Settimana della comunità. Nelle parrocchie padovane dopo il 26 febbraio

Dal 26 febbraio, Mercoledì delle Ceneri, torna nelle parrocchie della Diocesi di Padova l’iniziativa che mette al centro l’incontro con Gesù e le relazioni.

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Nella locanda del buon samaritano. Giornata del malato. Martedì 11 febbraio la Chiesa accanto a chi soffre

L’11 febbraio si celebra la ventottesima Giornata mondiale del malato. Papa Francesco quest’anno ha scelto le parole di Matteo per il suo messaggio: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro». In queste parole Gesù chiama tutti ad andare da lui, in particolare coloro che sono afflitti e sofferenti nel corpo e nello spirito, perché Lui promette sollievo. In Cristo si ritrova una lettura nuova della sofferenza perché Egli ha condiviso il dolore e la sofferenza nella croce e ha quindi uno sguardo profondo e ha trovato nel Padre l’amore e la prossimità, la misericordia che sono forza ristoratrice. Nella nostra Diocesi due sono gli appuntamenti per celebrare la Giornata: domenica 9 febbraio all’Opsa, l’Opera della Provvidenza Sant’Antonio di Sarmeola di Rubano, in diretta nazionale su Rai uno alle 11 la celebrazione della santa Messa, trasmessa presieduta dal Vescovo Claudio. L’11 invece alle 16 la celebrazione tradizionale per la Giornata, anch’essa presieduta dal vescovo, si svolge in Basilica del Santo.

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Da Este ad Alano di Piave. Così cambiano le case di riposo parrocchiali

Da ormai cinque anni la gestione del Centro servizi per anziani Santa Tecla di Este è passata dalla parrocchia ad una Fondazione. Un passaggio che sta vivendo in questo periodo anche  il Centro servizi per anziani di Alano di Piave. Cambiamenti voluti e sostenuti dalla Diocesi di Padova perchè in questo modo la parrocchia viene sollevata dalla responsabilità della gestione della struttura, che diventa indipendente con l’obiettivo di permettere ai parroci di dedicare tempo e attenzione alla propria comunità. E la struttura per gli anziani guadagna in efficienza, competenze, qualità, mantenendo però intatto il valore originario, il bene e il meglio per l’ospite e la sua famiglia.

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Noi. Due padovani sono stati eletti nel consiglio di amministrazione nazionale: Fabio Brocca e Marco Miazzi

Come a livello di circolo vi sono dei soci, che si mettono a disposizione per svolgere un servizio gratuito di gestione in locale e poi vengono eletti dall’assemblea dei tesserati (che è sovrana nell’associazione), così si adotta un medesimo principio di democraticità per istituire il coordinamento nei livelli superiori dell’associazione (territoriale e nazionale), con precisi canoni di rappresentatività che garantiscono il rispetto delle norme statutarie.

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Noi. Nuovo consiglio di amministrazione nazionale. «Sempre in dialogo»

Presidente è don Damiano Vianello, 36 anni. Parroco dell’unità pastorale di Taglio di Po e Mazzorno Destro, è già presidente di Noi Chioggia.

 

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Medici con l’Africa Cuamm compie 70 anni. Don Carraro: “Aiutiamo i Paesi a camminare con le proprie gambe”

Nata da un’intuizione profetica di un giovane medico originario di Schio, ma laureato a Padova, Francesco Canova, è la più antica organizzazione non governativa italiana. Nei 70 anni di storia i medici e gli operatori sanitari hanno donato “seimila ore di vita al Continente africano”, ricorda al Sir l’attuale direttore, don Dante Carraro. Al via l’8 febbraio, a Padova, il primo di una serie di eventi per celebrare questo compleanno. “Migliorare le condizioni in cui le donne partoriscono e puntare sul capitale umano” le due priorità anche oggi.

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San Leopoldo, patrono dei malati di tumore in Italia

San Leopoldo Mandic è ufficialmente riconosciuto dalla Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, patrono dei malati d’Italia colpiti da tumore. Il decreto della Congregazione vaticana presieduta dal card. Robert Sarah e firmato dall’arcivescovo segretario mons. Arthur Roche, porta la data del 6 gennaio 2020, Solennità dell’Epifania del Signore, ma l’annuncio ufficiale in Diocesi di Padova, dove ha sede il Santuario di San Leopoldo che ne conserva le spoglie, è stata data oggi, sabato 8 febbraio, a ridosso della Giornata mondiale del malato (11 febbraio 2020).

Riconoscimento che arriva dopo un lungo e complesso iter avviato nel 2016 da una prima domanda inoltrata alla Congregazione dal vescovo di Padova mons. Claudio Cipolla a seguito della richiesta dei frati cappuccini e di un gruppo di medici padovani. Da quel 23 luglio 2016 al 6 gennaio 2020 sono intercorsi vari passaggi e una raccolta firme che ancora prosegue e che al 31 gennaio 2020 aveva raggiunto le 69.758 firme.

A presentare pubblicamente il riconoscimento del patronato a San Leopoldo e delle preghiere che possono accompagnare la devozione dei fedeli sono stati il vescovo di Padova mons. Claudio Cipolla, il già ministro generale dei frati cappuccini fra Mauro Jöhri; il ministro provinciale dei frati cappuccini fra Roberto Tadiello; il rettore del santuario di San Leopoldo fra Flaviano Gusella; il direttore dell’Ufficio di Pastorale della Salute della CEI, don Massimo Angelelli e il medico prof. Matteo Bevilacqua, tra i primi promotori dell’iniziativa che poi ha portato a questo riconoscimento. Presenti inoltre fra Giovanni Lazzara, direttore del Portavoce di san Leopoldo, don Giuseppe Cassandro, direttore dell’Ufficio di Pastorale della Salute della Diocesi di Padova e fra Marco Putin, guardiano del convento dei Cappuccini di Padova .

È questo un ulteriore riconoscimento alla santità e alla testimonianza di vita evangelica del frate cappuccino, canonizzato nel 1983 da papa Giovanni Paolo II, che lo indicò come modello dei confessori, e le cui spoglie papa Francesco ha voluto in Vaticano insieme a quelle di san Pio da Pietrelcina durante il mandato ai missionari della misericordia nell’anno del Giubileo della Misericordia (2016).

Ma san Leopoldo, oltre a essere testimone della riconciliazione e tenace sostenitore del cammino ecumenico, provò nella sua stessa carne l’esperienza della malattia oncologica, portandone il peso con serenità e fiducia: fu, infatti, un tumore all’esofago a portarlo alla morte. Da molti fedeli già invocato anche per la guarigione, ora la congregazione lo riconosce patrono dei malati di tumore, con queste parole:

«San Leopoldo Mandić da Castelnuovo, presbitero dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, che spese tutta la sua vita nell’esercizio del ministero della Riconciliazione e, che, colpito da una malattia tumorale, ne portò il grave e prolungato peso con fede serena, è venerato con particolare devozione dai malati e dai loro famigliari. Per questo motivo, accogliendo gli unanimi voti dei fedeli, la Conferenza dei Vescovi Italiani ha approvato l’elezione di San Leopoldo quale Patrono presso Dio dei malati di tumore d’Italia e l’Eminentissimo Cardinale Gualtiero Bassetti, Presidente della medesima Conferenza episcopale, con lettera del 14 dicembre 2019, ha vivamente richiesto che una tale elezione ed approvazione fosse confermata, a tenore delle Norme canoniche concernenti la Costituzione dei Santi Patroni. Pertanto, la Congregazione del Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, avvalendosi delle Facoltà concessele dal Sommo Pontefice FRANCESCO e avuta premurosa considerazione a quanto richiesto, ha accolto una tale supplica e, nonostante qualsiasi cosa contraria, conferma San Leopoldo Mandić, presbitero, patrono presso Dio dei malati d’Italia colpiti da tumore».

I devoti a san Leopoldo potranno ora utilizzare anche un piccolo opuscolo con tre preghiere – la preghiera del malato, la preghiera dei familiari e la preghiera per gli operatori sanitari – opportunamente formulate per questa occasione.

«Questo riconoscimento – sottolinea il vescovo di Padova mons. Claudio Cipollaè un’occasione bella e significativa per farsi prossimi a tutti i bisogni di attenzione e vicinanza di chi vive la malattia, specie in campo oncologico. È un modo per essere vicini a malati e familiari, che spesso si trovano soli, ma anche agli operatori sanitari che quotidianamente sono chiamati ad assistere e curare con competenza, disponibilità e umanità: è un modo per ascoltare la sofferenza. San Leopoldo, anche per la sua esperienza personale di malattia e per la sua vita spesa in confessionale proprio nell’esercizio dell’ascolto misericordioso, è sicuramente la figura più adeguata».

«Voglio esprimere il mio grazie, sentito e fraterno, innanzitutto al Signore, sorgente di ogni bene; a Papa Francesco che ha accolto, appoggiato e sigillato con la sua autorità il voto dei fedeli e dei devoti – fa eco fra Roberto Tadiello, ministro provinciale dei frati cappuccini rispetto a questo riconoscimento – infine a tutte le persone e realtà che si sono fatte promotrici di questa bella iniziativa. Essa vuole rendere presente e vicina, attraverso l’umile figura di San Leopoldo, la compassione della Chiesa nei confronti delle persone sofferenti, in particolare dei malati di tumore, i loro familiari e il personale sanitario che li ha in cura».

Questo importante riconoscimento verrà ricordato dal vescovo Claudio Cipolla anche in occasione della Giornata mondiale del malato, durante la messa che sarà celebrata martedì 11 febbraio, alle ore 16, in basilica di Sant’Antonio a Padova.

Mentre la celebrazione di martedì 12 maggio in occasione della festa di San Leopoldo, presieduta sempre dal vescovo Cipolla, sarà motivo anche per rendere grazie di questa ulteriore devozione al frate cappuccino.

Qui gli interventi della conferenza stampa: http://bit.ly/37ail42

 

 

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Visita pastorale: nona tappa del secondo anno

Nona tappa di questo secondo anno di Visita pastorale per il vescovo Claudio Cipolla che da giovedì 6 febbraio a domenica 16 febbraio, incontrerà le comunità parrocchiali che insistono nel territorio di Rubano: Bosco di Rubano, Rubano, Sarmeola e Villaguattera.
 
La Visita pastorale è impostata all’insegna dell’esperienza viva della quotidianità e dell’ordinarietà della vita delle parrocchie, a cui il pastore della Chiesa di Padova si presenta come figlio, fratello e padre.
«Ritorniamo a far visita ai fratelli in tutte le città nelle quali abbiamo annunciato la parola del Signore, per vedere come stanno» (At 15,36) è, infatti, il versetto che accompagna la presenza del vescovo nelle comunità parrocchiali della Diocesi di Padova.

Durante questi giorni il vescovo incontrerà: i preti che operano o risiedono in questo territorio (giovedì 6 febbraio); i referenti dei settori pastorali di tutte le parrocchie (venerdì 14 febbraio); i giovani (domenica 16 febbraio); i consigli per la gestione economica e i consigli pastorali parrocchiali. Tempo sarà dedicato anche alla visita ai malati e in particolare alla celebrazione del sacramento dell’unzione (venerdì 14 febbraio).

Tra i momenti comunitari e le celebrazioni presiedute dal vescovo Claudio:

giovedì 6 febbraio, celebrazione dei vespri e della santa messa alle ore 18.30 a Sarmeola;

domenica 9 febbraio, alle ore 11, celebrazione della santa messa all’Opera della Provvidenza Sant’Antonio di Sarmeola di Rubano (Pd), che sarà trasmessa in diretta su Raiuno; alle ore 18 celebrazione della messa a Villaguattera;

venerdì 14 febbraio, celebrazione del sacramento dell’unzione degli infermi, alle ore 15.30 a Rubano;

sabato 15 febbraio, alle ore 18.30, celebrazione della messa a Bosco di Rubano;

domenica 16 febbraio, alle ore 11 il vescovo celebra la messa a Rubano; alle ore 16 incontra i giovani; alle ore 18.30 celebra la messa a Sarmeola.

 

Ad accompagnare questo percorso di Chiesa e del vescovo, ci sarà il settimanale diocesano la Difesa del popolo che, in collaborazione con l’Ufficio diocesano di Pastorale sociale e del lavoro, e in sinergia con il sito internet diocesano, sta implementando un “atlante della visita pastorale” dove si possono trovare: una fotografia della realtà territoriale ed ecclesiale di volta in volta visitata dal vescovo; gli articoli che nel tempo sono stati scritti su quella zona…

Il tutto agli indirizzi:

http://www.diocesipadova.it/la-mappa-interattiva-della-visita-pastorale/

https://www.difesapopolo.it/Visita-pastorale

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Don Gianfranco Lazzarin è tornato al Padre

È mancato nella mattina di martedì 4 febbraio, all’ospedale di Vicenza don Gianfranco Lazzarin (1935-2020). Le esequie saranno celebrate dal vescovo Claudio a Prejon venerdì 7 febbraio, alle ore 15. La salma proseguirà poi per il cimitero di Fossò. La sera di giovedì 6, alle ore 20, nella chiesa di Agna vi sarà un momento di preghiera. La vicinanza della Chiesa di Padova va alla sorella Gianna, al cognato Vincenzo e al nipote Gabriele.


Don Gianfranco nasce a Fossò il 6 marzo 1935 e viene ordinato presbitero nella chiesa del Seminario il 10 luglio 1960. Inizia il suo ministero di giovane prete come cooperatore a Limena e nel 1964 passa a Pernumia, con lo stesso incarico. Nell’autunno del 1969, invece, è cooperatore a Castelbaldo. Nell’ottobre 1973 diventa parroco di Stoccareddo, dove rimane vent’anni. Scrive: «Ho amato le anime di questo mio gregge dal primo giorno e tutt’ora le amo. Il mio lavoro qui è lungimirante, paziente, senza forzature. Inseguo i lontani e contemporaneamente faccio il maestro-pastore dei vicini».

Nell’agosto del 1993 gli viene affidata la comunità di Prejon, dove manifesta generosità e dedizione instancabili, spendendosi nella conoscenza delle famiglie e nella decorazione della chiesa, con un’attenzione per gli ultimi e i poveri.

Nel settembre 2005 nasce l’unità pastorale di Agna, con le parrocchie di Borgoforte e Frapiero, già collaudate nella collaborazione in quanto all’interno dell’allora vicariato di Agna: Prejon entra a farne parte staccandosi dall’allora vicariato di Conselve. Don Gianfranco diventa co-parroco delle quattro parrocchie e quando nel 2010 la canonica di Agna viene scelta come luogo abitativo per la comunità presbiterale anche don Gianfranco vi si stabilisce in modo permanente. L’unità pastorale e la collaborazione delle parrocchie vedono don Gianfranco attivo e presente in ognuna delle quattro comunità, dove pian piano si distingue per passione, simpatia e amicizia con i parrocchiani, correttezza e fraternità verso i confratelli. Nel corso degli anni si avvicendano nel servizio diversi preti e diaconi, con i quali vive un sereno, gioioso e stimolante rapporto di stima e sostegno reciproco, tanto da essere per 15 anni un elemento di continuità, sempre partecipe delle occasioni comuni e capace di riconoscimento grato qualora una iniziativa, un’esperienza, o un’omelia lo meritassero. Grazie alla sua presenza, la canonica acquista un tocco di vitalità accogliente anche verso le persone che vi passano, gli animatori parrocchiali e nei confronti di una famiglia straniera ospitata per alcuni mesi del 2017. Con umanità e intensità vive anche tutto il periodo faticoso della presenza di tanti migranti nelle basi di Cona e Bagnoli.

Don Gianfranco era amante della natura e degli animali, del lavoro dei campi, dell’orto e del giardino, instancabile e tenace nel lavoro manuale, che si trattasse di portare carriole, costruire il campo da calcio per i giovani, oppure abbellire una chiesa, anche mettendoci di tasca propria quando le comunità non avevano i mezzi economici.

«Uomo dalle mani ruvide a forza di togliere pietre dal suo orto, potare le vigne, vendemmiare l’uva, raccogliere frutti che pazientemente aspettava maturassero dal suo piccolo frutteto, piantare fiori, con la stessa forza con cui soccorreva le necessità di coloro che nella vita pensavano di aver seminato del buon grano ed erano invece costretti a raccogliere solo gramigna».

Coltivava tanti interessi culturali, in modo ecclettico e tutto personale, interessandosi, in particolare, di storia, geografia, conoscenza del territorio come anche di più ampie questioni sociali e politiche, tanto da dedicarsi alla lettura, alla raccolta di materiale informativo, a conferenze di vario genere, a viaggi in paesi europei o della ex Jugoslavia, dove la storia andava muovendosi.

«Se penso a don Gianfranco non posso non fare riferimento al suo breviario impregnato di umanità, al suo camice colorato dalla terra, al suo rosario che veloce scorre tra le sue dita come le ruote della macchina veloci girano sull’asfalto; il suo bicchiere di vino ricavato dall’uva spremuta con le sue mani con la stessa forza con cui teneva e innalzava il calice della salvezza nella liturgia; il suo studio zeppo di ricordi come i suoi pensieri modellati sulla vita del mondo e dalla vita delle persone che ha incontrato. Amava viaggiare, viaggiare per scoprire e tornava a casa con il profumo della terra che aveva visitato».

Inoltre, don Gianfranco era molto sensibile alla causa missionaria: ha potuto visitare il Kenya e l’India, incontrare Madre Teresa di Calcutta e, allo stesso tempo, interessarsi a diverse figure missionarie diocesane, raccogliendone testimonianze e notizie. In particolare, era molto legato alla vicenda di padre Ezechiele Ramin e alla sua famiglia, tanto da essere sempre partecipe alle proposte del Centro studi Padre Ezechiele Ramin di Campagnola. Altrettanto si interessò di Massimo Barbiero, originario di Fossò, membro dell’Associazione Papa Giovanni XXIII, morto tragicamente in Venezuela nel 2010.

Don Gianfranco aveva un carattere forte, estroverso, tenace e determinato; era anche stravagante, don Gianfranco, talora ruvido e poco diplomatico, ma dal cuore tenero, capace di commuoversi per i successi o le sofferenze della sua gente, capace di piangere anche al vedere le persone allontanarsi dalla vita di fede. Schivo nelle relazioni, sapeva comunque correre per le necessità di chi lo chiamava, tanto non voleva ingombrare il tempo delle persone. Innamorato di Dio e della vocazione sacerdotale, coltivava in modo convinto l’abituale e sobria spiritualità fatta di preghiera, sacramenti, carità e ascolto. Sostava molto tempo davanti all’Eucaristia in adorazione, anche con la speranza che la sua presenza davanti a Gesù invogliasse altri a farlo. A questo proposito, una persona ha commentato in questi giorni: «È come se fosse andata via l’ultima preghiera che avevamo». Innamorato della figura di papa Francesco, ne divulgava i documenti che più lo appassionavano e coltivava una devozione tutta personale per il beato mons. Carlo Liviero (già parroco di Agna, poi vescovo a Città di Castello), cui ha spesso affidato preghiere per sé e per altri. Negli anni del suo ministero si è molto speso per le confessioni, abitando il confessionale non solo delle sue comunità, ma pure abitualmente delle comunità vicine. Una volta sollevato da impegni pastorali più precisi, ha dedicato molto tempo alla visita dei malati e degli anziani, fedele all’incontro con coloro che chiamava «i reclusi in casa», ai quali portava non solo l’Eucarestia, ma anche una caramella, un cioccolatino, un piccolo dono acquistato per il tempo di Natale, per il loro compleanno o a ricordo del viaggio compiuto.

A partire dall’estate 2018, le condizioni di salute lo avevano portato a passare dei periodi al Cenacolo di Montegalda. A seguito di un intervento, la morte lo ha raggiunto la mattina del 4 febbraio 2020, all’ospedale di Vicenza.

 

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Al via sabato il percorso Fisp Plus su Orizzonti europei e confini mediterranei

Prende il via sabato 8 febbraio il percorso FISP PLUS della Scuola di Formazione all’impegno sociale e politico, rivolto in particolare a chi ha già frequentato il percorso FISP e a chi ha assunto ruoli espliciti di impegno e responsabilità civica o politica.

FISP PLUS prevede quattro incontri con una parte di lezione frontale e di approfondimento esperienziale e una seconda parte di interazione.

Filo conduttore del percorso Fisp Plus 2020 è Orizzonti europei e confini mediterranei.

Di seguito il PROGRAMMA:

  • sabato 8 febbraio 2020: Sicurezza interna e politica estera, con Renzo Guolo – Università di Padova e un Ufficiale del Corpo delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera;
  • sabato 22 febbraio 2020: Ridurre le disuguaglianze, con Martina Visentin – Università di Padova e Sonia Mazzon – responsabile del Coordinamento servizi territoriali del Comune di Padova;
  • sabato 7 marzo 2020: Lotta al cambiamento climatico, con Davide Pettenella – Università di Padova e Giustino Mezzalira – direttore sezione Ricerca e gestioni agroforestali Veneto Agricoltura;
  • sabato 21 marzo 2020: Lavoro dignitoso e crescita economica, con Paolo Gubitta – Università di Padova,  Cesare Dosi – Università di Padova e Franco Conzato – direttore Promex.

Gli incontri si terranno dalle 15.30 alle 18 nella sede della Facoltà teologica del Triveneto.

 

Informazioni e iscrizioni: email: pastoralesociale@diocesipadova.it, www.fispadova.it

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