Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani: Cercate di essere veramente giusti (Dt 16,18-20)

Inizia venerdì 18 gennaio la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio 2018) che quest’anno ha come filo conduttore il versetto del libro del Deuteronomio 16,18-20 Cercate di essere veramente giusti, che è stato scelto dai cristiani di Indonesia.
La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, in Diocesi di Padova, vede alcuni appuntamenti promossi dalla Pastorale per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso in collaborazione con il Consiglio delle Chiese cristiane di Padova.
Sabato 19 gennaio, alle ore 20.45, nella teatro del Santuario di San Leopoldo a Padova si terrà il concerto Cantare insieme la fede con la partecipazione della Comunità ebraica di Padova, delle chiese cristiane e del coro Shalom di Montegrotto Terme. Ingresso libero
A seguire domenica 20 gennaio, alle ore 16, al Tempio della Pace, in via Tommaseo 47 a Padova si terrà la preghiera ecumenica con la partecipazione di: Ioannis Antoniadis (chiesa ortodossa greca); Liviana Maggiore (chiesa metodista); Georg Reider (pastore luterano); padre Liviu Verzea (parroco ortodosso romeno); don Giuliano Zatti (vicario generale Diocesi di Padova).
Preghiere ecumeniche sono in programma anche in alcuni vicariati del territorio diocesano con il seguente calendario:
o   venerdì 18 gennaio, ore 21, santuario della Madonna del Tresto a Ospedaletto Euganeo
o   domenica 20 gennaio, ore 16, chiesa del Rosario a Thiene (Vi)
o   lunedì 21 gennaio, ore 16, nel duomo di Monselice (Pd)
o   lunedì 22 gennaio, ore 21, nella chiesa di Limena (Pd)
o   mercoledì 23 gennaio, ore 20.45, Casa Madonnina a Fiesso d’Artico
Durante la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, ogni sera alle ore 18.30 nei giorni feriali e alle ore 18 il sabato e la domenica, ci sarà la celebrazione Eucaristica nel santuario di San Leopoldo a Padova.
fonte: ufficio stampa della diocesi di Padova

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Nomine 2019/01

  1. Don Aldo Manfrin – parroco di S. Cosma di Monselice – è nominato anche amministratore parrocchiale di S. Bortolo di Monselice.
  2. Don Luigi Ferrarese – finora parroco di Mezzavia – si ritira dal servizio di parroco per raggiunti limiti di età.
  3. Don Roberto Bicciato – parroco di Montegrotto e Turri – è nominato anche parroco di Mezzavia.
  4. Don Andrea Noventa è nominato collaboratore nelle parrocchie di Montegrotto, Turri e Mezzavia.
  5. Don Ivano Salmaso – finora collaboratore festivo nell’UP di Cona – è nominato collaboratore per le parrocchie del Vicariato di Monselice
  6. Don Luigi Beggiao – finora parroco di S. Nicolò in Padova – rimane come direttore della Casa del Clero, è nominato membro nell’equipe per i preti anziani, e collaboratore festivo a Bojon e S. Maria Assunta di Campolongo Maggiore.
  7. Don Marco Cappellari è nominato vice-assistente regionale dell’Unitalsi per il triennio 2018-2021.
  8. Suor Francesca Fiorese – direttrice dell’Ufficio diocesano per la pastorale sociale – è stata nominata dalla CET Responsabile della Commissione triveneta di Pastorale sociale.

 

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Visita Pastorale del Vescovo Claudio


Lettera di Indizione della Visita Pastorale

del vescovo Claudio alla Chiesa di Padova

«Ritorniamo a far visita ai fratelli in tutte le città nelle quali abbiamo annunciato la parola del Signore,
per vedere come stanno» (Atti 15,36) 

Carissime comunità parrocchiali, carissimi fratelli e sorelle,
nel mio primo saluto, il giorno dell’ingresso a Padova, nell’ottobre 2015, vi chiedevo: “Come state?”.

Questa espressione, di fatto quotidiana e immediata, intendeva comunicarvi fin da subito un desiderio di familiarità.

In questi mesi, davvero intensi, ho avuto modo di iniziare a conoscere la ricchezza e la bellezza della nostra Diocesi. Nel primo anno ho visitato nelle loro case e incontrato personalmente tutti i preti e contemporaneamente ho aperto dei “processi” ecclesiali, a cui possiamo dare dei nomi ben precisi: “i Cantieri di carità e giustizia”; la riflessione sulle nostre parrocchie; il Sinodo dei Giovani. Ho intravisto tanti doni e generosità, tanta grazia e tanti cammini, tanta creatività e tante esistenze modellate dal Vangelo e questo mi rende ancora più onorato di poter essere al vostro servizio, come Vescovo e pastore di questo popolo santo di Dio.

Ci siamo già incontrati in molte delle nostre parrocchie condividendo l’ascolto della Parola, la celebrazione eucaristica e altri rilevanti momenti ai quali mi avete invitato o in occasioni in cui ho avvertito l’urgenza di esservi particolarmente vicino.

Penso sia davvero opportuno, ora, accrescere questa nostra conoscenza e fraternità nel Signore, incontrando ogni singola parrocchia della nostra ampia e diversificata Diocesi.

Pertanto indico la mia prima Visita Pastorale alla Diocesi di Padova, a partire dal 19 ottobre 2018.

Vengo per fermarmi e per stare in mezzo a voi con i sentimenti di un figlio, di un fratello e di un padre. Vorrei, pertanto, dare alla mia prima Visita la tonalità della ferialità e della quotidianità, che include anche la gioia e la festa del vederci, in un’occasione certamente speciale e unica. Continueremo quel dialogo avviato all’inizio del mio ministero con le parole “come state?”, rendendolo più profondo e concreto. Profondità che attingiamo direttamente da Gesù, il Vivente, e concretezza che traduciamo nel crescere insieme, coltivando stima e comunione.

La Visita Pastorale, mio preciso compito di Vescovo stabilito anche dal Codice di Diritto canonico (cfr. cann. 396-398), avverrà per gruppi di parrocchie secondo questi tre semplici criteri: l’omogeneità territoriale; l’appartenenza amministrativo-comunale; eventuali collaborazioni pastorali già in atto. Dedicherò comunque tempo e ascolto precisi a ogni singola parrocchia e celebrerò l’Eucaristia festiva in ogni comunità.

La Visita sarà l’occasione per confermarci nella fede, per valorizzare tutto il bene presente nelle nostre parrocchie e per rilanciare anche alcune scelte che avvertiamo prioritarie in questo tempo di grandi trasformazioni.

Nei prossimi mesi, con l’ausilio dei miei collaboratori, sarà avviato il cammino di preparazione nei primi gruppi di parrocchie che riceveranno la Visita e, successivamente, la comunicazione del mio passaggio sarà data con buon anticipo.

Gli atteggiamenti, il senso e le modalità della Visita saranno esplicitati in un testo a parte, lasciando tuttavia che ogni gruppo di parrocchie si muova con originalità e creatività secondo le esigenze specifiche.

Vi scrivo subito dopo il tempo di Pasqua, che illumina ogni giorno di speranza perché il Risorto è l’orizzonte compiuto che segna tutta la nostra esistenza. I Vangeli spesso ci ricordano che Gesù “stette in mezzo”, portando la sua parola mite – “pace” – e infondendo il suo respiro, capace di rinnovare ogni cosa.

Con questo augurio vi saluto: Gesù risorto è in mezzo a noi, ispirandoci e ricreandoci con il suo Spirito buono e gentile.

A presto!

+ Claudio, vescovo

Padova, 18 giugno 2018

Festa di San Gregorio Barbarigo

 

 

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Missione in Etiopia: sono partiti per la nuova missione i tre fidei donum

Don Stefano Ferraretto, don Nicola De Guio, Elisabetta Corà sono loro i tre fidei donum che avvieranno la nuova missione diocesana in terra africana, e più precisamente in Etiopia. Partiti ieri sera da Venezia e atterrati stamane, venerdì 11 gennaio, ad Addis Abeba, accompagnati dal direttore dell’Ufficio diocesano di Pastorale della Missione, don Raffaele Gobbi. Ad Addis Abeba rimarranno alcuni mesi per imparare i primi rudimenti della lingua oromo. Successivamente si trasferiranno nella prefettura di Robe, dove opera già il vescovo emerito di Padova, mons. Antonio Mattiazzo, per dare vita alla nuova missione diocesana in terra africana. Con loro sale a 22 il numero di missionari fidei donum (19 preti e 3 laici) inviati direttamente dalla Chiesa di Padova nelle proprie missioni diocesane in Brasile, Kenya, Ecuador, Thailandia e ora Etiopia.

La missione diocesana in Etiopia era stata annunciata ufficialmente lo scorso giugno dal vescovo Claudio Cipolla a ridosso della Festa della Missione. I tre missionari fidei donum hanno poi trascorso un periodo di formazione al Centro unitario missionario di Verona e alcune settimane in Inghilterra per impratichirsi con la lingua inglese e ora sono pronti per iniziare questa nuova esperienza di chiesa nascente in Etiopia, terra di prima evangelizzazione, dove la presenza cattolica si aggira intorno allo 0,03% della popolazione. Durante il periodo delle feste natalizie hanno incontrato il vescovo Claudio per un momento di saluto e augurio prima della partenza.

I missionari partiti sono due preti e una laica: don Stefano Ferraretto, originario di Ponso (Pd), classe 1983, prete dal 2008, prima della partenza assistente in Seminario Maggiore; don Nicola De Guio, originario di Mezzaselva di Roana, sull’Altopiano di Asiago (Vi), classe 1970, già missionario in Ecuador dal 2002 al 2013 e successivamente parroco moderatore dell’unità pastorale di Canove (Vi); Elisabetta Corà, una giovane 24enne di Asiago (Vi), laureata in teologia alla Facoltà teologica del Triveneto.

Dopo il periodo di formazione ad Addis Abeba i tre raggiungeranno Kokossa, capoluogo della provincia di West Arsi su un altopiano a 2.670 metri sul livello del mare, qui faranno base i due sacerdoti, mentre Elisabetta Corà proseguirà fino a Kofale, cittadina a una settantina di chilometri dal capoluogo, dove risiedono mons. Mattiazzo, dei frati cappuccini e alcune suore.

La missione in Etiopia è stata «una chiamata rivolta alla nostra diocesi» aveva dichiarato mons. Cipolla alla presentazione. Chiamata che la Chiesa di Padova ha accolto dopo un cammino di verifica e di condivisione. «Una chiamata che viene anche dalla Chiesa universale che ha indicato l’Etiopia come una delle realtà missionarie da privilegiare e che ci ha direttamente interpellati tramite il Prefetto del dicastero sull’evangelizzazione dei popoli, che ha visto nella storia missionaria della Chiesa di Padova, l’esperienza e la capacità generativa di nuovi frutti di vangelo, tra i poveri più poveri».

Essere aperti alla missione è elemento costituente dell’essere cristiano aveva sottolineato mons. Cipolla a giugno: «Ogni cristiano è missionario ed è incaricato di annunciare il Vangelo nei suoi ambiti di vita. Essere chiesa in missione oggi spiritualmente significa accettare di essere mandati da qualcun altro, per noi è il Signore».

E se è vero che ogni terra è terra di missione: «ci sentiamo responsabili dell’annuncio a tutti gli uomini del mondo e anche la nostra Chiesa locale si sente chiamata ad andare ovunque ci sia l’opportunità di parlare del Vangelo, soprattutto dove ci sono situazioni di povertà».

La Prefettura di Robe si trova nella grande regione dell’Oromia. La Prefettura comprende un territorio di 102.769 km2 con una popolazione complessiva di 3,3 milioni di abitanti. Le lingue fondamentali parlate sono l’oromo e il somalo. In quell’area una stima approssimativa indica di religione islamica il 97% della popolazione, mentre i fedeli ortodossi sono circa il 2,5%. La presenza della Chiesa cattolica è recente e si contano circa 1500 fedeli che rappresentano lo 0,05% della popolazione locale.

L’attività pastorale si orienta a prima evangelizzazione e dialogo interreligioso, pastorale rurale, promozione umana e attività di formazione e di istruzione scolastica (in quest’ultima prospettiva, l’Istituto Barbarigo, che sta vivendo l’anno del Centenario, ha avviato un progetto per sostenere la scuola di Dinsho, nei pressi del territorio della nuova missione diocesana).

«Se intraprendiamo questa missione è per dare testimonianza del dono che sentiamo di aver ricevuto quando siamo stati iniziati alla fede. Il nostro andare in missione è gratitudine e condivisione» ha commentato don Raffaele Gobbi, direttore dell’Ufficio diocesano di Pastorale della missione, che sta accompagnando i tre fidei donum in questi primi giorni in Etiopia.

fonte: ufficio stampa diocesano







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Zanè. Don Federico Giacomin racconta il Credo

Don Federico Giacomin, direttore di villa Immacolata, riprende con il terzo incontro il cammino offerto a tutto il  vicariato incentrato sui capitoli della preghiera del Credo.

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Ciclo di incontri sulla Dottrina sociale al Bassanello

Da sabato 19 gennaio (dalle 15 alle 17) presso il centro parrocchiale del Bassanello (Padova) prenderà il via un ciclo di incontri formativi sulla Dottrina sociale della Chiesa.

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Scuola teologica Thiene. Tre nuovi corsi per laici in formazione

A Thiene sono pronti a partire tre nuovi corsi organizzati dalla scuola di teologia per laici. Iscrizioni on line.

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Inizia una nuova stagione: la vita consacrata in Diocesi si incontra

A dicembre, per la prima volta i rappresentanti dei religiosi, delle religiose e degli istituti secolari si sono incontrati. Nasce così qualcosa di bello per la diocesi tutta.

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Don Claudio Gioppo è tornato al Padre

Don Claudio nasce il 28 novembre 1937 a Chiuppano. Entrato nella famiglia salesiana (Ispettoria Salesiana “San Marco”), dopo la formazione a Trento viene ordinato sacerdote dal Vescovo Girolamo Bortignon a Monteortone il 18 marzo 1967. Celebra a Calvene, dov’era cresciuto, la sua prima Messa e da subito si impegna accanto ai giovani.

Figura carismatica, grazie all’incontro con don Aldo Parisio, capo servizio assistenza spirituale del 4° Corpo d’Armata Alpino, col permesso dei Superiori e a seguito dell’incarico ricevuto dall’Ordinario militare, diventa cappellano militare con la missione di seguire le giovani leve alpine, assistendole spiritualmente in diverse caserme. Frequenta un corso di specializzazione, prima a Bolzano e poi a Pisa, diventando un alpino paracadutista.

«Quando sono arrivato, i ragazzi mi prendevano in giro perché mentre loro si lanciavano io restavo a terra a guardarli. Così ho frequentato il corso di paracadutismo per civili, che poi ho convertito in brevetto militare quando nel 1981 mi hanno trasferito alla scuola militare di paracadutismo di Pisa». «Mi ricordo ancora il primo lancio a Pisa. Invece dei soliti 1.200 metri cui ero abituato mi hanno portato a quota 3.000 e mi hanno detto di lanciarmi. A un certo punto mi sono ritrovato a fluttuare sopra le alpi apuane innevate e quando sono arrivato a terra mi hanno fatto una grande festa, perché finalmente avevano un cappellano che si lanciava come loro. D’altro canto ero un’eccezione, non c’erano altri preti paracadutisti come me».

Lo stretto contatto con la vita di compagnia e l’attività addestrativa ne affina la preparazione tecnica di roccia, sci, lanci in alta montagna ed ascensioni impegnative, concluse sempre con la celebrazione della S. Messa e la recita della sua Preghiera dell’alpino paracadutista. Nel frattempo aveva ottenuto i brevetti di Direttore di lancio, Ripiegatore e Aviorifornitore con centinaia di lanci alle spalle.

Ombra costante dei paracadutisti, ai quali forniva ascolto e comprensione, è stato un punto di riferimento fondamentale nel 1991 in Kurdistan, per il gruppo tattico dei parà della Folgore impegnati nella missione di soccorso umanitario Italfor Airone, ricevendo l’anno successivo la croce di bronzo al merito dell’Esercito dal Presidente F. Cossiga.

«Una delle esperienze più belle della mia vita. Ogni mattina andavamo al campo curdo per portare generi di prima necessità e far trascorrere ai profughi alcune ore di spensieratezza con giochi e canzoni; con loro cantavamo la versione curda di “O sole mio”».

Lasciata la Folgore nel 1992, si porta al Comando artiglieria missili di Padova, poi a Mantova ed infine ritorna dove tutto ebbe inizio, a Bolzano. Dopo una parentesi di tre anni come cappellano militare per la Marina, il 28 novembre 1999 si congeda col grado di tenente colonnello e torna nella comunità salesiana di Schio.

Energico e inarrestabile, dopo l’esperienza militare matura la decisione di diventare prete secolare: per questo motivo chiede e ottiene l’esclaustrazione canonica dai salesiani, nel frattempo prestando servizio nelle parrocchie di Zugliano, Calvene, Chiuppano, Lugo, Fara e Grumolo. L’8 settembre 2008 viene incardinato nella diocesi di Padova e nominato collaboratore a Mortisa di Lugo di Vicenza e per la zona di Zugliano. Nel novembre 2011 viene nominato collaboratore nelle parrocchie di Rozzampia e Santo di Thiene. In occasione degli Esercizi spirituali annuali, mantiene i contatti con i salesiani a Monteortone e allo stesso tempo non manca ai raduni degli alpini o alle commemorazioni dei caduti in guerra.

Don Claudio era persona cordiale, alla mano e di facile relazione. Il carattere battagliero andava di pari passo con una semplicità bella e disarmante, con una grande e discreta generosità, con la piena disponibilità al servizio pastorale e una grande passione per il territorio locale. Lo caratterizzavano la cordialità, l’autencità e l’immancabile sigaretta e davvero apprezzabili risultavano il suo modo di celebrare l’Eucaristia e di spezzare la Parola oltre che la fraternità con i preti. Negli ultimi tempi lo si era visto più affaticato, dopo una vita spesa tra terra, cielo e mare al servizio dei giovani e, infine, delle comunità cristiane.

I funerali saranno celebrati dal Vicario generale sabato 12 gennaio alle ore 10 a Chiuppano. Venerdì 11, alle ore 20, la recita del Rosario nella chiesa di Chiuppano.

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Montagnana. Giovani: missione compiuta

Il coraggio dell’incontro come sfida lanciata ai ragazzi dalle parrocchie del Duomo di Montagnana e di Frassine, attraverso la missione giovani. All’invito hanno risposto con entusiasmo non soltanto gli adolescenti, ma l’intera comunità che si è data da fare per organizzare la settimana di incontri. «Ai giovani ha fatto molto piacere sentirsi cercati e accolti» – racconta il cappellano don Luca Milani.

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