Veglia Pasquale e Domenica di Pasqua: le celebrazioni presiedute dal vescovo Claudio

Il vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla, presiederà sabato 3 aprile 2021  alle ore 19, in Cattedrale a Padova la Veglia di Pasqua. Una celebrazione che è anticipata nell’orario e sarà necessariamente condizionata nella partecipazione. Ma sarà un momento particolarmente sentito (come lo sono state le altre celebrazioni del Triduo Pasquale) perché quest’anno, nonostante le restrizioni, sarà comunque possibile celebrare e vivere la Pasqua con la presenza e la partecipazione del popolo di Dio. Durante la celebrazione sette catecumeni eletti della città riceveranno i sacramenti dell’Iniziazione cristiana (Battesimo, Cresima ed Eucaristia) dalle mani del vescovo e diventeranno cristiani. Gli altri catecumeni eletti ai sacramenti dell’Iniziazione cristiana vivranno questo momento nelle loro comunità parrocchiali.

La celebrazione verrà trasmessa in diretta You Tube sul sito della Diocesi di Padova e in diretta televisiva sul canale 87 (Tv7 news).

 

 

La domenica di Pasqua, 4 aprile, il vescovo Cipolla presiederà l’eucaristia in una parrocchia – Madonna Pellegrina – della città di Padova, alle ore 10.15. Anche questa celebrazione sarà trasmessa sul canale You Tube della Diocesi di Padova e in diretta televisiva sui canali 11 (Telenuovo), 12 (Triveneta) e 87 (Tv7 News), come segno di comunione con quanti, in particolare anziani, malati e persone fragili, non potranno partecipare alla celebrazione della Santa Pasqua.

Dopo la messa, verso mezzogiorno, il vescovo Claudio porterà un saluto e gli auguri agli ospiti, alle suore, agli operatori e ai volontari delle Cucine economiche popolari: «Questa è “casa” per il vescovo, che viene a trovarci anche al di fuori delle feste solenni – commenta la direttrice delle Cucine economiche popolari, suor Albina Zandonà – ma la sua presenza nel giorno più importante per noi cristiani rende ancora più concreta la Pasqua: è il segno della vicinanza della Chiesa alle persone più fragili. Non c’è vera Pasqua se non ci facciamo realmente e veramente prossimi».