XIX Giornata mondiale del malato
«Uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli» (Mt 23,8) è il versetto che guida la XIX Giornata mondiale del malato, che la Chiesa celebra giovedì 11 febbraio, memoria della Beata Vergine di Lourdes. A tema “La relazione interpersonale di fiducia quale fondamento della cura olistica del malato”.
In questa occasione il vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla, ha accolto con partecipazione l’invito della sezione padovana dell’Ail (Associazione italiana contro leucemie, linfomi e mieloma), a visitare in mattinata la clinica oncoematologica pediatrica e di ematologia dell’Azienda ospedaliera di Padova (per informazioni rivolgersi all’Ail Padova).
Mentre nel pomeriggio, alle ore 18, nella basilica di Sant’Antonio a Padova il vicario generale, mons. Giuliano Zatti presiederà la celebrazione eucaristica a cui parteciperanno le associazioni di volontariato che si occupano di malati e le rappresentanze dei medici. La celebrazione sarà trasmessa da Rete Veneta (canale 18 del digitale terrestre).
Mai come quest’anno la celebrazione della Giornata mondiale del malato e la riflessione annessa sono collegate all’esperienza drammatica dell’emergenza sanitaria che in modo globale ha attraversato le nostre esistenze, portando paura, isolamento, dolore, lutti.
Inoltre in preparazione alla Giornata mondiale del malato, mercoledì 10 febbraio, l’Ufficio nazionale di Pastorale della Salute della Conferenza episcopale italiana proporrà una preghiera di ringraziamento a Dio per i curanti dal titolo Invece un Samaritano, che verrà proposta sul canale You Tube della Pastorale della Salute nazionale (canale Cei Pastorale della Salute) dalle ore 16 alle ore 17. Contemporaneamente in molte cappellanie ospedaliere del territorio italiano si pregherà con un’adorazione eucaristica per ringraziare Dio del dono di medici, infermieri e tutti i curanti che quotidianamente si dedicano con professionalità alla cura e alle cure di ogni persona malata.
Una preghiera che intende sottolineare l’importanza di una presenza che costituisce, nella rete di collaborazione all’interno delle strutture sanitarie e nel territorio, un elemento essenziale e irrinunciabile della relazione di cura, poiché tutti i curanti non solo seguono il malato, ma costruiscono anche relazioni di cura con i suoi familiari.
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