Ripresa delle messe con il popolo: il decreto del vescovo per la Diocesi

Di seguito il decreto firmato dal vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla, martedì 12 maggio 2020, prot. SV. 278/2020


Visto il Protocollo circa la ripresa delle celebrazioni con il popolo, predisposto dalla Conferenza Episcopale Italiana, esaminato e approvato il 6 maggio 2020 dal Comitato Tecnico-scientifico e sottoscritto il 7 maggio 2020 dal Presidente della CEI card. Gualtiero Bassetti, dal Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte e dal Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese,

per tutte le chiese parrocchiali e non parrocchiali nel territorio della Diocesi di Padova,

dispongo quanto segue

 

I. Indicazioni generali

  1. La data prevista per la ripresa delle celebrazioni con il popolo è lunedì 18 maggio, giorno dal quale è possibile celebrare la Messa feriale con il popolo.
  2. La prima domenica utile per celebrare la Messa con il popolo sarà il 24 maggio (a partire dalla messa vespertina della vigilia, il 23 maggio), solennità dell’Ascensione del Signore.
  3. La ripresa delle celebrazioni sia preparata con cura e con il coinvolgimento del Consiglio Pastorale Parrocchiale. La molteplicità di attenzioni pastorali (ripresa dopo tanto tempo dei riti assembleari, qualità della proposta liturgica, evidenziazione di alcuni ministeri) e organizzativa (individuazione e formazione di volontari accoglienti, gentili e bendisposti) sia accompagnata da Organismi e operatori pastorali e accolta come opportunità di crescita comunitaria.
  4. Come segno di festa per la ripresa delle celebrazioni con il popolo, alle ore 16 di sabato 23 si suonino le campane a festa per alcuni minuti in tutte le chiese della Diocesi.
  5. All’inizio di tutte le Messe della solennità dell’Ascensione del Signore venga letto il breve messaggio inviato dal Vescovo Claudio alla Diocesi.
  6. Durante tutte le Messe di questa solennità si propone di recuperare il segno del suono di campane e campanelle al momento dell’intonazione del canto del Gloria, per richiamare la Veglia pasquale cui i fedeli non hanno potuto prendere parte.
  7. Le comunità religiose femminili possono riprendere la celebrazione della Messa nelle loro chiese. I presbiteri celebranti nelle case religiose sono tenuti al rispetto rigoroso di tutte le disposizioni del presente decreto, con riguardo particolare alle «attenzioni da osservare durante la celebrazione» (cfr. paragrafo V).
  8. Per la delicatezza della situazione sanitaria e pastorale e per l’impossibilità di utilizzare ambienti diversi dalla chiesa principale, non sono possibili celebrazioni della Messa riservate a gruppi, movimenti e associazioni. Tutti sono invitati a convergere nelle Messe comunitarie già previste nelle parrocchie e nelle chiese non parrocchiali delle comunità religiose.

 

II. Riguardo all’organizzazione dell’accesso ai luoghi di culto  in occasione di celebrazioni liturgiche

  1. L’accesso individuale ai luoghi di culto si deve svolgere in modo da evitare ogni assembramento sia nell’edificio sia nei luoghi annessi, come per esempio le sacrestie e il sagrato.
  2. Nel rispetto della normativa sul distanziamento tra le persone, il parroco o il rettore della chiesa (in quanto legale rappresentante) individui la capienza massima della stessa, tenendo conto della distanza minima di sicurezza, che deve essere pari ad almeno un metro laterale e frontale.
  3. Il parroco o il rettore provveda a predisporre visibilmente i posti occupabili nelle varie parti della chiesa. A tale proposito, in nota si suggeriscono alcuni criteri di calcolo della capienza e di organizzazione dei posti per i fedeli, tenendo conto che sono tre gli elementi da considerare: i corridoi per il fluire delle persone[1]; i posti sui banchi[2]; i posti negli spazi liberi dai banchi, utilizzabili eventualmente aggiungendo sedie[3].
  4. Le persone che abitano insieme rispettino ugualmente le norme di distanziamento fisico, fatta eccezione per i bambini, che possono stare accanto ad uno dei genitori; oppure vengano riservati dei banchi per le famiglie con bambini in una zona della chiesa, assicurandosi però che sia rispettata la distanza tra una famiglia e l’altra.
  5. L’ingresso in chiesa deve essere contingentato e regolato. Tale compito sia svolto da persone della comunità cristiana che – indossando mascherina, guanti monouso e un evidente segno di riconoscimento – favoriscono l’entrata e l’uscita e vigilano sul numero massimo di presenze consentite. Ogni parrocchia individui le persone cui affidare questo compito, istruendole adeguatamente sulle procedure adottate. Possono essere coinvolti anche volontari delle diverse associazioni operanti in parrocchia o vicine ad essa (ad esempio il Noi Associazione, che ha dato la disponibilità a svolgere tale servizio).
  6. Per favorire un accesso ordinato, durante il quale andrà rispettata la distanza di sicurezza pari almeno ad 1,5 metri, si distinguano gli ingressi riservati all’entrata da quelli riservati all’uscita[4].
  7. Le porte siano tenute stabilmente aperte per il ricambio dell’aria e anche per evitare che vengano toccate maniglie e porte.
  8. Per quanto possibile, si favorisca l’accesso delle persone diversamente abili, prevedendo luoghi appositi per la loro partecipazione alle celebrazioni nel rispetto della normativa vigente.
  9. Laddove il numero dei fedeli attesi superi significativamente il numero massimo di presenze consentite, si considerino alcune ipotesi:
    1. la possibilità di seguire la celebrazione anche dal sagrato della chiesa, sempre nel rispetto del distanziamento fisico di 1 metro frontale e laterale;
    2. la possibilità di seguire la celebrazione da altri ambienti attigui (adeguatamente spaziosi e nei quali prevedere comunque la capienza massima e il distanziamento fisico), mediante trasmissione audio e video dalla chiesa e distribuendo la Comunione anche alle persone lì radunate;
    3. la possibilità di svolgere per tutti la celebrazione all’aperto o, se ci fosse, in un ambiente più grande della chiesa, assicurando la dignità liturgica e il rispetto della normativa sanitaria;
    4. la possibilità di partecipare anche alle Messe feriali[5];
    5. laddove lo si ritenga possibile e opportuno, è possibile organizzare modalità di prenotazione della presenza alle diverse celebrazioni, secondo il numero massimo previsto per ogni chiesa;
    6. da ultimo, si potrebbe anche incrementare il numero delle Messe festive: scelta da farsi, tuttavia, con estrema prudenza e da limitare al periodo di validità delle presenti restrizioni.
  10. Le Messe feriali vengano esclusivamente celebrate nella chiesa grande e non nelle cappelle cosiddette “invernali” o in altri oratori.

 

III. Riguardo alle norme igienico-sanitarie per i partecipanti

  1. Coloro che accedono ai luoghi di culto per le celebrazioni liturgiche sono tenuti a indossare la mascherina. Le mani vengano igienizzate all’ingresso. A tale scopo agli ingressi della chiesa siano resi disponibili gel igienizzanti.
  2. Mediante apposite comunicazioni (cfr. paragrafo VII) venga ricordato ai fedeli che non è consentito accedere al luogo della celebrazione in caso di sintomi influenzali/respiratori o in presenza di temperatura corporea pari o superiore ai 37,5° C[6]. Venga altresì ricordato ai fedeli che non è consentito l’accesso al luogo della celebrazione a coloro che sono stati in contatto con persone positive a SARS-CoV-2 nei giorni precedenti. Ciascun partecipante è in generale responsabile del rispetto di dette condizioni.

 

IV. Riguardo all’igienizzazione dei luoghi e degli oggetti[7]

  1. Le chiese, ivi comprese le sacrestie, siano igienizzate regolarmente al termine di ogni celebrazione, mediante pulizia delle superfici e degli elementi di arredo (banchi, panche e sedie in legno non sottoposti a tutela) con idonei detergenti ad azione antisettica.
  2. Al termine di ogni celebrazione i vasi sacri, le ampolline e altri oggetti utilizzati, così come gli stessi microfoni, vengano accuratamente disinfettati. Si eviti di lasciare sui microfoni le coperture di spugna.
  3. Le chiese siano areate al termine di ogni celebrazione.
  4. Laddove ci fosse, non venga attivata l’aria condizionata.
  5. Siano mantenute vuote le acquasantiere della chiesa.

 

V. Riguardo alle attenzioni da osservare durate le celebrazioni delle Sante Messe

  1. Per favorire il rispetto delle norme di distanziamento si riduca al minimo la presenza di concelebranti, diaconi, ministri e ministranti, che sono comunque tenuti al rispetto della distanza sanitaria anche in presbiterio.
  2. I presbiteri e i diaconi utilizzino solo vesti liturgiche di uso personale.
  3. I fedeli assicurino durante tutta la celebrazione il rispetto della distanza sanitaria.
  4. È possibile prevedere la presenza dell’organista e di un cantore per la guida del canto dell’assemblea, ma si ometta il coro.
  5. Per ragioni igienico-sanitarie non è opportuno che nei luoghi destinati ai fedeli siano presenti fogli, sussidi per i canti o testi di altro tipo.
  6. Alla venerazione del Vangelo, dopo la lettura dello stesso, si eviti di toccare con le labbra il Libro.
  7. Non si organizzi nessuna processione offertoriale con i doni.
  8. Le offerte in denaro abitualmente raccolte all’offertorio, segno importante della partecipazione dei fedeli, siano raccolte solo all’uscita della chiesa al termine della Messa, nelle forme più opportune. Il celebrante dia comunicazione di questa modalità.
  9. Durante la celebrazione l’ostia grande va tenuta sulla patena da sola, mentre le ostie per i fedeli siano tenute in una pisside a parte da tenere chiusa fino al momento della distribuzione della comunione. Se ci sono più concelebranti, le ostie per questi siano preparate in un’altra patena già spezzate e siano sempre tenute coperte con la palla, così come il calice. La comunione dei concelebranti si faccia per intinzione.
  10. Si ometta lo scambio del segno di pace.
  11. La distribuzione della Comunione avvenga in questo modo: dopo aver indossato la mascherina, avendo massima attenzione a coprirsi naso e bocca, il celebrante e gli eventuali ministri straordinari[8] cureranno l’igiene delle loro mani[9] e indosseranno guanti monouso[10]; gli stessi –mantenendo un’adeguata distanza di sicurezza – avranno cura di offrire l’ostia senza venire a contatto con le mani dei fedeli.
  12. La fila per ricevere la Comunione sia formata mantenendo la distanza sanitaria e con percorsi prestabiliti a senso unico. Vi sia qualcuno incaricato di favorire il rispetto della distanza e l’ordinato fluire delle persone. Prima della Comunione si ricordino a voce le modalità con cui le persone sono tenute a muoversi nella chiesa per riceverla.
  13. Non è consentito distribuire la Comunione in bocca[11].
  14. I presbiteri avranno cura di igienizzare i vasi sacri al termine di ogni celebrazione.

 

VI. Riguardo alle altre celebrazioni liturgiche e forme devozionali di preghiera

  1. Sono consentite le seguenti celebrazioni diverse da quella Eucaristica: Battesimo, Matrimonio, Unzione degli Infermi ed Esequie[12].
  2. Le disposizioni del presente decreto, relative al distanziamento e all’uso di idonei dispositivi di protezione personale, si applicano anche in tali celebrazioni. Nelle unzioni previste durante l’amministrazione del Battesimo e dell’Unzione degli infermi, il ministro indossi guanti monouso, oltre alla mascherina.
  3. Si sconsiglia di celebrare Battesimi per più bambini o durante le Messe di orario, per ovvie ragioni sanitarie e organizzative.
  4. Per quanto concerne l’istruttoria matrimoniale di Matrimoni già fissati e rinviati, si rimanda a quanto indicato in nota[13].
  5. I sacramenti del compimento dell’Iniziazione Cristiana e della Confermazione (precedente ordinamento) sono rinviati fino a nuova indicazione.
  6. Per il Catecumenato degli adulti e dei ragazzi, la Diocesi fornirà le relative indicazioni.
  7. Il sacramento della Penitenza sia amministrato in luoghi ampi e areati che consentano, a loro volta, il pieno rispetto delle misure di distanziamento e la riservatezza richiesta. Presbitero e penitente indossino sempre la mascherina. Non si utilizzino i confessionali.
  8. L’Adorazione eucaristica è consentita nel rispetto di tutte le norme indicate dal presente decreto (numero di presenze in chiesa, distanziamento fisico, utilizzo di mascherine, pulizia degli ambienti).
  9. Non potendo garantire adeguata sicurezza in tutte le occasioni, in questo tempo non vengano organizzati dalle parrocchie altri momenti di preghiera comunitari, quali: la recita del Rosario, il Fioretto, le Messe del mese di maggio nelle contrade, ecc.

 

VII. Riguardo alla comunicazione adeguata delle presenti indicazioni

  1. Ad ogni ingresso delle chiese siano affissi cartelli con le indicazioni essenziali, ovvero[14]:
    1. il numero massimo di partecipanti ammessi in relazione alla capienza dell’edificio;
    2. il divieto di ingresso per chi presenta sintomi influenzali/respiratori o è stato in contatto con persone positive a SARS-CoV-2 nei giorni precedenti;
    3. l’obbligo di rispettare sempre, nell’accedere alla chiesa, il mantenimento della distanza di sicurezza, l’osservanza di regole di igiene delle mani, l’uso di idonei dispositivi di protezione personale, a partire dalla mascherina che copra naso e bocca.
  2. Le stesse indicazioni siano divulgate attraverso i bollettini parrocchiali, i siti parrocchiali e i social utilizzati abitualmente.

VIII. Disposizioni conclusive

  1. Rimane in vigore la dispensa dal precetto festivo per motivi di età e di salute.
  2. Sulle modalità di ripresa delle celebrazioni con il popolo, si informino le Autorità locali (in particolare il Sindaco) e con queste si prendano accordi qualora le circostanze lo richiedessero (gestione degli ingressi, uso di spazi pubblici quali pubblica via, piazza comunale, ecc.).
  3. Le indicazioni contenute nel presente Decreto restano in vigore fino a nuove disposizioni, su indicazione della Conferenza Episcopale Italiana e del Governo italiano.

 

Comprendendo le possibili obiezioni ad alcune di queste indicazioni pratiche, invito ugualmente al rispetto scrupoloso di ciascuna di esse,  per la responsabilità che esse comportano nella presente circostanza.

Tale rispetto divenga occasione anche di comunione ecclesiale.

Padova, 12 maggio 2020

+ Claudio Cipolla


[1] Per quanto possibile, si cerchi di garantire che i corridoi tra i banchi siano sufficientemente larghi, in modo che anche durante gli spostamenti possa essere rispettata la distanza sanitaria di 1 metro tra le persone.

[2] Considerando anche la larghezza della persona, si tenga presente che lateralmente, tra un posto e l’altro, la misura diventa di 1,5 metri. Frontalmente, tra un banco e l’altro, se non si riesce a garantire il metro di distanza, laddove possibile si distanzino i banchi oppure si dispongano i posti a scacchiera. Dove non fosse possibile neanche questa soluzione, si salti una fila di banchi.

[3] Nelle aree libere dai banchi per calcolare correttamente il numero di persone ammesse si utilizzi il parametro di 4 persone ogni 9 metri quadrati circa (il che significa che in 90 metri quadrati possono starci 40 persone). Può essere utile fissare sul pavimento i posti assegnabili alle persone (o alle sedie). Anche nelle aree libere dai banchi si abbia attenzione a lasciare i corridoi per gli spostamenti delle persone.

[4] Si preferisca utilizzare un solo ingresso per l’entrata, in modo da poter agevolmente contare le persone. Nel caso di afflusso consistente se ne utilizzino più di uno per velocizzare l’ingresso, ferma restando la necessità di contare le persone che entrano.

[5] La possibilità si giustifica solo per l’eccezionalità della situazione e non deve indurre a pensare che la Messa sia solo un fatto individuale, facendo perdere il senso della convocazione domenicale.

[6] Non è obbligatoria la misurazione alle porte della chiesa con il termo-scanner.

[7] Si rimanda anche alla nota del Vicario generale del 9 maggio scorso (Prot. 507/2020), dove si precisava che con il termine “igienizzazione” non si intende la “sanificazione” compiuta da aziende specializzate.

[8] Qualora una parrocchia ravvisasse la necessità di un maggior numero di ministri straordinari della comunione, individui qualche persona della comunità ritenuta idonea e si rivolga all’Ufficio diocesano per la Liturgia, che provvederà al mandato temporaneo.

[9] Con acqua, sapone e asciugamano pulito, oppure con detergente antisettico.

[10] Se circa l’uso dei guanti dovessero arrivare indicazioni diverse dal Governo o dalla Conferenza Episcopale, se ne darà tempestiva informazione.

[11] Si fa notare che in questo tempo di emergenza sanitaria i Vescovi scelgono di limitare la distribuzione della Comunione alla solo forma “sulla mano”. La ragione di tale scelta è legata esclusivamente, come ovvio, a ragioni di prudenza sanitaria. La forma “sulla mano” non esclude che al termine dell’emergenza i fedeli che lo desiderano potranno tornare a ricevere la Comunione anche “in bocca”.

[12] Decadono tutte le restrizioni relative al numero dei partecipanti indicate nella Nota del Vicario Generale del 2 maggio 2020. Si può comunque continuare a celebrare le Esequie soltanto nella Celebrazione della Parola di Dio.

[13] Poiché diverse coppie hanno preferito spostare la data del loro matrimonio, si fa presente che i documenti raccolti (certificati di Battesimo e Confermazione, matrimonio civile eventualmente già celebrato, pubblicazioni canoniche, attestazioni stato libero richiesto ad altre parrocchie, licenze e dispense date da parte dell’Ordinario, ecc.) di per sé hanno durata di sei mesi. Nelle circostanze che stiamo vivendo si può ragionevolmente ritenere che mantengano il loro valore anche se questo limite di tempo venisse superato. Tra i documenti particolare importanza riveste l’esame del fidanzato e della fidanzata che dovrebbe essere compiuto prima di procedere alla raccolta degli altri documenti. Nel caso in cui la decisione di spostare le nozze venga presa quando anche quest’ultimo adempimento sia stato fatto, i parroci prestino particolare attenzione alle varie situazioni che si presentano poiché non di rado capita che i nubendi arrivino a modificare le proprie volontà nei mesi precedenti la celebrazione delle nozze già programmate. Risulta quindi del tutto opportuno che in vista del matrimonio, fissato in una nuova data, il parroco abbia con i futuri sposi uno o più ulteriori colloqui, al fine di accertare la loro libertà di scelta e la rettitudine delle intenzioni in ordine agli elementi e alle proprietà essenziali del matrimonio canonico. Di questi colloqui è bene che rimanga traccia nel fascicolo matrimoniale. Per eventuali dubbi circa le pubblicazioni canoniche e civili ci si rivolga alla Cancelleria della Curia.

[14] L’Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi invierà un prototipo di segnaletica.

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