Yoga, curry e sanscrito in canonica

Padre Taiju dall’India a Torreglia

La presenza a Torreglia di don Rock di Haiti nel mese di luglio ha portato le chiacchierate in canonica a trattare di comunicazione, dei Caraibi, della situazione internazionale della Chiesa e così via.

L’arrivo del carmelitano padre Taiju, che sarà a Torreglia tutto il mese di agosto, è un dono per portare il nostro sguardo verso il continente più grande e forse più misterioso: l’Asia. Padre Taiju, che si pronuncia: taigiù, viene dall’India, dalla regione del Kerala  nella zona sud-ovest del paese.

I dialoghi con Taiju hanno messo sul tavolo argomenti diversi e stimolato domande che nascono dal fatto che l’India per noi europei è stata sempre circondata da un alone di mistero. Già dai tempi di Alessandro Magno, morto nel 323 a.C., che arrivò con le sue conquiste a lambire i territori indiani,  ma soprattutto a partire dalla prima metà dell’Ottocento in poi, l’India ha sempre esercitato un certo fascino per i motivi più diversi. Secondo paese più popolato al mondo con oltre un miliardo di abitanti, l’India è culla di tante culture e religioni così ricche che gli europei hanno inventato la  parola-ombrello induismo, ambigua e generica, letteralmente «ciò che riguarda l’India», per cercare di comprenderle tutte con un solo colpo d’occhio. Paese dalle tante lingue, legato a figure straordinarie e diverse tra le quali spiccano Gandhi e Madre Teresa di Calcutta, dalle rive del Gange alle cime dell’Himalaya, tra le vacche sacre e lo yoga … e così via. Con qualche domanda a Taiju possiamo conoscere direttamente questo mondo senza fatica direttamente a casa nostra. Peccato che si fermi solo un mese tra noi perché le domande sono sempre tante.

 

don Giulio Osto