La Diocesi di Padova stanzia 100 mila euro per progetti lavorativi nei territori montani danneggiati dalle calamità dello scorso ottobre

Un aiuto alla montagna ferita dagli eventi calamitosi dello scorso ottobre! Anche il Fondo Straordinario di Solidarietà per il Lavoro è vicino alle popolazioni montane colpite dai drammatici eventi atmosferici dello scorso ottobre, che hanno abbattuto centinaia di migliaia di alberi e danneggiato pesantemente le infrastrutture stradali.

Gli enti e le istituzioni partner del Fondo Straordinario di Solidarietà per il Lavoro hanno accolto la richiesta della Diocesi di Padova di utilizzare lo strumento del Fondo per dare un segnale di vicinanza alle popolazioni colpite dalle calamità dello scorso ottobre e, contemporaneamente, sostenere progetti di lavoro e di pubblica utilità in un territorio che registra già importanti problemi di disoccupazione.

Grazie a una destinazione di 100 mila euro da parte della Diocesi di Padova (ma altre realtà possono contribuire e ampliare questo specifico progetto), sarà possibile attivare quaranta opportunità lavorative della durata di sei mesi, destinate a persone disoccupate in situazione di disagio, residenti nei comuni montani del Vicentino, del Bellunese e del Trevigiano su cui insistono parrocchie della Diocesi di Padova.

I progetti di lavoro, che dovrebbero partire in primavera e potranno essere finanziati anche interamente da questo Fondo, andranno ad attivare tirocini semestrali per potenziare e supportare interventi, coordinati da Comuni, Unioni di Comuni o Comunità montane, di riordino forestale, cura dei boschi, ripristino della viabilità di strade e sentieri, pulizia, rimozione di piante dai corsi d’acqua.

La proposta e le modalità di adesione e di finanziamento a questo progetto saranno presentate nei prossimi giorni ai sindaci, ai presidenti delle Comunità montane e delle Unioni di comuni, ai parroci e agli operatori degli Sportelli di solidarietà dei territori interessati.

In particolare sono stati organizzati due incontri:

–       mercoledì 6 febbraio, alle ore 14.30, nella sede dell’Unione Montana Spettabile Reggenza dei Sette Comuni, in piazza Stazione 1 ad Asiago (Vi)

–       venerdì 15 febbraio, alle ore 14.30, nella sede dell’Unione Montana Valbrenta, in piazza 4 Novembre 15 a Carpanè San Nazario (Vi)

«Abbiamo desiderato dare un segnale di vicinanza alle parrocchie, alle famiglie e alle comunità danneggiate dai drammatici eventi dello scorso ottobre – commenta il vescovo di Padova, mons. Claudio CipollaE abbiamo pensato allo strumento del Fondo Straordinario di Solidarietà per il Lavoro come possibilità per un gesto di solidarietà che da un lato offre una possibilità lavorativa a persone disoccupate e disagiate e dall’altro favorisce il ripristino di aree e strutture così duramente danneggiate. A questo proposito abbiamo stanziato un primo contributo di 100mila euro. È un piccolo segno che si affianca ai più consistenti interventi in carico alla Regione, ma ci auguriamo possa stimolare un circuito virtuoso di azioni coordinate che allevino le sofferenze di famiglie e comunità e offrano anche possibilità di inserimento lavorativo».

La modalità di accesso alle manifestazioni di interesse da parte di Comuni, Unioni di comuni e Comunità montante del territorio della Diocesi di Padova è la medesima per le altre iniziative avviate negli anni dal Fondo di solidarietà per il lavoro, tramite il portale: https://www.fondazionecariparo.it/iniziative/fondo-straordinario-di-solidarieta-per-il-lavoro/

I comuni del Vicentino, Bellunese e Trevigiano nel cui territorio insistono parrocchie della Diocesi di Padova sono: Asiago, Bassano del Grappa, Caltrano, Calvene, Campolongo sul Brenta, Cismon del Grappa, Cogollo del Cengio, Conco, Enego, Fara, Foza, Gallio, Lastebasse, Lugo di Vicenza, Lusiana, Marostica, Molvena, Piovene Rocchette, Pove del Grappa, Roana, Romano d’Ezzelino, Rotzo, Salcedo, San Nazario, Solagna, Valdastico, Valstagna; Alano di Piave, Arsiè, Fonzaso, Quero-Vas; Borso del Grappa, Crespano del Grappa, Segusino, Valdobbiadene.

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IL FONDO STRAORDINARIO DI SOLIDARIETÀ PER IL LAVORO è un’iniziativa nata nel 2009 dalla collaborazione tra enti e istituzioni del territorio, destinato a persone disoccupate residenti o domiciliate nelle province di Padova e Rovigo e nei territori delle Diocesi di Padova, Adria-Rovigo e Chioggia, che si trovino in situazioni di disagio economico o sociale.

La Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo promuove e gestisce il Fondo Straordinario di Solidarietà per il Lavoro in collaborazione con le Diocesi di Padova, Adria-Rovigo, Chioggia, le Camere di Commercio di Padova e di Rovigo Venezia Delta Lagunare, il Comune di Padova, le Province di Padova e di Rovigo, il consorzio Consvipo.

 

fonte: ufficio stampa della diocesi di Padova

 

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Presta orecchio… al grido del mondo!

“Presta orecchio… al grido del mondo!” È questo l’invito rivolto alle comunità parrocchiali, ai gruppi pastorali, alle famiglie e ai singoli per la prossima Quaresima di fraternità 2019. «Stimolati dalla Parola di Dio e dall’esempio di alcuni testimoni di ieri così come dai racconti di vita e dai progetti di speranza di chi vive la missione oggi – si legge nel sito dell’Ufficio Missionario diocesano –  vogliamo metterci in ascolto di Dio e dei poveri. Un tempo di preghiera, di riflessione e di impegno concreto perché la Passione e Risurrezione di Gesù sia occasione di rinascita per ogni uomo e ogni donna della terra».

Il tema e gli strumenti proposti dall’Ufficio Missionario per la Quaresima 2019 vengono presentati in quattro zone della diocesi secondo questo calendario:

  • venerdì 8 febbraio nel centro parrocchiale di S. Anna di Piove di Sacco;
  • lunedì 11 febbraio nel centro parrocchiale del Redentore di Monselice;
  • mercoledì 13 febbraio nel centro parrocchiale del Crocifisso (Padova);
  • vbnerdì 15 febbraio nel centro parrocchiale di Fellette.

Tutti gli incontri iniziano alle ore 20.30.

 

Info: http://www.centromissionario.diocesipadova.it/presentazione-quaresima-2019/

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Don Valentino Grigiante è tornato al Padre

Lunedì 4 febbraio è tornato alla casa del Padre don Valentino Grigiante. La liturgia esequiale, presieduta dal vescovo di Padova mons. Claudio Cipolla, sarà celebrata mercoledì 6 febbraio alle ore 14.30 nel Duomo di Asiago. Il S. Rosario sarà recitato martedì alle ore 19.00 nella Chiesetta della Beata Vergine Maria delle Grazie a Gallio; e alle 20.00 nella Chiesa Arcipretale di Lusiana.

A breve il profilo di don Valentino Grigiante.

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Visita pastorale: settima tappa

Altre nove comunità di fedeli della Bassa Padovana attendono il vescovo Claudio che dal 2 al 10 febbraio, nella settima tappa della sua prima Visita pastorale, incontrerà nove parrocchie che insistono nei territori comunali di Carceri, Vighizzolo d’Este, Ponso, Sant’Urbano e Villa Estense: Carceri, Vighizzolo d’Este, Ponso, Bresega, Sant’Urbano, Carmignano, Balduina, Ca’ Morosini, Villa Estense.

I criteri che guidano la scelta dei gruppi di parrocchie da visitare prevedono, infatti, l’attenzione all’omogeneità territoriale, l’appartenenza comunale ed eventuali collaborazioni ecclesiali in atto.

Il territorio interessato da questa tappa della Visita pastorale vede una popolazione complessiva che sfiora i 9600 abitanti, con un’unica parrocchia sopra i duemila abitanti (Villa Estense); due intorno ai 1600 abitanti (Carceri e Ponso), le altre tutte sotto i mille abitanti; quattro sono i parroci supportati da alcuni collaboratori festivi e da numerosi laici impegnati. È presente un’unità pastorale (Sant’Urbano, Balduina, Ca’ Morosini, Carmignano) e una collaborazione pastorale tra le parrocchie di Carceri, Ponso, Vighizzolo e Bresega.

Il tono della visita pastorale – orientata a vivere la quotidianità e l’ordinarietà della vita parrocchiale – sarà quello dell’incontro di preti, fedeli, gruppi ecclesiali e comunità parrocchiali, ma anche di malati e anziani: «Ritorniamo a far visita ai fratelli in tutte le città nelle quali abbiamo annunciato la parola del Signore, per vedere come stanno» (At 15,36) è il filo conduttore su cui si muove la presenza del vescovo – che si presenta come figlio, fratello e padre – tra le parrocchie della Diocesi.

Durante i giorni di visita pastorale il vescovo Claudio come di consueto incontrerà i preti (5 febbraio) che operano o risiedono in queste realtà, gli organismi di comunione delle parrocchie (consigli pastorali parrocchiali e consigli per la gestione economica); gli operatori pastorali di tutte le parrocchie (9 febbraio). Non mancherà l’incontro con i giovani (9 febbraio). Del tempo sarà riservato agli incontri personali, ad anziani e famiglie.

Tra i momenti comunitari e le celebrazioni presiedute dal vescovo Claudio ricordiamo :

  • Sabato 2 febbraio, alle ore 18, messa prefestiva a Carmignano
  • Domenica 3 febbraio, alle ore 9.30, messa festiva a Ponso e alle 18.30 alla Ciesazza;
  • Martedì 5 febbraio, alle ore 8.30, messa feriale a Ponso;
  • Giovedì 7 febbraio, alle ore 18.30, messa feriale a Ca’ Morosini;
  • Sabato 9 febbraio, alle ore 16.30, messa prefestiva a Bresega, e alle ore 18.15 a Carceri, cui seguirà l’incontro con i giovani.
  • Domenica 10 febbraio, alle ore 9 messa festiva a Vighizzolo. Alle ore 11 il vescovo Claudio celebrerà l’Eucaristia a Villa Estense: sarà questa l’occasione per inaugurare la riapertura della chiesa a conclusione di un lungo e accurato lavoro di restauro

Ad accompagnare questo percorso di Chiesa e del vescovo, ci sarà come di consueto il settimanale diocesano la Difesa del popolo che, in collaborazione con l’Ufficio diocesano di Pastorale sociale e del lavoro, e in sinergia con il sito internet diocesano, sta implementando un “atlante della visita pastorale” dove si possono trovare: una fotografia della realtà territoriale ed ecclesiale di volta in volta visitata dal vescovo; gli articoli che nel tempo sono stati scritti su quella zona; il profilo della parrocchia, accompagnato da cenni storici e artistici, indirizzi, notizie sulla vita religiosa…

Il tutto agli indirizzi:

http://www.diocesipadova.it/la-mappa-interattiva-della-visita-pastorale/

https://www.difesapopolo.it/Visita-pastorale

 

fonte: Ufficio stampa diocesano

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Don Valerio Nardo è tornato alla casa del Padre

Don Valerio Nardo (Limena, 20 aprile 1935 – Sarmeola di Rubano, 28 gennaio 2019)

Don Valerio nasce a Limena il 20 aprile 1935, in una famiglia che conta sei tra fratelli e sorelle. Viene ordinato prete nella chiesa del Seminario di Padova il 10 luglio 1960, assieme ad altri 21 compagni di percorso.

Viene subito nominato vicario a Fossò, mentre nel 1963 è inviato al Bassanello. Nell’autunno del 1965 diventa vicario a Carmignano di Sant’Urbano. Dopo un periodo con i Paolini entra a servizio della Chiesa di Roma, inizialmente come vicario a Sant’Ignazio di Antiochia (1970-1971), poi a San Girolamo (1971-1978). Nel frattempo viene incardinato tra il clero di Roma il 15 luglio 1977. Il primo incarico di parroco a San Paolo della Croce a Corviale (1978-1994) arriva quando viene eletto Papa Giovanni Paolo II. Alla figura del Pontefice don Valerio rimane molto legato tanto da dedicargli il libro Giovanni Paolo II raccontato da un parroco di Roma (EMP, 2008).

Nell’Introduzione scrive:

Ho conosciuto da vicino il papa Giovanni Pao­lo II. A fine febbraio del 1992 sono stato a pranzo con lui e i suoi collaboratori più stretti. Due giorni dopo, domenica 1 marzo, egli venne in visi­ta pastorale nella mia parrocchia, San Paolo della Croce a Corviale, una parrocchia della periferia. Un giornale romano scrisse per l’occasione: «Sorride beato, don Valerio Nardo, chissà da quanto tempo non era così felice. Il papa lo ha preso per mano, ha cantato con i suoi ragazzi, è venuto ospite in una delle “case” più povere della capitale, e ne è uscito felice, sorpreso che il cemento scaricato a Corviale non abbia sepolto la vitalità delle persone che lo abitano». Il papa tornava da un viaggio missionario in terra d’Africa e nell’isola di Gorée aveva visitato la Casa degli schiavi, ora a Roma riprendeva le visite pasto­rali alle parrocchie. Era la duecentesima visita a una parrocchia romana. La mia esperienza di prete di parrocchia a Roma è iniziata quando fu eletto papa, nel 1978.

Al già ricordato incarico a San Paolo, si aggiungono poi Santa Maria Maddalena de’ Pazzi (1994-2000) e San Lorenzo in Damaso (2001-2011). Dal 2007 al 2011 è stato parroco Prefetto della IIa Prefettura e il 10 maggio 2008 era stato nominato anche Cappellano di Sua Santità. Don Valerio trova accoglienza all’Opsa nel novembre 2016 e qui muore il 28 gennaio 2019.

Nonostante la lontananza, don Valerio si è sempre sentito parte del suo gruppo di ordinazione, che vedeva volentieri in occasione dell’anniversario di ordinazione, magari raccontando della periferia romana con il suo accento romanesco e con tratti gradevoli. Nell’Introduzione del testo già ricordato, don Valerio riportava le parole di Giovanni Paolo II nel primo incontro con il clero di Roma:

Dobbiamo amare dal più profondo dell’animo il nostro sacerdozio. Dobbiamo amarlo come l’essenza della nostra vita e della nostra vocazione, come base della nostra identità cristiana e umana. Ognuno di noi deve, in ginocchio, ringraziare Cristo per il dono della vocazione.

I funerali vengono celebrati ad Altichiero, dove la famiglia aveva trovato residenza, giovedì 31 gennaio alle 10.30, presieduti dal vicario generale, mons. Giuliano Zatti.

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XXIII Giornata della Vita Consacrata

Il 2 febbraio, festa della Presentazione del Signore, per desiderio di San Giovanni Paolo II, in tutto il mondo si celebra la giornata per la Vita Consacrata. Come Gesù è presentato al tempio, luogo dove Dio incontro l’uomo, il consacrato entra nella vita stesa di Dio che si dona a lui per essere amato e testimoniato. Quello di quest’anno è il 23° anno in cui la celebrazione è mondiale anche se in alcune diocesi si celebrava anche prima. A Padova, la prima celebrazione per la Vita Consacrata avvenne il 2 febbraio 1988, presieduta dal compianto Mons. Filippo Franceschi, nella basilica cattedrale. Tutti i consacrati, religiosi, religiose, membri degli istituti secolari, sorelle dell’oro virginum, collaboratrici apostoliche diocesane, eremiti ed eremite diocesani, si incontrano tra loro nella S. Messa presieduta dal Vescovo Claudio. Celebrare al Santo è incontrare e nel contempo ringraziare la comunità religiosa che serve la basilica e accoglie i devoti di Sant’Antonio, i frati minori conventuali, e chiedere al Santo, consacrato lui stesso di intercedere per tutte le sfide che la vita consacrata odierna sta vivendo.

frate Fabio Maria Spiller
Segretario Diocesano CISM

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Don Domenico Riello è tra le braccia del Padre

Don Domenico Riello ci ha lasciato il 25 gennaio 2019.
Don Domenico nasce a Campo San Martino il 13 maggio 1924, primo di otto tra fratelli e sorelle. La famiglia, successivamente trasferitasi a Villafranca, vive il dramma nel 1945 della morte di due dei fratelli a causa di un ordigno bellico inesploso. Don Domenico viene ordinato prete il 6 luglio 1947 e gli incarichi pastorali si susseguono con un ritmo sostenuto: inizialmente è prefetto nel Seminario di Thiene, dove da subito comunica una personale letizia e una immediata simpatia che contribuiscono a ravvivare l’ambiente educativo. Anche gli altri prefetti, appartenenti allo stesso gruppo di ordinazione, manifestavano una consonanza e una intesa particolari e si integravano con naturalezza nella vita comune, evidenziando i tratti di una cordiale comunione e di una reale amicizia, oltre che della serietà. Del gruppo, di cui faceva parte pure l’arcivescovo Alfredo Battisti, rimangono don Antonio Pedron e don Placido Zabeo.

Terminato il servizio in Seminario, don Domenico si porta in città, prima come vicario a San Carlo (1948-1949), poi a San Benedetto (1949-1950). Per alcuni mesi è a Chiesanuova, Pernumia e Abano Terme prima di iniziare, nell’ottobre del 1951, la collaborazione con Gallio, dove resta fino all’anno successivo. Dal 1952 fino al 1957 è vicario al Duomo di Abano Terme e, con la nascita della parrocchia del Sacro Cuore alle Terme di Abano, diventa vicario di quest’ultima fino al 1958, quando si porta a Torreglia. Nel 1962 è nominato vicario economo di Villa del Bosco, della quale diventa parroco l’anno successivo, in una lunga permanenza che si protrae fino al 2006, ben oltre la rinuncia all’incarico per motivi di età, presentata qualche anno prima. Negli anni di parroco, insegna religione alle superiori di Piove di Sacco, rivelandosi persona colta, intelligente e lungimirante. Lo ricordano bene gli studenti che hanno continuato a cercarlo per un parere, una confidenza, una scelta di vita, anche frequentando la messa serale della domenica. A Villa Del Bosco aveva festeggiato il 50° di ordinazione e saluta definitivamente la comunità in occasione della Festa patronale della Madonna del Carmine.

Successivamente don Domenico si porta a Busa di Vigonza, accanto ai parenti, mettendosi attivamente al servizio delle esigenze locali e nonostante il non facile distacco da Villa Del Bosco. Nel 2013 subisce l’amputazione di una gamba e trova una provvisoria ospitalità all’Opera della Provvidenza, per le cure del caso. Riprende la sua vita a Busa, circondato da una generale e spontanea benevolenza dei parrocchiani e qui celebra il 60° di ordinazione, fino a quando si ritira definitivamente all’Opsa nel luglio 2016, senza perdere la serenità, la naturalezza, lo spirito generoso, fedele e forte di altri tempi e nonostante il grave disagio fisico. All’Opsa muore il 25 gennaio 2019.

Don Domenico era capace di dialogo su temi attinenti la fede, la morale, la vita e il sociale con persone di qualunque provenienza, senza che vi fossero differenze. Manifestava un carattere curioso, attento e desideroso di apprendere: basti pensare al fatto che suonava l’organo e la fisarmonica, con arte improvvisatoria e aveva una grande passione per le lingue, nata quando ad Abano, volendo relazionarsi in modo adeguato con i turisti stranieri, aveva cominciato ad apprendere il tedesco, prima di passare all’inglese, ricorrendo a riviste, trasmissioni radiofoniche e dizionari. Il francese lo aveva già imparato in precedenza, mentre poté addirittura praticare il russo con la signora che ebbe modo di assisterlo a Busa.

I funerali vengono celebrati dal vescovo Claudio martedì 29 gennaio, alle ore 15, nella parrocchia di Busa di Vigonza. La salma sarà poi portata nel cimitero di Villafranca.

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Don Pio Pampaloni è tornato al Padre

Don Pio Pampaloni nasce a Pionca di Vigonza il giorno 1 ottobre 1936 ed è ordinato prete il 10 luglio 1960. La famiglia, poi trasferitasi a Conselve, contava due sorelle e cinque fratelli, uno dei quali, Elia, è missionario comboniano in Uganda. Il padre era organista, maestro e compositore di musica.

Nell’ottobre 1960 è studente presso la Pontificia Università Lateranense e nell’agosto del 1963 inizia ad insegnare diritto canonico in Seminario Maggiore. Contestualmente diventa collaboratore festivo a Noventana (1963-1965), Sarmeola (1965-1966), Eremitani in Padova (1966-1968), Montegrotto Terme (1968-1969), San Bonaventura di Cadoneghe (1969-1971). Nel 1970 è Assistente provinciale Associazione Scoutistica Cattolica Italiana e Consulente provinciale del C.I.F. Nell’ottobre 1971 viene nominato insegnante di Teologia morale professionale e sociale in Seminario e parroco di Monterosso. Nel giugno del 1973 è vice-bibliotecario del Seminario Maggiore e collaboratore festivo a Ca’ Morosini e Balduina.

Nell’ottobre 1976 viene destinato alle missioni tra gli emigranti in Inghilterra. Al suo rientro, nell’autunno 1980, diventa insegnante di religione. Nel 1985 è delegato per la Curazia di San Lorenzo di Bovolenta; due anni dopo diventa giudice del Tribunale Ecclesiastico Diocesano. A partire dal febbraio 2010 è vice-direttore della Biblioteca Capitolare e collabora con don Pierantonio Gios nella revisione di testi e lavori di compilazione. Sebbene non fosse uno storico di formazione, era tuttavia dotato di una versatilità che gli consentiva di entrare con intelligenza anche in campi che non erano propriamente suoi. A lui, ad esempio, In quanto membro dell’Istituto per la storia ecclesiastica padovana, si deve la cura di un corposo e apprezzato volume del 2009, Gregorio Barbarigo alla corte di Roma (1676-1680). Lettere familiari e di governo. Collabora anche con la rivista Studia Patavina per le recensioni e altri compiti redazionali.

Dopo la permanenza nella Casa del clero, a seguito di un malore che lo blocca nell’autonomia fisica, ma non nella mente vivace e penetrante, nel 2013 è accolto all’Opera della Provvidenza, dove muore il 23 gennaio 2019.

Don Pio era uomo cordiale, originale nella spiritualità, dall’intelligenza fulminea, lucida e curiosa, dalla comunicativa schietta e immediata, dall’umanità ricca oltre che aperta ai problemi sociali. Idealista, inquieto, ma generoso, era culturalmente molto versatile, tanto da muoversi bene in discipline diverse e applicarsi a diversi incarichi con straordinaria professionalità, con risultati sempre plausibili, con serietà e fedeltà ferrea, sebbene non mancasse un costante senso critico, dovuto proprio al fatto che, nella personale lucidità, pareva cogliere con immediatezza anche i limiti e la provvisorietà di quanto doveva fare. Proverbiale, a questo proposito, la sua passione per le scienze naturali e il suo cattivo rapporto con il diritto canonico che poi insegnava, invece, in modo egregio, chiaro ed efficace. Una sorta di inclinazione alla protesta e alla irrequietezza, non tuttavia banali, non impediva la sua fedeltà e obbedienza alla Chiesa e al Magistero.

Nella permanenza all’Opsa, pur garantendo la preghiera personale e comunitaria, pareva essersi caparbiamente circoscritto in un mondo privato dando spazio ad un sorprendente attaccamento all’enigmistica. Allo stesso tempo, sorprende il fatto che non si sentisse don Pio lamentarsi della personale situazione fisica: il carattere sembrava essersi addolcito, come se l’equilibrio raggiunto all’Opsa fosse il punto di arrivo di una desiderata tranquillità.

Le esequie saranno celebrate dal Vescovo Claudio nella chiesa dell’Opsa, sabato 26 gennaio, alle 9.30. La salma sarà poi sepolta nel Cimitero maggiore di Padova.

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“Quale cibo per la vita?” Quarta edizione per Interreligious al Centro Universitario

Inizia a fine gennaio e si protrae fino a inizio marzo la rassegna “Interreligious”, carrellata di eventi, proiezioni cinematografiche e tavoli di dialogo tra religioni, che quest’anno si interroga sul tema del cibo quale cura e nutrimento per l’uomo, senza dimenticare i diversi aspetti legati alla sostenibilità.

Leggi il servizio della Difesa del popolo

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“Restiamo umani”

Nella settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, cattolici ed evangelici lanciano un appello comune: “Sull’immigrazione si deve cambiare linguaggio e intervenire: salvare chi è in pericolo, ampliare i corridoi umanitari, aprire nuove vie di ingresso regolare”.

Di seguito il documento firmato da: Past. Eugenio Bernardini, Moderatore della Tavola valdese, Prof. Marco Impagliazzo, Presidente della Comunità di Sant’Egidio, Past. Luca M. Negro, Presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia e Mons. Stefano Russo, Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana.

 

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