La fede e la dichiarazione dei redditi

È molto provocatorio proporre un titolo come questo. Più di qualcuno dirà: “Cosa centra?”, oppure: “Sempre a parlare di soldi!”. Eppure mettere insieme cose che sembrano inizialmente molto diverse tra loro, è molto importante per continuare quel cammino che dura tutta la vita che si chiama integrazione, unificazione, armonia … diciamolo come vogliamo. Si tratta di diventare sempre più persone integrali, autentiche, contrario di doppie, ipocrite, incoerenti …

Sono settimane queste che vedono gli studi dei commercialisti, i CAF e tutti coloro che si occupano della contabilità, in pieno lavoro nel sistemare i conti, compilare il 730, il CUD e così via. Tutti, in un modo o in un altro, dobbiamo sistemare carte, fare firme, stare attenti ai numeri …

Due provocazioni. La prima è che una somiglianza tra la vita di fede e la dichiarazione dei redditi è la confessione. Una grande differenza è che la confessione è gratis, però si tratta ugualmente di dichiarare un bilancio con alcune ‘voci’ della propria vita. Ognuno di noi sceglie liberamente cosa ‘dichiarare’, considerando che, in questo caso, la finanza non vede, ma il buon Dio sì.

La seconda provocazione è che, per tanti motivi, è diffusa una ossessione sui peccati legati alla sessualità e sembra che i comportamenti sessuali delle persone siano sempre un ambito molto sensibile e chiacchierato. Quando arriveremo a verificare il nostro vivere il Vangelo oltre il ‘sesto comandamento’, arrivando a pensare anche al settimo e all’ottavo, cioè “Non rubare” e “Non dire il falso”?

Don Giulio Osto