San Valentino in diocesi…
Tra i santi registrati al 14 febbraio nel Martitologio Romano ci sono due Valentino. I due protagonisti hanno alcuni aspetti in comune, tanto che si pensa fossero la stessa persona: tuttavia, non ci sono prove storiche fondate, dunque i Valentino potrebbero essere due, come uno.
Il primo Valentino sarebbe nato a Terni nel 176 e ucciso nel 268 dall’imperatore Claudio il Gotico (213/214-270) dopo aver compiuto un miracolo. L’imperatore l’avrebbe affidato al suo collaboratore Asterio il quale aveva una figlia cieca dall’età di due anni. Valentino le restituì la vista. Grazie al miracolo, tutta la famiglia della ragazza si convertì immediatamente al cristianesimo, e per questo motivo l’imperatore lo fece decapitare. Valentino sarebbe stato sepolto vicino alla via Flaminia, proprio dove venne martirizzato il 14 febbraio.
Il secondo Valentino era vescovo di Terni, e sarebbe stato martirizzato sotto l’imperatore Aureliano, nel 273. Valentino era un celebre taumaturgo e fu invitato proprio per questo a Roma dal filosofo Cratone, per guarire il proprio figlio, afflitto da gravi problemi alla schiena e una gobba molto pronunciata. Valentino guarì il figlio e tutta la famiglia si convertì al cristianesimo. Venne però imprigionato per quest’atto miracoloso e condannato alla decapitazione. Un’altra tradizione narra che sarebbe stato ucciso, invece, per aver celebrato le nozze fra la cristiana Serapia e Sabino, un legionario romano. Sempre di lui si narra che ospitasse in un bellissimo giardino della propria casa i bambini e che anche dal carcere inviasse loro la chiave perché potessero continuare ad entrarvi e giocare tra le sue piante e i suoi fiori: da qui la tradizione di benedire i bambini e delle piccole chiavi da donare loro come segno tangibile della protezione del santo. Dopo il martirio, il suo corpo venne trasportato da alcuni fedeli a Terni. La tradizione racconta che nel corso dei secoli le reliquie furono divise e donate a varie chiese. Ne rimangono comunque a Terni, dove sarebbero ancora conservati parte del cranio, il busto e dei denti.
I due santi sarebbero dunque stati seppelliti entrambi lungo la via Flaminia. Oltre a questo, non ci sono documenti o prove fondate che ne confermino l’identità separata, tanto che oggi si tende a considerarli un’unica persona. In ogni caso, san Valentino è riconosciuto e celebrato come il patrono degli innamorati e dell’amore, a partire dal Medioevo. Si pensava infatti che proprio a metà febbraio, il 14, avesse inizio la primavera e gli uccelli iniziassero ad accoppiarsi, dunque era una buona giornata per celebrare anche l’amore umano e Valentino stesso venne in breve tempo riconosciuto come il santo che annunciava la primavera. La festività era celebrata soprattutto in Italia, diffondendosi fino all’Inghilterra, alla Francia e alla Germania, grazie all’azione divulgatrice dei monaci benedettini. Oltre che dagli innamorati San Valentino è pregato dagli epilettici e anche da chi soffre di malattie al ventre. Il motivo è probabilmente legato, oltre ai fatti prodigiosi sopra ricordati, anche al significato letterale del suo nome: “che sta bene, sano, forte, robusto”.
Nella Diocesi di Padova sono tanti gli oratori che portano il nome di San Valentino ed ecco la proposta di una mappa che permetta di mettersi sulle tracce di antiche devozioni e di invocare la sua intercessione.
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