Pentecoste: festa delle genti e un prete novello

È stata una domenica ricca di gioia e di festa, oggi 23 maggio 2021, solennità di Pentecoste, per la Chiesa di Padova. Una festa della Chiesa che ha visto due celebrazioni solenni con il vescovo Claudio Cipolla in Cattedrale a Padova.

Al mattino la “festa delle genti” che, causa pandemia, era saltata nella tradizionale data del 6 gennaio ed è stata celebrata oggi con la partecipazione delle comunità cattoliche di altra madrelingua presenti in Diocesi. Una celebrazione ricca di festa, di lingue, di musiche e di colori presieduta dal vescovo Claudio e concelebrata da don Gianromano Gnesotto, vicedirettore dell’Ufficio di Pastorale dei migranti e dai diversi cappellani delle comunità etniche: africani francofoni e anglofoni, cinesi, filippini, indiani, ispanoamericani, polacchi, romeni di rito latino e orientale, srilankesi, ucraini.

«Sono contento che ci possiamo incontrare in tanti e da tanti paesi diversi – ha detto il vescovo Claudioquesto ci dice che il Signore che ci mette su una strada che può essere esemplare anche per la nostra società. Noi prima di stranieri siamo fratelli e sorelle e prima di qualsiasi differenza siamo uniti dalla stessa fede in Gesù e dall’appartenenza alla stessa carità, allo stesso amore che il Signore ha donato ai suoi discepoli. Quello che ci unisce nella fede è tantissimo e ci porta a scoprire che anche umanamente siamo fratelli e sorelle, non soltanto dal punto di vista spirituale».

Particolare vicinanza il vescovo ha espresso rispetto a quanti provengono da quei paesi che stanno vivendo momenti molto difficili: l’India, il Brasile, i molti paesi Africani…

«Non c’è giorno migliore della solennità di Pentecoste per celebrare questa festa» ha sottolineato il vescovo, leggendo questo momento come una “notizia” bella da far conoscere: «Questo è un annuncio, un’esperienza bella di incontro, di persone che provengono da altri paesi. E magari arrivasse al mondo questo messaggio che ci dice che è possibile stare insieme, è possibile convivere, è possibile sostenerci e rallegrarci l’un l’altro; è un annuncio che vogliamo dare alla nostra società, ma è anche una profezia del cammino che l’umanità ha davanti, dove ci si riconosce nelle proprie diversità e ci si vuole bene nelle proprie diversità e non ci si combatte. Magari questo messaggio arrivasse al mondo! Tutti insieme per rendere possibile la pace, tutti insieme, nelle nostre diversità per rendere possibile il sostegno ai poveri, ai deboli».














Nel pomeriggio la Cattedrale ha ospitato un altro momento di gioia, l’ordinazione presbiterale di don Marco Bertin. Trentaquattro anni, Marco Bertin è nato a Padova il 28 settembre 1986. Originario della parrocchia di Perarolo di Vigonza (Pd), dove è cresciuto insieme ad altri due fratelli e due sorelle. Dopo aver compiuto studi scientifici, essersi laureato in ingegneria elettronica, ed essere stato ricercatore universitario per due anni, è entrato nel Seminario di Padova. Negli anni di formazione ha prestato servizio nella parrocchia di Fratte, nell’unità pastorale di Piovene Rocchette e a Villatora. È stato ordinato diacono domenica 10 gennaio 2021.

«Anche con il tuo contributo, Marco – ha sottolineato il vescovo Claudio durante l’omelia ripercorrendo il brano degli Atti degli apostoli – le nostre comunità possano davvero radunarsi, vivere unite. Anche Marco deve servire l’unità della Chiesa di Gesù».