Dal vescovo Claudio una parola definitiva sulla vicenda di don Lucio Sinigaglia
Il vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla, dal 17 al 25 novembre in visita pastorale a Legnaro (Pd), ha scelto proprio questa occasione di incontro fraterno e approfondito con la comunità, per mettere una parola definitiva sulla vicenda che, tre anni fa, ha visto protagonista l’allora parroco don Lucio Sinigaglia. Una vicenda che ha avuto una grande risonanza mediatica avendo sullo sfondo il riferimento a un’eredità di circa 13 milioni di euro, destinata alla carità della parrocchia di Legnaro.
Il vescovo Claudio fin dall’inizio del fatto, che si è collocato proprio nelle prime settimane del suo ministero episcopale in Diocesi di Padova, si è mostrato particolarmente vicino alla sofferenza della comunità di Legnaro, che ha incontrato in varie occasioni, ma anche determinato nel ricercare e ristabilire la verità dei fatti e delle disposizioni testamentarie, e nel riconoscere eventuali errori e responsabilità del presbitero.
Ora, dopo che la vicenda sul piano della giustizia ordinaria si è conclusa con un patteggiamento nel luglio 2016 e che don Lucio Sinigaglia ha avuto il tempo e i modi per ripercorrere quanto accaduto e rivisitare le proprie responsabilità, lontano dalla ribalta mediatica, il vescovo Claudio ha ritenuto opportuno – nel contesto della visita pastorale – durante l’incontro congiunto con il consiglio pastorale parrocchiale e con il consiglio parrocchiale per la gestione economica di Legnaro (martedì 20 novembre), condividere il percorso fatto, sia nel reintegrare le somme prelevate e confermare le disposizioni testamentarie del dottor Focherini, sia nel dare seguito a una piena riabilitazione di don Lucio Sinigaglia. Al sacerdote, infatti, che si è assunto la responsabilità di restituire il denaro utilizzato per questioni non inerenti la parrocchia, dopo adeguato discernimento, è stato affidato un nuovo incarico: da alcuni mesi don Lucio Sinigaglia è, infatti, amministratore parrocchiale dell’unità pastorale di Cinto Euganeo (Cinto Euganeo, Faedo, Fontanafredda, Valnogaredo).
«Gli accertamenti condotti, anche dalla Magistratura – ha chiarito il vescovo Claudio Cipolla durante l’incontro a Legnaro con il consiglio pastorale parrocchiale e con il consiglio per la gestione economica – hanno fatto luce sui comportamenti e sui fatti di cui è stato responsabile don Lucio. È stato in primo luogo accertato che della liquidità contestata (complessivamente €. 291.666,07 che – è bene comunque precisare – sono stati prelevati dagli interessi maturati e non dal capitale iniziale ereditato, che non è mai stato compromesso), la maggior parte, per un importo di €. 232.000,00, è stata gestita per finalità riconducibili alla parrocchia, come comprovato da idonea documentazione e risulta essere un debito della parrocchia verso la costituenda Fondazione Focherini. La parrocchia è quindi impegnata all’estinzione del debito nei modi che verranno definiti appena la Fondazione diverrà operativa. Il rimanente denaro prelevato, per un importo di € 59.666,07, è stato così utilizzato: 27 mila euro per spese personali che don Lucio ha già provveduto a restituire integralmente al Fondo Focherini e 13 mila dati al vicario parrocchiale del tempo per l’acquisto di una nuova automobile, anche questi interamente rimborsati. Infine, i rimanenti 19.666,07 euro sono stati utilizzati dall’allora parroco a sostegno di situazioni di estremo bisogno e di carità». Non essendoci però, per questa ultima voce adeguata documentazione, il vescovo Claudio, per fugare qualsiasi dubbio o perplessità, ha voluto che le somme impiegate nella carità – che non erano state contestate dalla Magistratura – fossero comunque reintegrate, metà dalla Diocesi e metà da don Lucio, nel Fondo Focherini, insieme ad altri 2.500 euro provenienti dalla vendita di una vecchia auto di proprietà del dottor Focherini.
A conclusione dell’incontro con i consigli il vescovo Claudio ha sottolineato che ora «è stata raggiunta piena trasparenza e sono state ripristinate le condizioni per realizzare le volontà testamentarie del dottor Focherini». E, per quanto riguarda don Lucio: «ha ottemperato a tutte le prescrizioni canoniche e civili e non risultano ulteriori limitazioni all’esercizio del ministero pastorale, pertanto sono contento come vescovo, a nome della comunità diocesana, di potergli accreditare nuova fiducia e stima».
Con questo ultimo passaggio la Chiesa di Padova, seppur profondamente provata da questa dolorosa vicenda, ribadisce l’impegno a onorare quegli obblighi morali che in taluni casi superano la legge, ma nello stesso tempo è decisa nel percorrere, laddove ci siano le condizioni, strade di riabilitazione e di nuovi inizi.
fonte: Ufficio stampa diocesano
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