con il Signore Gesù attraverso l’educazione alla preghiera personale» spiega don Paolo Zaramella, direttore dell’Ufficio diocesano di Pastorale dei Giovani.

Ora ogni giovane potrà avere anche un sostegno quotidiano e potrà scegliere quando e come utilizzarlo: «Ci siamo interrogati e abbiamo studiato anche altre esperienze di questo tipo – prosegue Zaramella – e abbiamo elaborato questo primo progetto: un percorso con “tratti” settimanali per 12 settimane, circa tre mesi».

Ogni “puntata” della scuola di preghiera on line, della durata di circa tre minuti, sarà sottolineata da due aspetti: il tratto, ossia un elemento che riguarda la preghiera, con fondamento biblico, teologico ed esistenziale; e un movimento, che rappresenta un esercizio concreto di preghiera da svolgere quotidianamente per una settimana (segno della croce, preghiera del cuore…)

Sarà un percorso “libero” da iscrizioni, da newsletter, da messaggi: chi lo desidera potrà accedervi direttamente attraverso i video che settimanalmente, il lunedì, verranno messi a disposizione sul canale youtube del sito della Pastorale diocesana dei Giovani, all’indirizzo www.giovanipadova.it, e saranno poi diffusi anche attraverso i canali social Facebook, Telegram, Instagram

L’unica raccomandazione è di seguire il percorso secondo l’ordine suggerito e di ricominciarlo dall’inizio se si interrompe per lungo periodo.

Con l’avvio della Scuola di preghiera on line viene proposto anche un rinnovamento grafico e contenutistico del sito internet della Pastorale dei Giovani, orientato a dare sempre maggiore informazione e visibilità a iniziative ed esperienze che possono coinvolgere, aiutare, interessare i giovani. Accanto alle proposte direttamente avviate dalla Pastorale dei giovani vengono presentate quelle diocesane e quelle provenienti dal territorio, da associazioni e movimenti, nate per i giovani o realizzate con i giovani. Inoltre un motore di ricerca permette di facilitare la ricerca tra cinque ambiti: spiritualità, vocazione, affettività, formazione educatori e catechisti, carità e missione.

 

fonte: ufficio stampa della diocesi di Padova

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Welfare e nuove sfide per Carità e Giustizia a cent’anni dalla nascita di mons. Giovanni Nervo

Nel centenario della nascita di mons. Giovanni Nervo (13 dicembre 1918 – 13 dicembre 2018) la Diocesi di Padova, insieme a Caritas italiana, Fondazione Zancan e Fondazione Nervo Pasini, promuovono, giovedì 13 dicembre il convegno dal titolo Welfare e nuove sfide per Carità e Giustizia a cent’anni dalla nascita di mons. Giovanni Nervo.

L’incontro si terrà nella biblioteca del nuovo Centro studi e ricerca Filippo Franceschi in via Del Seminario, 5/a a Padova (dove ora ha sede anche la Fondazione Emanuela Zancan), con inizio alle ore 14.15.

Sono previsti gli interventi di Tiziano Vecchiato, direttore Fondazione Zancan (introduzione); mons. Giuseppe Merisi, già presidente di Caritas italiana (La Caritas italiana: un dono per la Chiesa); don Marco Cagol, vicario episcopale per le relazioni con il territorio – Diocesi di Padova (Don Giovanni Nervo: un profeta del nostro tempo?); Emanuele Rossi, vice rettore della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa (Il contributo di don Giovanni all’evoluzione del welfare italiano). Seguiranno alcune testimonianze: don Luca Facco, Diego Cipriani, Lorenza Anfossi/Milena Canevini, don Antonio Cecconi, Italo De Sandre, Franco Piacentini, don Massimo Valente.

Conclusioni affidate al presidente della Fondazione Zancan, Cesare Dosi.

Alle ore 17 per chi lo desidera: celebrazione eucaristica nella cappella dell’Istituto Barbarigo.

 

fonte: ufficio stampa della diocesi di Padova

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Don Francesco Maragno riposa tra le braccia del Padre

Don Francesco ci ha lasciati la mattina di domenica 9 dicembre, all’Hospice dell’Ospedale di Feltre, mentre a Segusino si stava celebrando la messa della comunità. Nato a Santa Giustina in Colle il 4 maggio 1951, ultimo di nove tra fratelli e sorelle, segue poi la famiglia nel trasferimento a Fratte e quindi a San Marco di Camposampiero, dove cresce all’ombra di don Mario Pertile. Ottenuta la maturità magistrale e dopo un periodo presso i Gesuiti di Trento, entra nel Seminario di Padova e viene ordinato prete il 10 giugno 1979. Il primo incarico ricevuto lo porta a Tencarola, quale educatore del Seminario minore, fino al 1983. Successivamente, per tre anni, è vicario parrocchiale a Vigonza (1983-1986), prima di passare a Vigonovo, dove rimane due anni con lo stesso incarico (1986-1988). Nell’autunno del 1988 è nominato parroco a Valli di Chioggia e vi presta servizio per undici anni, prima di diventare parroco di Noventana per altri tredici, dal 1999 al 2012. Nel 2012 diventa parroco di Segusino e, all’inizio del 2015, anche di Vas e Caorera, nel contesto dell’Unità Pastorale di Quero. La morte prematura di don Francesco colpisce una classe di ordinazione che ha già conosciuto la perdita precoce di don Tiziano Cappellari e don Valerio Bortolin.
Chi lo ha conosciuto nel tempo, lo ricorda prete convinto e generoso, contento di esserlo e in pace con se stesso; umile e paziente, trasparente e tenace, allo stesso tempo; di animo buono e riservato, ma pronto a raccontarsi, ad ascoltare con partecipazione e a mettersi in gioco nelle relazioni; capace di obbedienza convinta e affidabilità generosa; persona dalla presenza rassicurante e gentile, dalla fede limpida e gioiosa; incapace di proclami e stravolgimenti, quanto, piuttosto, di ridere di se stesso, senza mai mettersi in evidenza, col sorriso accattivante di chi preferisce guardare, osservare e ascoltare, piuttosto che esprimere giudizi. Lo si intuiva uomo di pensiero, dalle parole misurate e pacate, attento a custodire gli aspetti interiori della vita di fede e quindi a comprendere anche le persone nella loro umanità. Godeva della collaborazione e della compagnia dei preti conosciuti nei vicariati.

Nella parrocchie in cui ha volto il ministero di parroco, don Francesco non era il prete “tuttofare” o “accentratore” e preferiva mettere al centro la comunità. Ordinato e metodico nella pastorale e nella catechesi, attento ai valori educativi, dalla comunicazione semplice e non intellettuale, nei confronti dei collaboratori cercava chiarimenti e soluzioni, poneva i problemi e raccoglieva le risposte, esaminava e valutava, coinvolgendo nelle decisioni, assumendosi le responsabilità e invitando tutti a farlo. Lucido e preparato, nonostante la fatica che di volta in volta vi poteva essere, cercava sempre di fare del suo meglio.

Era un prete disponibile verso le persone soprattutto nell’accompagnamento spirituale. Amava la bellezza delle celebrazioni, che curava nei particolari. Nel contesto liturgico, il suo modo di leggere, le sue parole e il suo stile risultavano carichi di partecipazione e di espressività. Raccoglieva spartiti e materiale musicale avendo la passione della musica e del canto, tanto che nelle sue ultime celebrazioni ha voluto cantare anche quando la voce si faceva incerta e il fiato corto.

Don Francesco lasciava il segno, anche se le preoccupazioni lo hanno più volte scavato dentro, soprattutto quando doveva mettere assieme gentilezza e precisione, correttezza e parsimonia, organizzazione e attenzione agli sprechi. Gli ultimi mesi della veloce malattia hanno minato la sua forte fibra, ma sono stati un reale “esercizio” di serenità e di silenzio, di accettazione e consapevolezza, con tanti sorrisi dispensati e tanti “grazie” ripetuti, mentre godeva dei piccoli gesti di attenzione fisica che le persone gli garantivano.

A Segusino è stato scritto: «È entrato nella nostra vita senza quasi ce ne accorgessimo. Come è arrivato allora, così se ne sta andando adesso don Francesco, con discrezione e gentilezza».

I funerali vengono celebrati mercoledì 12 dicembre alle ore 10, dal vescovo Claudio, nella chiesa di Segusino dove martedì 11 dicembre alle 20.30 si tiene una veglia di preghiera. Dopo le esequie la salma sarà tumulata nel cimitero di Camposampiero (Pd).

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Madonna dei Noli: l’intervento del vescovo Claudio

Saluto tutti voi qui presenti; quanti servono la città mediante il loro impegno quotidiano e con i mezzi davanti a noi schierati. Qui, tra gli altri, c’è una parte di quella città che ha fatto meritare a Padova il titolo di Capitale Europea del Volontariato per il 2020. Grazie anche a nome della Chiesa per ciò che rappresentate!

Ringrazio il Sindaco Sergio Giordani per l’invito e, soprattutto, per aver voluto ancora una volta, insieme con l’Amministrazione comunale, rinnovare questa bellissima tradizione cittadina, che ci vede riuniti ai piedi della statua della Madonna, detta dei Noli.

Maria di Nazareth era una giovane. Viveva immersa nella fede del suo popolo, e si nutriva continuamente delle grandi parole che la Scrittura conteneva, capaci di svelare il senso profondo del vivere, di squarciare i limiti dell’esistenza terrena, con le sue contraddizioni e le sue ferite, aprendo alla speranza di un bene e di una pace senza fine; parole capaci di spronare all’impegno per dare concretezza alla pace anche su questa terra e di infondere gioia anche in mezzo alle tempeste di questa vita; parole di fiducia in Dio, che permettevano di non disperare mai.

Pensando a Maria ragazza, penso anche ai giovani della nostra città. Abbiamo preparato per loro un mondo ricco: molti limiti e miserie, non esistono più; chi è nato qui non ha conosciuto la guerra, generalmente non ha sofferto la dura fame delle passate generazioni. Abbiamo offerto loro un’istruzione eccellente e possibilità impensabili solo 40 anni fa.Domandiamoci insieme: quali parole di senso abbiamo consegnato, insieme al benessere, alle nuove generazioni?

La domanda non vuole essere un rimprovero, ma desidera tenere viva l’attenzione sulla necessità di saper trasmettere alle nuove generazioni, oltre al resto, anche parole che dicano loro dove stiamo andando, cosa stiamo cercando veramente come città, come comunità.

I giovani hanno davanti a sé sfide immense: la parabola del benessere potrebbe essersi esaurita; essi sono sempre di meno, e questo li rende meno rilevanti perché meno rappresentati; rischiano di dover pagare i debiti – non solo economici – che abbiamo contratto in questi decenni; entrano sempre più in contatto con coetanei che la guerra e la fame l’hanno vissuta sulla propria pelle, e che hanno culture diversissime; si ritrovano ad abitare un pianeta sempre più compromesso nel suo equilibrio ecologico. Per affrontare queste sfide devono potersi nutrire anche di valori e significati che alimentino la speranza, che diano loro ancora la forza di fare il bene, che aprano orizzonti che trascendono la materia, per tendere all’infinito di cui hanno fame i loro cuori.

Spetta a noi, generazione adulta, offrire loro grandi parole che diano senso alla loro vita.

Ogni società ha parole e valori – spesso rappresentati da simboli, non solo religiosi – che animano la speranza comunitaria, e che rendono forti le generazioni che si susseguono. Simboli e parole di senso ci vengono dal messaggio cristiano, che ancora oggi, seppur più sommesso, risuona in mezzo a noi. Siamo avvolti dai simboli cristiani radicati, in vario modo, nel cuore di tanta gente, anche al di là della fede. Nella loro semplicità tali simboli sono offerti a tutti, senza distinzione alcuna. La Chiesa non può non annunciare la realtà che essi rappresentano. Oggi vorrei con gioia ricordare che i simboli cristiani rimandano a qualcosa di reale: agli eventi della vita di quel Gesù di Nazareth, che è nato e morto per noi. E in definitiva ci rimandano alla presenza viva di Lui che è realmente risorto, ed è presente in mezzo a noi.

Da qui, dunque, traggo la parola di speranza e di senso che oggi desidero condividere con la città di Padova, e in particolare con i giovani: Dio abita la storia, e per questo vale sempre la pena compiere il bene e costruire la pace, anche quando sembra inutile o impossibile. Ogni frammento di bene fatto, per quanto piccolo sia, verrà raccolto e portato a compimento, fino alla misura dell’infinito. Nessun momento di difficoltà e di crisi è privo di germogli di nuova nascita. Questa è una legge della storia, ne siamo fermamente convinti, con la fede ma anche con la ragione. Possiamo sempre alzare lo sguardo e vedere i germogli. Non scoraggiamoci nel fare il bene!

Dio porti a compimento tutto il bene che ciascuno di voi ogni giorno inizia a fare, e vi dia la gioia contagiosa di farlo a testimonianza dei giovani che un domani prenderanno il vostro posto, sperando che anche in un futuro lontano lo spirito di servizio e l’impegno per il bene rimangano un tratto caratteristico della nostra città, grazie alle nuove generazioni che crescono.

Maria, madre di speranza e custode della promessa, interceda per noi!

+ Claudio Cipolla, vescovo di Padova

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Dichiarazione del vescovo Claudio sulla vicenda che interessa il Messaggero di sant’Antonio

 «La vicenda che sta interessando il “Messaggero” mi rammarica e mi interroga.

La nostra Diocesi, pur estranea ai fatti, si sente coinvolta e segue con attenzione la situazione. Siamo consapevoli che l’editoria cattolica – che rappresenta un importante veicolo di trasmissione di valori e cultura – versa, non da oggi, in grandi difficoltà, e guardiamo con dispiacere e preoccupazione a tutti gli effetti negativi, in particolare sulle persone, che questa crisi comporta.

Pertanto esprimo la mia vicinanza ai giornalisti delle redazioni delle riviste Messaggero di sant’Antonio e Messaggero dei ragazzi, travolti dall’annuncio dell’imminente licenziamento.

Sono a conoscenza della fedeltà profusa nel loro lavoro, comprendo il loro sconcerto per la notizia che giunge inaspettata e che pare, inoltre, non lasciare margini di trattativa. Mi faccio vicino alle loro famiglie. Auspico che si trovi presto una soluzione per ciascuno degli interessati perché non vadano disperse la dignità dei lavoratori e la loro professionalità. Pur conscio di non avere grandi possibilità concrete, sono disponibile a favorire ogni atto che possa andare in questa direzione.

Anche in questa vicenda, possano i nostri occhi scorgere le esigenze del presente e le sue insite risorse, abbiano le nostre braccia la forza di accogliere ogni dolore e ridare vigore, riescano i nostri cuori a osare scelte solidali e coraggiose».

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Presentazione del volume del prof. Valerio Bortolin

Mercoledì 19 dicembre, alle ore 17 nell’aula magna della Facoltà teologica del Triveneto (via del Seminario, 29 – Padova), l’Istituto superiore di Scienze religiose di Padova presenta al pubblico il volume Religiosità Religione Religioni. Un percorso di filosofia della religione, scritto dal prof. Valerio Bortolin e curato dal prof. Gaudenzio Zambon con la collaborazione di Carlo Scilironi, docente di Ermeneutica filosofica all’Università di Padova e già docente presso l’Istituto e Martino Dalla Valle, attualmente incaricato di Filosofia della religione presso l’Istituto.

Il libro, di prossima uscita nella collana Sophia della Facoltà in coedizione con Edizioni Messaggero Padova (Didache. Manuali, 13), raccoglie i dossier che don Valerio Bortolin, prematuramente scomparso il 10 giugno 2017, utilizzava nel corso di Filosofia della religione, tenuto per diversi anni presso l’Istituto e la Facoltà.

Perché la religione? Nel tempo dell’indifferenza religiosa e del fondamentalismo è ancora più urgente porsi con serietà questa domanda. La filosofia, che da sempre è il luogo delle domande fondamentali dell’esistenza, è chiamata ad approfondire senza sconti l’interrogativo e a ricercarne in profondità la risposta.

Il libro rintraccia nella religiosità costitutiva dell’uomo la ragione che rende possibile la religione, ma rivendica la rivelazione come fondamento specifico della religione in quanto tale. Senza il primo aspetto la religione si ridurrebbe a una sovrastruttura, senza il secondo sarebbe un umano prolungamento e non l’evento di Dio. Doppia fedeltà, all’uomo e a Dio, in un attento confronto con il problema interreligioso e interculturale, oggi assolutamente imprescindibile.

Il volume contiene anche la Tabula gratulatoria che molti amici ed estimatori del prof. Bortolin e del suo lavoro intellettuale hanno sottoscritto nei mesi scorsi.

È possibile ritirare il volume all’entrata della sala.

A motivo dell’annullamento del Dies academicus a causa del maltempo lo scorso 30 ottobre, nell’occasione si svolgerà la consegna dei diplomi agli studenti laureati nello scorso Anno Accademico 2017/2018.

La partecipazione all’incontro è libera.

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Il presepio è un segno cristiano che parla alla vita quotidiana

«Spiace vedere che ogni anno presepio o crocifisso diventano occasione di inutili polemiche che superano il senso profondo di ciò a cui si riferiscono. Direi che ciò che ha detto don Luca è forse una provocazione per richiamare la necessità di una coerenza oltre i segni. È chiaro che il presepio è un segno cristiano, ci mancherebbe, e chi lo fa, fa bene a farlo. Ma è un segno cristiano che parla alla vita quotidiana, perché essere cristiani è dare una forma reale alla vita quotidiana: è amare e credere in Dio, è sapere che la storia va verso il bene, è amare con tutto se stessi gli altri, facendosi carico del loro desiderio di vita piena, perché amare i fratelli e amare Dio sono due realtà inseparabili».

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Scuole in preghiera verso il Natale

Il mondo della scuola attende due appuntamenti messi in calendario dall’ufficio diocesano di pastorale dell’educazione e della scuola. Sabato 1° dicembre al Carmine e mercoledì 12 dicembre a Santa Sofia.

Leggi il servizio della Difesa del popolo

 

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