Al centro… c’è Gesù

«Per condividere la gioia del servizio e ricevere alcuni orientamenti e suggerimenti dal pastore della nostra Diocesi, anche legati al dono del battesimo che quest’anno siamo invitati a scoprire». Con queste parole il mondo del volontariato, in particolare quello che opera nei centri parrocchiali, è invitato all’incontro Al centro… c’è Gesù. Pensieri e parole con il vescovo Claudio, promosso dall’associazione Noi Padova, la realtà che nella Diocesi di Padova conta ben 227 circoli affiliati, con 61.628 tesserati. Una fetta consistente di volontari a servizio alla Chiesa, che prestano tempo, passioni e competenze nei contesti dei centri parrocchiali, per l’animazione, la promozione di iniziative, la cura delle strutture e dei campi parrocchiali…

L’appuntamento è per martedì 12 novembre, alle ore 20.45, nel teatro dell’Opera della Provvidenza Sant’Antonio di Sarmeola di Rubano (Pd), per momento di incontro, confronto con il vescovo Claudio.

“Al centro… c’è Gesù” è un invito è rivolto a tutti i volontari e gli animatori dei centri parrocchiali (e non soltanto ai circoli Noi), per condividere la gioia del servizio e ricevere orientamenti e suggerimenti: giovani, adulti, anziani… tutti sono attesi e benvenuti.

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Don Roberto Daniele riposa tra le braccia del Padre

Don Roberto Daniele ci ha lasciati nel pomeriggio di giovedì 7 novembre, giorno in cui la Diocesi di Padova celebrava il suo patrono principale, san Prosdocimo.

Don Roberto era nato a Vigonovo il giorno 1 marzo 1946 ed era stato ordinato prete il 2 settembre 1972, una volta compiuto l’intero percorso del Seminario Minore e Maggiore. Dopo l’ordinazione fu inviato come vicario a Sarmeola, dove rimase fino al 1975. Nei sei anni successivi, invece, fu vicario parrocchiale a Corte. Nel gennaio 1981 divenne parroco a Brenta d’Abbà e successivamente, nel 1988, a San Vito di Vigonza. Sono gli anni nei quali è anche insegnante di religione alle scuole medie di Vigonovo e presta aiuto stabile al parroco di Noventana per quanto riguarda l’animazione della gioventù. Nelle comunità servite, don Roberto ha lasciato il ricordo di tanta dedizione ai giovani e alle famiglie, di grande passione e generosità, di carità e sobrietà (arrivando, anche, a liberarsi di tanti beni personali). Si manifestava entusiasta del sacerdozio e appassionato della Parola di Dio.

A fine estate del 1995 ricevette la nomina di parroco ad Arzerello: un’esperienza dagli inizi faticosi e alla quale rinunciò tre anni dopo a causa di gravi motivi di salute. In particolare, presso l’ospedale di Piove di Sacco gli era stata diagnosticata la malattia degenerativa che poi lo avrebbe accompagnato per il resto della vita. Dal febbraio del 2000 fu penitenziere nel duomo di Piove di Sacco, risiedendo a Vigonovo con la madre, finché le condizioni di salute richiesero un trasferimento provvisorio all’Opera della Provvidenza nell’ottobre 2006, definitivo, invece, a partire dall’anno successivo.

Don Roberto era energico e grintoso, ma il suo ministero è stato caratterizzato da lunghi anni di malattia, inizialmente vissuta con disagio, nervosismo e fatica. La devozione mariana e la vicinanza di alcune persone gli hanno permesso di accettare il senso di quanto andava compiendosi e tutto si è trasformato in occasione di testimonianza, in una decisa purificazione, in una sorta di «continua Eucaristia» nella quale ha imparato a offrire se stesso nella progressiva infermità. Attraverso lo stesso ministero delle confessioni riusciva a donare a quanti incontrava il coraggio di vivere con fede e speranza. Un suo confidente lo aveva definito il «coccolo di Dio» per le sue sofferenze: in fondo, don Roberto pareva rispondere allo strazio dell’antico “Cristo” di Arzerello, che nella sua stessa postura sembra chiedere il sostegno e la vicinanza di qualcuno.

Il vescovo Claudio e la Chiesa di Padova esprimono la propria vicinanza a suor Mirella, a Bruno, a Roberta e Antonella per la scomparsa del fratello. Un pensiero particolare va alla mamma Costanza, di 95 anni, che, fin quando possibile, non ha mai mancato nei giorni festivi di recarsi all’Opera della Provvidenza per la celebrazione eucaristica e una visita al figlio, diventando in qualche modo la “mamma” dei preti ospiti della Casa.

Le esequie saranno celebrate dal vescovo Claudio martedì 12 novembre, nella chiesa di Vigonovo, alle ore 9.30.

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Dal 9 novembre riprendono gli incontri al Carmelo di Monselice. Santa Teresa e la scientia amoris

Carmelo di Monselice. Ripartono, dal 9 novembre, gli incontri nella chiesetta di San Biagio.

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Mancano i catechisti, che facciamo? Alcune azioni

In questi ultimi tempi c’è una preoccupazione che sta crescendo sempre più in molti parroci e catechisti che si traduce in un domanda frequente: mancano catechisti, come facciamo? È una situazione sicuramente problematica, che invita ad andare in profondità della questione per non affrontarla sull’onda dell’emergenza. Per questo varrebbe la pena di chiedersi come mai si fa sempre più fatica a reperire persone adulte che mettono a disposizione un po’ del loro tempo per la comunità cristiana, non solo per il servizio di catechisti, ma anche per gli altri due ambiti che costituiscono l’identità stessa della comunità: vale a dire liturgia e carità?

Si può pensare, e a ragione, che oggi la vita è molto più complessa di un tempo, e molte donne – che nel settore della catechesi sono sempre state la categoria trainante – ora sono più impegnate nell’ambito lavorativo. Ma andando più in profondità ci si accorge anche che molti adulti hanno una fede fragile, più emotiva e verbale, incapace di investire tutti i momenti della vita e non costruita su ragioni profonde. Il più delle volte è una fede vissuta in modo soggettivo, dove ognuno si costruisce un suo modo di credere, secondo criteri propri che non aiutano l’assunzione di impegni stabili. Sono adulti che molto spesso, come diceva provocatoriamente papa Francesco, preferiscono dedicare il loro tempo agli animali, piuttosto che alle persone. Chi poi intende la parrocchia solo come un luogo di servizi, è convinto che i catechisti siano una categoria inesauribile, dimenticando invece che anche loro sono adulti e che hanno le stesse difficoltà di disponibilità di tutti i genitori.

E dunque, cosa fare? Ammetto di non avere ricette già pronte che risolvono subito il problema, ma provo ugualmente a elencare alcune azioni che possono aiutare a non vedere questa situazione, per quanto complessa, solo negativamente, ma considerarla piuttosto un’opportunità per la crescita della comunità cristiana che ha come primo compito quello di generare alla fede.

La prima azione è chiedersi, con grande onestà, se come parroci e catechisti, quelli rimasti, si è fatto di tutto, a cominciare dal costruire relazioni sincere e collaborative, per creare le condizioni favorevoli affinché altri adulti o giovani possano mettersi a disposizione del servizio catechistico dei piccoli o dei genitori. Alle volte una comunità più preoccupata dell’organizzazione, che delle relazioni, non facilita nessun nuovo inserimento. La seconda azione è quella di condividere la questione con il consiglio pastorale, in modo che si possa fare un esercizio di discernimento sulle priorità della vita pastorale di una parrocchia. La terza azione è quella di non avere fretta di iniziare con il gruppo (“classe”, sigh!) sguarnito di catechisti. Spesso non dare nessun segnale d’inizio può smuovere i genitori a interrogarsi: perché quest’anno nessuno chiama per “il catechismo”? Quando poi la domanda è diventata più diffusa, è opportuno fare una riunione con tutti i genitori in modo da coinvolgerli concretamente nel problema. A questo punto le strade sono duplici. Può essere che tra i genitori, prendendo coscienza della reale situazione di bisogno, qualcuno si offra come nuovo catechista. L’altra invece è quella di propone a tutti i genitori, se veramente hanno a cuore la fede dei figli, di farsi carico personalmente dell’educazione alla vita cristiana. I genitori diventano così i primi veri catechisti dei figli. Guidati e sostenuti da un catechista, potranno offrire ai figli una spiegazione semplice del Vangelo, li introdurranno al linguaggio simbolico-rituale e li porteranno a vivere esperienze di carità. Lasciare che i genitori si facciano carico, in prima persona, dell’educazione alla fede dei figli, vuol dire, però, accettare che i numeri di partecipazione si riducano: non tutti i genitori accetteranno di farlo! Vuol dire anche assumere modi diversi di accompagnamento (non più grandi gruppi, ma di due, tre, quattro bambini), di accesso ai sacramenti (non più nello stesso giorno, ma in tempi diversi) e di verifica (non più solo il catechista, ma i genitori i catechisti e il parroco).

Giorgio Bezze

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Al Centro universitario e al Santo due occasioni preziose per riflettere

È ripartito, al Centro universitario di via Zabarella 82, il percorso culturale del martedì (alle 18.15). Sul tema di quest’anno – “Parole del (per) nostro tempo” – ha aperto le danze Ludwig Monti, monaco di Bose, con “Le domande di Gesù”, titolo/tema del suo ultimo volume (edizioni San Paolo).

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San Prosdocimo: solenne celebrazione del vescovo Claudio a Santa Giustina

Giovedì 7 novembre ricorre per la Chiesa di Padova la solennità di san Prosdocimo, patrono principale della Diocesi di Padova ed evangelizzatore delle genti venete. Per l’occasione il vescovo Claudio Cipolla ha presieduto la santa messa nella basilica di Santa Giustina di Padova dove, secondo tradizione, si trova la tomba del santo.

Una celebrazione, che ha visto un’ampia partecipazione, a cui erano state particolarmente invitate le comunità parrocchiali con i loro parroci, raggiunte lo scorso anno (2018-2019) dalla visita pastorale del vescovo Claudio, proprio per “raccogliere” simbolicamente il primo anno di Visita pastorale, ringraziare per l’esperienza vissuta e per la ricchezza di persone, cammini, percorsi incontrati e presenti nella Chiesa di Padova, ma anche per accompagnare l’avvio del secondo anno di visita pastorale e quel cammino di riscoperta del Battesimo che contraddistingue l’impegno pastorale per l’anno in corso.

Alla celebrazione erano presenti anche i sindaci dei comuni delle comunità parrocchiali coinvolte nella visita dello scorso anno, che hanno avuto anche un momento di incontro con il vescovo prima della celebrazione.

Presenti inoltre gli insegnanti di religione a cui mons. Cipolla ha dedicato un pensiero particolare per il loro prezioso e delicato servizio.

Il vescovo Claudio, durante l’omelia, si è soffermato in particolare sul senso e il significato dell’evangelizzare, facendo riferimento anche all’anfora che campeggia nel suo stemma episcopale e che richiama proprio l’attività di Prosdocimo, come evangelizzatore delle terre venete. «Quell’anfora – ha ricordato il vescovo – ci riporta al momento che come Chiesa stiamo vivendo e che ci chiede di riprendere quelle attività di san Prosdocimo: parlare di Gesù e del Vangelo. Parlare di Gesù significa dire chi è Gesù per me, qual è il mio legame con il Signore Gesù. Oggi dobbiamo riprendere il nostro cammino a partire proprio dall’inizio, non possiamo dare per scontato che siamo credenti. Questo permetterà anche alle nostre comunità di servire il nostro territorio e di essere uomini e donne degni di Dio».

La celebrazione si è conclusa con la processione alla tomba di san Prosdocimo.




















fonte: ufficio stampa della diocesi di Padova

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San Carlo Borromeo. Il murales celebra scienza e fede

A pochi mesi da Padova capitale europea 2020 del volontariato, lungo un muro di via Pierobon all’Arcella due artisti lombardi hanno realizzato una grande opera di street art su invito della  parrocchia di San Carlo e associazioni Jeos e Domna.

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Don Gino Temporin: la Corte di Cassazione rende definitiva l’assoluzione

Ieri, mercoledì 6 novembre 2019, la Corte di Cassazione ha reso definitiva la sentenza assolutoria – perché il fatto non sussiste – del Tribunale di Padova, confermata dalla Corte di Appello di Venezia, nei confronti del presbitero diocesano don Gino Temporin, assistito in questi anni dall’avvocato penalista Paolo Marson.

Come Chiesa di Padova abbiamo seguito – certo con trepidazione, ma con fiducia e con vicinanza a don Gino Temporin – la vicenda e i tempi della lunga procedura giudiziaria, sempre convinti dell’insussistenza dei fatti e dell’innocenza del sacerdote, come anche giuridicamente ora è stato definitivamente confermato. Sono stati anni di fatica che don Gino ha vissuto con serenità interiore e fiducia, e noi con lui. Questa sentenza restituisce, anche pubblicamente, piena dignità a un uomo, a un prete, a un educatore, ma anche a un’istituzione formativa così importante come il Seminario minore.

 

fonte: ufficio stampa della diocesi di Padova

 

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Visita pastorale: quarta tappa del secondo anno

Quarta tappa, questo fine settimana, del secondo anno della Visita pastorale del vescovo Claudio: da venerdì 8 a domenica 10 novembre, infatti, il vescovo incontrerà le parrocchie di Brugine e Campagnola (Pd).

La Visita pastorale ha, come di consueto, il tono della quotidianità e dell’ordinarietà della vita comunitaria parrocchiale e il vescovo Claudio si presenta alle comunità parrocchiali e ai fedeli come figlio, fratello e padre, sul filo conduttore del versetto degli Atti degli Apostoli: «Ritorniamo a far visita ai fratelli in tutte le città nelle quali abbiamo annunciato la parola del Signore, per vedere come stanno» (At 15,36).

Durante questi giorni il vescovo incontrerà: i preti che operano o risiedono in questo territorio (venerdì 8 novembre); i referenti per la liturgia, la carità e la catechesi (sabato 9 novembre); i giovani (venerdì 8 novembre); i consigli per la gestione economica e i consigli pastorali parrocchiali. Ci sarà poi tempo per far visita a famiglie e ammalati.

Tra i momenti comunitari e le celebrazioni presiedute dal vescovo Claudio:

  • venerdì 8 novembre, alle ore 19, celebrazione della messa a Brugine, mentre alle 21 incontrerà i giovani a Campagnola;
  • sabato 9 novembre alle ore 18.30, celebrazione della messa a Campagnola;
  • domenica 10 novembre, alle ore 9.30, celebrazione della messa a Brugine, occasione in cui il vescovo accoglierà la richiesta di ammissione al diaconato permanete di Fabio Buoso, sposato, padre di quattro figli e operatore alle Cucine economiche popolari di Padova. Alle ore 11 il vescovo Claudio presiederà l’Eucaristia a Campagnola.

Ad accompagnare questo percorso di Chiesa e del vescovo, ci sarà il settimanale diocesano la Difesa del popolo che, in collaborazione con l’Ufficio diocesano di Pastorale sociale e del lavoro, e in sinergia con il sito internet diocesano, sta implementando un “atlante della visita pastorale” dove si possono trovare: una fotografia della realtà territoriale ed ecclesiale di volta in volta visitata dal vescovo; gli articoli che nel tempo sono stati scritti su quella zona; il profilo della parrocchia, accompagnato da cenni storici e artistici, indirizzi, notizie sulla vita religiosa…

Il tutto agli indirizzi:

http://www.diocesipadova.it/la-mappa-interattiva-della-visita-pastorale/

https://www.difesapopolo.it/Visita-pastorale

 

fonte: ufficio stampa della diocesi di Padova

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Nella solennità di san Prosdocimo, patrono principale della Diocesi di Padova, il vescovo Claudio Cipolla celebra a Santa Giustina

Giovedì 7 novembre ricorre per la Chiesa di Padova la solennità di san Prosdocimo, patrono principale della Diocesi di Padova ed evangelizzatore delle genti venete. Per l’occasione il vescovo Claudio Cipolla presiederà la santa messa alle ore 18.30 nella basilica di Santa Giustina di Padova dove, secondo tradizione, si trova la tomba del santo.

Una celebrazione a cui sono particolarmente invitate le comunità parrocchiali con i loro parroci, raggiunte lo scorso anno (2018-2019) dalla visita pastorale del vescovo Claudio, proprio per “raccogliere” simbolicamente il primo anno di Visita pastorale, ringraziare per l’esperienza vissuta e per la ricchezza di persone, cammini, percorsi incontrati e presenti nella Chiesa di Padova, ma anche per  accompagnare l’avvio del secondo anno di visita pastorale e quel cammino di riscoperta del Battesimo che contraddistingue l’impegno pastorale per l’anno in corso.

Alla celebrazione sono invitati anche i sindaci dei comuni delle comunità parrocchiali coinvolte nella visita dello scorso anno.

fonte: ufficio stampa della diocesi di Padova

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