Cristo sulla sabbia

Dal Vangelo secondo Giovanni

(Gv 8,1-11)

 

In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.

Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

Cristo sulla sabbia

Una poesia ispirata al vangelo di domenica 13 marzo – 5^ di Quaresima

 

Cristo sulla sabbia

all’adultera in procinto d’essere linciata

cosa vuoi che abbia scritto

se non una poesia d’amore?

Cosa vuoi che siano state

quelle poche lettere

quei piccoli segni rimasti

nel mistero

se non un mistico, silenzioso “ti amo”

detto a tutto il mondo

e cancellato nella notte

furtivamente

da quelli senza peccato?

 

     Angelo Colucci

 

  • Poesia pubblicata nel libro: Osto – S. Valentini (cur.), Parola e Mistero. Premio San    Sabino –        Ottava Edizione, Proget Edizioni, Padova 2015, pg. 65.